- sei -

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× "È davvero molto bella la tua babysitter." parla Federico quando lui e qualche altro compagno di squadra si sono allontanati per parlare un po'.

"Non è la mia babysitter, è una mia carissima amica." spiega mentre le lancia un'occhiata.

"Eh? Non è la tua ragazza?" chiede Alvaro.

"No." risponde semplicemente.

"Avrei giurato anche io che fosse la tua ragazza." prende la parola Cuadrado, dando una pacca sulla spalla del compagno. "Però non ha la tua stessa faccia tosta, sembra essere parecchio timida."

Paulo segue lo sguardo dell'amico ed osserva Serena parlare con Alice, la moglie di Alvaro, mentre, poco più in là, Mariam gioca con i loro figli a rincorrersi.

"È timida, ho dovuto obbligarla a venire qui."

"Ha ha, quindi ti piace." dice lo spagnolo.

"No che non mi piace, mi andava di invitarla, tutto qui." alza le spalle.

"L'hai conosciuta mentre ti scattava qualche foto da vero figo?" lo prende in giro Federico.

"No." scuote la testa. "Era la migliore amica di Martina."

"Cosa?" chiedono in coro.

"Martina? Intendi quella Martina?" chiede Bernardeschi, l'altro Federico.

"Lei." annuisce.

"Cazzo, questa non me l'aspettavo." Juan lo osserva come scioccato. "Avevi un'amica del genere e non ce l'hai mai presentata."

"Come se avessi speranze." scuote la testa. "E come se Melissa non esistesse."

"Che strano però." osserva Leonardo Bonucci.

"Cosa?" domanda l'attaccante argentino.

"Martina, la tua ex, e Martina, mia moglie, erano molto amiche e uscivano anche insieme qualche volta ma non credo che le abbia mai parlato di questa Serena." osserva. "Mi informo." va verso la moglie.

"Impossibile, Martina e Serena erano inseparabili." afferma, sicuro di quel che dice.

"Non ci giurerei, amico." Berna poggia una mano sulla sua spalla.

"Niente, è la prima volta che la vede o che ne sente parlare. Non aveva nemmeno idea che avesse a che fare con lei." parla Leonardo, di ritorno da un veloce colloquio con la moglie.

"No, no, sono sicuro che sia uscita almeno una volta con loro, ricordo di aver sentito una cosa del genere." insiste.

"Dalla bocca di chi? Martina o Serena?"

"Non lo ricordo." sbuffa. "Che diamine sta succedendo?"

"Hey calmati, potrebbe essere solo che non si ricordi bene la moglie di Leo o tu, va tutto bene." lo tranquillizza Juan.

"È impossibile liberarsene, torna sempre anche quando non dovrebbe." passa una mano sul ciuffo.

Una voce lo distrae e vede Mariam correre verso Serena per nascondersi dai tre bambini che la stavano inseguendo, sorridendo mentre tutti insieme le fanno il solletico. Il sorriso sul volto della mora lo fa calmare. Lei non gli mentirebbe mai e se sapesse anche un briciolo di verità, glielo direbbe.

"Papà." la bambina corre poi verso il suo genitore che la accoglie con un sorriso.

"Amore." le sorride, sistemando i capelli spettinati a causa della corsa. "Ti stai divertendo?" la vede annuire mentre ha il fiatone. "Sei tutta sudata, stai seduta un po', ok?"

"No più." scuote la testa, riferendosi al correre.

"Non vuoi correre più?"

"Stanca." risponde mentre passa una mano sugli occhietti e si appoggia contro la sua spalla.

"Ho capito, tra poco torniamo a casa."

La bambina annuisce ed aspetta solo di uscire da lì dato che non riesce mai a prendere sonno quando sono fuori, solo a casa sua. Dopo un'altra mezz'ora, il ragazzo, decide di tornare dato che si sente parecchio stanco a sua volta e richiama l'attenzione di Serena che saluta Alice e gli altri, prima di affiancarlo per uscire.

"La tieni tu?" le chiede mentre lui prende le chiavi dell'auto.

"Si."

La sistema sulle sue gambe mentre siede sul sedile del passeggero e chiude gli occhi. Mariam si gira e poggia la testa sul petto della ragazza che allora comincia a canticchiare per farla addormentare, dandole qualche carezza e qualche bacetto.

"Ti sei diver--" Paulo viene interrotto da uno "ssshh" della ragazza. "Che c'è?"

"Abbassa la voce, Mari dorme."

"Dorme?" la guarda con la coda dell'occhio. "Che strano, non si addormenta mai fuori casa."

"Sarà tanto stanca." suppone mentre le accarezza il visino. "È la prima volta che l'ho vista correre come una pazza."

"Non è che corra spesso, è questo il punto. Saltella e inciampa sempre." ridacchia.

"Imparerà a correre anche quando è a casa e saranno guai."

"Non voglio pensarci."

Quando si ferma al semaforo rosso, Paulo si volta ed osserva la figlia che sonnecchia tranquilla e Serena che la coccola amorevolmente. Sorride dolcemente, sentendo il cuore terribilmente intenerito dal loro volersi così tanto bene.

"Posso chiederti una cosa?" le chiede dopo qualche minuto di silenzio.

"Certo che puoi."

Osserva quello sguardo e quel piccolo sorriso che ispira sempre tantissima fiducia, prende un respiro profondo e poi scuote la testa. Non vuole rovinarle la serata.

"No niente, era una domanda stupida." torna con le mani sul volante quando il semaforo diventa verde.

"Va tutto bene?" gli chiede, vedendolo un po' cupo.

"Si, certo." accenna appena un sorriso, ma non riesce molto nell'intento di tranquillizzarla.

Decide comunque di non insistere se non vuole parlarne e quindi fa finta che non sia successo nulla e che, come ha detto lui, si trattasse solamente di una domanda stupida. Osserva fuori dal finestrino la strada cambiare di quartiere in quartiere e sospira quando arrivano davanti a casa sua.

"La sistemo nel seggiolino?" domanda, riferendosi a Mariam.

"No, lasciala qui. La sistemo con la cintura o si sveglia." risponde.

Annuisce ed inizia ad aprire lo sportello mentre cerca di fare piano per non svegliarla ma, sentendo che la sta lasciando, Mariam apre gli occhi e si attacca al suo vestito, tirandolo e iniziando a piagnucolare.

"No, no, no." la culla un po'. "Non è successo niente."

"Nena, no via." la guarda con gli occhi rossi.

"Ci rivediamo tra qualche ora, se dormi passeranno velocemente." la consola con un sorriso.

"No." poggia la testa contro il suo petto.

"Amore, Serena deve tornare a casa." prova a convincerla Paulo.

"No!" strilla, iniziando a piangere.

"No principessa, non piangere." la abbraccia la ragazza. "Facciamo una cosa. Tu adesso torni a casa con papà e fai tante ninne, quando domani ti sveglierai, io sarò già lì e giocheremo insieme per tutto il giorno. Va bene?"

"Ninne?" chiede.

"Si, dopo le ninne." annuisce. "Mi prometti che fai la brava? Così anche papà si riposa che è un pochetto stanco?"

La bambina annuisce e alza il mignolo, proprio come ha visto fare alla maggiore un sacco di volte.

"Promesso." mormora e poi sbadiglia.

Le stampa un altro bacio sulla guancia e poi la sistema sul sedile, allacciandole la cintura così da tenerla più al sicuro.

"Grazie per la serata e state attenti mentre tornate a casa." sussurra ai due data la tarda ora. "Ci vediamo.. tra qualche ora."

"Ciao, buonanotte." anche lui le rivolge un sorriso.

"Notte."

. . .

Uno di questi giorni / Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora