- ventuno -

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× "Nena." la chiama Mariam mentre le passa un pastello per far si che possa colorare con lei.

"Grazie, sei gentile." le sorride e comincia poi a passare il colore su un punto indicato dalla bambina.

"Fa ridere che proprio lei ti chiami così." osserva Dolores che le sta guardando giocare già da un po'.

"Prima ero solo 'ena', adesso ha aggiunto la 'n' al posto della 'r'." spiega, continuando a finire il disegno con un colore azzurrino.

"Cosa? Guarda che non è un diminutivo del tuo nome." ridacchia.

"No?" la guarda confusa.

"Perché mai Paulo dovrebbe chiamarti con una storpiatura inventata da una bambina?" le fa notare.

"Credevo lo trovasse simpatico." alza le spalle. "Deduco che in spagnolo voglia dire qualcosa."

"Giusto."

"Illuminami allora."

"Vuol dire 'piccola', per questo dicevo che è buffo che Mariam ti chiami così." spiega.

"Ah." aggrotta le sopracciglia. "Non mi è comunque chiaro perché Paulo mi chiami così."

"Perché sei un tappo in confronto a lui." risponde senza troppi peli sulla lingua. "E poi è per lo più un nomignolo affettivo, lo userà per questo."

Sorride leggermente. Paulo le ha dato un nomignolo affettivo che significa 'piccola' in spagnolo, le sembra quasi di essere in un film adolescenziale dove i due protagonisti innamorati si chiamano sempre 'baby', anche se questo è decisamente meglio.

"Mariam, è pronto." la piccola si mette in piedi, lasciando tutto dov'è e raggiungendo la nonna che le ha preparato una merenda speciale.

"Mangerebbe anche i muri se potesse." ride Dolores, mettendo via il telefono.

"È una buona forchetta." alza le spalle. "A 5 mesi voleva già mangiare la pasta e robe simili."

"Me lo ricordo, zio ce lo ha raccontato." si sdraia a pancia in giù sul divano. "E dato che siamo arrivate a questo argomento.."

"Mariam che mangia tutto?" chiede mentre mette via i colori.

"No, l'argomento Paulo Dybala."

"Ah si." alza per un attimo la testa in sua direzione. "Quindi?"

"Quanto è quotato che sia lui il ragazzo che ti piace?" domanda direttamente e Serena si fa cadere qualche pastello delle mani.

Non si aspettava una cosa del genere e adesso non sa proprio come rispondere dato che non riuscirebbe a mentire nemmeno ad un sordo e la prova l'ha avuta l'ultima volta che provato a nascondere la verità al suddetto.

"Ma.. ma che dici? Siamo solo amici, come ti vengono queste idee?"

"Ho anche io degli amici e giuro che non li guardo allo stesso modo in cui tu guardi lui, anzi, nel modo in cui voi vi guardate reciprocamente."

"Sarà una tua impressione, non lo guardo in nessun modo se non come le persone normali." si schiarisce la voce, velata dall'imbarazzo.

"Dai Sere, a me puoi dirlo. Te lo dico con tanta onestà, credo che sareste davvero una bellissima coppia." fantastica già con l'immaginazione.

Ricorda di aver sentito già una frase simile ed è uscita dalla bocca di Alice, la moglie di Morata, che per 10 minuti abbondanti le ha detto quanto sarebbero connessi da una specie di destino e da un filo che lega gli innamorati. Un filo che però lei non vede.

"Non credo che ci sarebbero troppe speranze." sospira.

"Non ho capito, hai ammesso che ti piace? Così facilmente?" alza un sopracciglio.

"Si, ti sto dicendo che sono innamorata di lui." ammette. "Ma non ho speranze con uno come tuo zio."

"Perché dici così?"

"Andiamo, è su tutt'altra dimensione. Gli vanno dietro donne di ogni tipo ed ha letteralmente l'imbarazzo della scelta. Potrebbe mettersi con una modella o comunque una donna che sia bellissima, non con me che sembro una scema che spera di ricavare qualcosa dall'andargli dietro." sbuffa, adesso si sente davvero uno straccio.

"Ok mettiamola così." Dolores torna seduta e guarda l'amica direttamente negli occhi. "Hai due tette che qualunque donna invidierebbe, due chiappe tonde e sode, un viso delicato e una bella personalità."

"Come no, aggiungi anche quello che ho di troppo sui fianchi e sulle cosce."

"Aspetta." si inginocchia sul pavimento, osserva la felpa che la ragazza davanti a lei ha indosso e la alza, poggiando poi le mani sui suoi fianchi. "Ma vaffanculo, cos'hanno che non va i tuoi fianchi?"

"Tutto?" abbassa lo sguardo e poi anche la felpa.

"E poi le cosce un po' più grosse piacciono agli uomini." le fa l'occhiolino. "Anzi, se proprio vuoi saperlo, una volta ho sentito Lautaro che chiedeva qualcosa del genere a Paulo e lui le ha risposto che le cosce delle donne sono meravigliose se così." sorride. "E poi, a prescindere, dovresti essere più sicura di te stessa."

"Vallo a dire a tuo zio e al fatto che sembri un dio greco anche quando dice di essere nelle peggiori delle condizioni." sospira.

"Non nego che sia bellissimo ma tu lo sei altrettanto, devi essere più consapevole di te stessa." poggia una mano sulla sua spalla. "Dico davvero, sei bellissima." le sorride. "E se può aiutarti a crederlo, la prima volta che Lautaro ti ha vista si era cotto di te."

"Lautaro? Tuo fratello?" alza un sopracciglio.

"Si, quando ci siamo conosciuti tutti. Sarà stato qualche anno fa ma è rimasto letteralmente pietrificato, puoi chiederlo alla nonna o direttamente a zio se ti va." alza le spalle. "Gli ha detto 'non offenderti, ma a me piace di più la sua amica' quando Martina era via e lui si è messo a ridere."

"Perché sapeva anche lui che è una grande stronzata." poggia la testa contro un piede del divano.

"No, perché concordava con lui sul fatto che tu sia bellissima, ma cosa poteva dire se stava con una tua amica?" prova a farle capire il concetto.

"Non lo so, ma comunque la mia idea non cambia." si mette in piedi e sistema tutto il casino che Mariam ha lasciato in giro. "Per me lui sarà sempre irraggiungibile, qualunque sia la strada da percorrere, più corta o più lunga, non avrei mai speranze con lui." passa una mano sul suo viso e poi si allontana per il corridoio per andare in bagno, facendo sospirare Dolores che, invece, sa la completa verità.

. . .

Uno di questi giorni / Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora