× Serena sospira e spera davvero che ci siano dei taxi in giro che possano riportarla a casa il prima possibile dato che ha fatto le ore piccole e si è dovuta alzare alle 4 del mattino. Se avesse potuto, avrebbe cancellato all'ultimo l'impegno di oggi ma sa che ne sarebbe derivato solo un gran casino e aveva anche il bisogno di distrarsi in qualche modo. Ma nel vedere abbracciati quei due neo sposini, non ha potuto fare altro che pensare a quanto le sarebbe piaciuto essere tra le braccia di Paulo e che tutto quel macello non fosse mai successo. Poggia la testa contro il finestrino e chiude per un po' gli occhi, sentendosi completamente distrutta, come se non avesse più le gambe e le braccia. Arrivata alla stazione, scende e trascina con sé la sua valigia ed osserva le persone che mormorano tra loro qualcosa mentre indicano qualcuno che sta urlando al telefono in una lingua poco comprensibile. Spalanca gli occhi al riconoscere quell'accento e si ferma per capire che cosa stia succedendo.
"Che cosa vuoi Martina? Parla in modo diretto perché non ti sopporto più." sente e fa per andare via al sentire quel nome, ma le urla successive la fanno fermare sui suoi passi.
Si avvicina un po' di più, arrivando alle spalle del ragazzo che non sembra nemmeno accorgersene. Ascolta i suoi discorsi dove la accusa di bugie, di essere antipatica e di non volerla vedere più.
"No, lei non è come te, lei non se n'è andata come hai fatto tu. Non mi importa di quello che dici, non mi importa delle tue bugie perché io so la verità e dovessi pregare tutti i santi del cielo, io tornerò con lei. Io amo Serena, con tutti i suoi pregi, i suoi difetti, amo tutto di lei. Ed ogni giorno mi sembra di guardarla come se fosse la prima volta perché so che non cambierà mai."
Non capisce proprio tutto del discorso, ma la sostanza generale c'è. Dopo qualche istante di silenzio, dove si sente solo il borbottio di Martina al telefono, Paulo si volta e la trova lì. Ha gli occhi stanchi, impugna nella mano destra la valigia mentre veste con una tuta grigia un po' larga. Lo osserva per qualche secondo, poi inizia a camminare via per arrivare all'uscita, cercando in tutti i modi di non piangere.
"Serena." la chiama, bloccandola con una presa sul polso.
"Ti prego, lasciami andare." gli chiede con occhi disperati e pieni di lacrime.
"Hey." accarezza le sue guance ed asciuga le sue lacrime, baciando poi la sua fronte. "Non piangere, perfavore."
La stringe a sé sentendola singhiozzare contro il suo petto mentre stringe tra le dita il tessuto nero della sua felpa.
"Perché ogni volta che succede qualcosa di bello subito dopo ne deve accadere una brutta?" si lamenta e lui scuote la testa, asciugandole ancora gli occhi.
"Non è successo niente." afferma e per un attimo lei fa fatica a capire se si stia riferendo a quello che è successo con Martina o se stia parlando in generale.
Si guarda poi intorno, sentendo gli occhi della gente che li guarda e non capisce addosso, sentendosi messa in soggezione da quegli sguardi confusi e allo stesso tempo curiosi.
"Ne parliamo fuori?" propone e lui annuisce.
Afferra la sua valigia e si incammina con lei davanti verso fuori, arrivando all'auto. Apre il cofano e ci sistema lì il bagaglio, osservandola mentre lei siede sul sedile del passeggero, tenendo però lo sportello aperto e le gambe fuori dalla macchina. Si avvicina a lei e si piega sulle ginocchia, osservando le occhiaie che ha sotto gli occhi, simili alle sue.
"Va meglio?" domanda e la vede annuire.
"Scusa, ho fatto una scenata." mormora mentre passa il palmo della mano sul viso.
"Fa niente." le afferra le mani, accarezzandone il dorso. "Te lo giuro su quello che vuoi, non ho baciato Martina. È stata lei e l'ho respinta subito e questa macchia sul collo non è un succhiotto, anche perché non passano dopo a malapena qualche giorno e tu hai ancora i miei." sorride al guardarle il collo su cui lei poggia una mano. "Chiedilo ad Alvaro se non mi credi, a chiunque."
"Perché ti ha chiamato prima?" domanda e freme a quel contatto diretto con quei meravigliosi occhi verdi.
"Mi ha detto che ce l'ha con te perché eri sua amica ma stai, o stavi non lo so, con me anche se non le interessa più e credo che ce l'abbia con me perché mi sono innamorato di te." spiega, poi prende un respiro profondo. "Ti amo Serena, te lo giuro su mia figlia e su quel che vuoi, sai che non lo faccio mai. Ma è vero, voglio passare tutta la vita con te perché sei la donna della mia vita."
Lei si copre il viso con le mani, stringendo il labbro inferiore tra i denti. Respira profondamente, poi scivola giù dal sedile ed arriva a toccare il terreno con le ginocchia mentre si spinge contro di lui e lo bacia. Sospira dal sollievo e si fa più vicina che può, non riuscendo più a stargli lontano, nemmeno se si tratta di qualche ora. È pazza di lui e lui lo è di lei, ne ha avuto la prova.
"Perdonami." parla poi. "Ho creduto a lei anziché a te." si stringe al suo petto.
"Non preoccuparti, avrei dovuto dirti che avevo parlato con lei." le accarezza i fianchi. "E poi non voglio sentire le tue scuse adesso, ma due parole, solo due."
Lei sorride mentre fa unire le loro fronti e bacia dolcemente le sue labbra, sentendo che il suo cuore sta danzando dalla gioia nel petto.
"Ti amo." sussurra.
"Anche io, ti amo ogni giorno di più." riconnette le loro labbra.
"Davvero ogni volta che mi guardi è come se fosse la prima volta?"
"Non solo quanto ti guardo, è così ogni volta che ti bacio, ti accarezzo, ti abbraccio e facciamo l'amore." sussurra dolcemente.
"Anche per me è così." accarezza il suo naso con il proprio.
"Me ne accorgo da come arrossisci." sospira. "Non ti lascio più." la stringe a sé.
"E per la cronaca, io non ti ho lasciato."
"Hai detto che non volevi più vedermi."
"Ma non che era finita." rettifica e lui scoppia a ridere.
"Ok come vuoi, non mi interessa perché non è più importante." si tira in piedi e la aiuta a fare lo stesso. "Andiamo, Mariam ti sta aspettando e non vede l'ora di rivederti."
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Uno di questi giorni / Paulo Dybala
Fanfiction× Verranno giorni in cui ci si sentirà soli, uno di questi potrebbe essere domani. Verranno notti in cui ci saranno le stelle a tenere compagnia, a dare carezza, a dispendere serenità. Verranno giorni in cui si amerà, altri in cui ci si sentirà trad...