- quarantuno -

1.4K 37 4
                                    

× "Papà?" chiede Mariam mentre siede su una panchina, guardandosi intorno.

"Adesso papà arriva, il tempo di finire gli allenamenti ed è qui." le risponde, dandole un bacio sulla testa. "Nel mentre vuoi andare a giocare con gli altri bambini?"

"Si." risponde e la mette con i piedi per terra, osservandola mentre va a giocare.

Ha pensato che sarebbe stata una bella idea andare al parco con Mariam che, oggi, non vuole altro che il suo papà che è andato agli allenamenti data la prossima partita contro la Roma. Le ha promesso che l'avrebbe raggiunta una volta finito e che poi sarebbero stati insieme tutto il tempo. A Torino non fa poi così freddo come credeva, anzi, si sta anche bene con una brezza fredda abbastanza piacevole ma è comunque costretta a tenere il cappuccio della felpa alzato sulla testa per evitare di essere riconosciuto da chi la conosce come 'la ragazza di Paulo Dybala'. L'hanno fermata per chiedere una foto o per chiacchierare, non le da fastidio ma la mette parecchio a disagio, specialmente perché ha con sé la bambina che non ha molta voglia di stare ferma a vedere gli altri fare le foto.

"Mi scusi, è occupato?" domanda una voce.

"No." risponde.

"Posso sedermi?"

"Certo." si sposta un po' anche se c'è abbastanza spazio per entrambe.

È una voce pacata, con un forte accento straniero. Osserva con la coda dell'occhio la donna magra che indossa degli occhiali da sole ed ha dei lunghi capelli color platino. È vestita molto elegantemente e porta alle orecchie degli orecchini di perle bellissimi, un po' sprecati in un parco giochi per bambini. Le dita smaltate di rosso si infilano nella borsa per tirare fuori un pacchetto di quelle che sembrano heets che le servono per fumare con la sua macchinetta. Prende il telefono, un iphone bianco dalla cover trasparente che ha come sfondo una lei sorridente insieme ad un uomo. C'è qualcosa in lei che turba parecchio Serena, quelle movenze le ricordano terribilmente qualcosa. Forse qualcuno. La vede digitare un numero di telefono e poi portare il dispositivo all'orecchio. Parla con qualcuno, il suo compagno dato che ha sentito dire 'amore', parla di un certo uomo che lavora in un'azienda, non segue molto il discorso perché è intenta a guardare Mariam giocare e poi perché non le interessa molto. Ma c'è qualcosa che dice, qualcosa prima di chiudere la telefonata, che la lascia senza parole.

"Más vale pájaro en mano que ciento volando." dice, porta il telefono alla borsa e si sente osservata.

La donna volta li sguardo verso la sua sinistra e trova questa ragazza il cui volto è coperto da una mascherina che la fissa in modo strano.

"Martina?" le sente dire con un tono di voce basso.

La scruta attentamente dietro le sue lenti scure, poi le basta osservare un altro po', capisce di chi si tratta, prende le sue cose e si alza, iniziando a camminare velocemente per andare via.

"Dove cazzo vai?!" le urla dietro ed accelera anche lei il passo per raggiungerla.

La strattona per un braccio, fermandola dal camminare oltre e facendola voltare in sua direzione.

"Cosa vuoi, Serena?" domanda con tono pacato e fermo.

"Non ci voglio credere." scuote la testa e la osserva da capo a piedi. "Non sembri nemmeno tu."

"Tu invece sei sempre la stessa." incrocia le braccia al petto.

La osserva, sentendosi giudicata da quegli occhi che non la fissano nemmeno direttamente ma bensì da dietro gli occhiali.

"Perché Marty?"

"Perché cosa, Serena?"

"Perché te ne sei andata? Perché.. tutto questo?" le sfiora i capelli, molto più chiari di quello che ricorda, osservandola mentre indietreggia a quel tocco.

Non riesce a credere di averla davanti, è come se fossero passati 10 anni anziché solo 1. Non sembra più l'amica che era abituata ad avere accanto, con i capelli scuri, il sorriso contagioso e il tono di voce sempre allegro e scherzoso. Più la osserva e più l'immagine di lei che hanno Alicia e Dolores inizia a prendere spazio nella sua mente.

"Ti avevo detto di non farti più domande e di andare avanti, dunque perché continui a cercarmi?" increspa le labbra in quella sua classica espressione severa.

"Perché non ti capisco. Era tutto perfetto, avevi tutto quello che una donna può desiderare e.. e tu sei scappata via senza dirmi il perché." trattiene le lacrime.

"Perché non avevo niente in realtà, te l'ho già detto. Non era quella la vita che voglio."

Ad un certo punto, Serena sente tirare la giacca che indossa e quando abbassa lo sguardo trova Mariam che la osserva con quei grandi occhioni verdi e che chiede di essere presa in braccio. In quel momento il cuore le si spezza in mille pezzi. Sta cercando lei ma non sa che lì, davanti a lei, proprio a due passi, c'è la sua mamma.

"Nena, su." le dice e si risveglia dai suoi pensieri, prendendola in braccio.

Martina la osserva ma la sua espressione non sembra cambiare. Il suo sguardo si connette per un attimo con quello della bambina che poi torna a guardare Serena.

"Non puoi non riconoscerla." inizia a parlare. "Non puoi, è impossibile non capire chi sia." afferma con tono sicuro.

"In effetti gli assomiglia molto, non c'è che dire." alza gli occhiali sulla testa e può guardarla direttamente negli occhi. "Ma non cambia niente, cosa credi che possa fare questa bambina?"

"Sei diventata davvero così egoista?!" esclama. "Come puoi dire una cosa del genere alla bambina che hai messo al mondo?! Sei la sua mamma, cazzo!" alza il tono della voce, facendo piangere Mariam che si accuccia contro il suo petto.

"Non mi interessa." sibila e il cuore di Serena crolla in mille pezzi.

"Serena." si volta velocemente quando sente quella voce alle sue spalle.

"Paulo.." sussurra, guardando lui e poi l'amica.

"Che cos'è successo? Perché stai piangendo?" chiede alla bambina che poi indica la donna che ha davanti.

"Papà, casa." singhiozza.

Osserva Serena e poi questa signora, riconosce immediatamente quello sguardo e rimane paralizzato mentre una serie di emozioni iniziano a scorrere nel suo corpo. Si risveglia, poi prende la mano della fidanzata.

"Torniamo a casa, si sta facendo tardi."

Da le spalle alla donna e inizia a camminare, trascinandola con sé nonostante lei continui a guardarsi indietro.

. . .

×

DAN DAN DAAAAN

QUELLO CHE MOLT* DI VOI TEMEVANO

Uno di questi giorni / Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora