- quattordici -

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× Sono circa le due di notte quando Paulo torna finalmente a casa. Cerca di fare il meno rumore possibile quando entra anche se trova tutto al buio e, in salone, non ci sono né Serena né tantomeno Mariam. Vaga un po' per la casa e le trova poi nella stanza della bambina. La minore nel suo lettino, con le coperte che la coprono completamente e con il ciuccio che le è caduto dalla bocca mentre dormiva. La maggiore, invece, tiene le braccia incrociate su uno spazio del lettino e la testa appoggiata mentre anche lei dorme. Si avvicina lentamente e scuote la ragazza dalla spalla, facendola svegliare.

"Che fai rannicchiata qui?"

"E tu che fai a casa?" mormora mentre sbadiglia.

"Te l'avevo detto che sarei tornato dopo la partita." sussurra mentre l'aiuta a tirarsi in piedi.

"Oh già." escono dalla stanza e lei strizza gli occhi quando entra a contatto con la luce. "Allora io adesso vado a casa."

"Ma sei pazza? Vuoi uscire a quest'ora e quando sei mezza addormentata?"

"Non sono mezza addormentata." risponde.

"Rimani qui, c'è la stanza degli ospiti."

"Non ce n'è bisogno." gesticola mentre si stropiccia gli occhi.

"Si invece, dai vieni, ti do qualcosa da usare come pigiama." la prende per la mano e la trascina verso la camera da letto, accendendo la luce.

"Potresti smetterla di accendere le luci?" si lamenta. "E di trascinarmi."

"Visto? E tu vorresti metterti alla guida?" ridacchia mentre apre la sua cabina armadio.

"Rischierei la mia di vita, mica la tua." alza le spalle mentre si appoggia al muro.

"Lo dici come se non stessi perdendo niente."

"Tutti moriremo prima o poi."

"Fai sempre discorsi così ambigui quando hai sonno?" le passa una maglietta e un pantalone della tuta.

"Quando ho sonno vado a dormire, non recito monologhi." ride. "Anche se potrebbe uscirne qualcosa di interessante."

"Ce la fai a raggiungere il letto?" domanda mentre ridacchia.

"Credi che sia ubriaca?"

"Di stanchezza, si."

Paulo poggia una mano dietro le sue cosce e la solleva, cominciando a camminare verso la stanza in cui passerà la notte.

"Ma perché me lo chiedi se poi fai di testa tua?" poggia la testa contro il suo petto.

"Perché non ti reggi in piedi." la mette seduta sul letto.

"Lo dici tu." si alza per andare a cambiarsi nel bagno accanto.

I vestiti del ragazzo le vanno decisamente larghi ma per una notte vanno più che bene, a meno che non si accontenti di dormire con i jeans. Quando rientra nella stanza, trova Paulo intento a maneggiare con la televisione.

"Credo che non prendino alcuni canali." scorre con il telecomando.

"Poco importa, non dormo con la TV accesa." si siede dalla parte opposta.

"Ah no?" chiede stupito. "Ho fatto tutto questo per niente." la spegne.

"Può darsi." si tira a sedere e per poco non cade all'indietro.

"Sdraiati, cosa stai aspettando?"

"Sei qui per raccontarmi la favola della buonanotte?" lo prende in giro.

"No, sono stanco morto anche io." si stiracchia mentre ride. "Ci vediamo domani." le da un bacio sulla fronte. "Buonanotte."

"Buonanotte." risponde, guardandolo mentre esce e sdraiandosi poi sul materasso, prendendo sonno poco dopo.

✨️

Si alza verso le sette e mezzo dopo aver passato tantissimi minuti a fissare il soffitto per rendersi conto di non essere a casa sua. La prima cosa che fa è andare a vedere se Mariam stia bene, rendendosi conto che sicuramente Paulo sta ancora dormendo dato che la casa è completamente al buio. Apre la porta della stanzetta e trova la bambina seduta sul letto, intenta a togliersi i capelli dal viso.

"Buongiorno." sussurra, avvicinandosi a lei.

"Nena." sorride, guardandola mentre si inginocchia all'altezza del letto.

"Come ti senti oggi? Meglio?" la vede annuire. "La misuriamo la febbre?"

La prende in braccio e cammina verso il salotto, si siede sul divano e la tiene tra le sue braccia per 5 minuti e poi controlla. Le è scesa completamente.

"Hai visto che oggi stai bene?" le da un piccolo bacio.

"Papà?" chiede.

"Papà è di la che dorme, tra poco lo svegliamo." si mette in piedi. "Nel frattempo prepariamo la colazione?"

"Gnam gnam." si tocca il pancino per far capire che ha fame.

Le mette a scaldare il latte e le sistema in un piatto qualche biscotto, mentre prende delle arance e fa la spremuta che Paulo beve tutte le mattine e che accompagna a quegli orribili biscotti dietetici che può ingerire solo lui. Lei si limita ad una tazza di caffè e poi inizia a pulire e sistemare tutto.

"Vai tu a svegliare papà? Sono già le otto e un quarto."

La bambina annuisce e si fa mettere giù dal seggiolone, poi cammina verso la camera da letto ed apre la porta socchiusa. Si avvicina al bordo del letto e ride al vedere il viso del papà addormentato, poi picchietta sul suo braccio.

"Papà." lo chiama. "Tardi." ma non riceve risposta. "Papà, papà, papà." inizia a ripetere a voce più alta.

Al sentirsi chiamare, Paulo apre gli occhi e si ritrova davanti la bambina che ancora batte la manina sulla sua spalla, aspettando che si svegli.

"Ciao amore." la saluta, sorridendo. "Ti senti meglio oggi?" le chiede mentre la solleva e la porta con sé sul letto.

"Si." alza le braccia per far capire che sta bene.

"Facciamo insieme la nanna?"

"No papà, tardi." dice e poi gli tocca la pancia. "Gnam gnam."

"Hai fame?"

"No, tu gnam gnam."

"Io ho fame?" domanda ridendo e la vede annuire. "Ok, adesso mi alzo." sbadiglia. "Andiamo a svegliare nena?"

"No." risponde. "Cucina." prova poi ad indicare col dito.

"Andiamo in cucina." si alza insieme a lei, camminando poi verso la cucina dove trova Serena già sveglia mentre lava i piatti. "Ah, intendevi questo quando hai detto 'cucina'." sbadiglia ancora.

"Ti vedo fresco come una rosa." lo prende in giro.

"Non si vede?" chiede retoricamente mentre si avvicina per un bacio sulla guancia. "Buongiorno."

"Buongiorno a te." risponde.

"Aaah." mugola Mariam quando vede le bolle dovuta al sapone del detersivo per i piatti.

Serena ne poggia una sul palmo della sua mano senza farla scoppiare, avvicinandola poi al viso della bambina che la guarda come se fosse un gioiello.

Paulo nel mentre si siede a tavola ed osserva la scena con un grande sorriso. Osserva meglio Serena struccata, con i capelli legati e leggermente spettinati mentre gioca con la sua piccola bambina. La trova meravigliosa con i suoi vestiti indosso, anche se i pantaloni sono decisamente troppo grandi per lei. Per un attimo la immagina con solo la sua maglia bianca indosso e nient'altro sotto, sospirando leggermente alla sole idea e scuotendo la testa per poi cacciarla via dalla sua mente.

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Uno di questi giorni / Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora