1 - Charlotte

3.3K 74 4
                                    

1

Charlotte

Nel corso dei miei diciassette lunghi anni di vita sono stata certa solo di una cosa: Tyler McMillan era un figo da paura. Con i suoi capelli neri come la pece e gli occhi azzurri come il mare – per non parlare di quelle fossette a dir poco splendide che comparivano tutte le volte che rivolgeva un sorriso a qualcuno – riusciva a rubare il cuore di ogni singola ragazza del nostro liceo. Tyler McMillan, però, era il migliore amico di mio fratello Liam. E ciò poteva significare solo una cosa: Tyler McMillan era off-limits. Il giorno in cui Tyler e Liam si erano diplomati, circa il novanta percento delle ragazze della nostra scuola era scoppiato in un pianto isterico. Quella scena era rimasta impressa nella mia mente, e mi capitava di ripensarci di tanto in tanto. Tornando a Tyler, beh, sapeva essere a dir poco esasperante con tutto quel fare protettivo da fratello maggiore e quelle battutine che non facevano ridere nessuno; ma rimaneva comunque un gran bel pezzo di-
«Charlotte, Liam e Tyler sono venuti a prenderti. Muoviti!». La voce di mia madre riecheggiò per le mura della casa, risvegliandomi dal circolo vizioso di pensieri poco casti in cui mi ero infilata. Diedi un'ultima occhiata alla mia camera, pensando che mi sarebbe mancata. Ero emozionata all'idea di iniziare finalmente l'Università, ma mi sarebbe mancata la mia casa. Ero molto legata a mia madre, poiché aveva sacrificato tutta la sua vita per crescere me e Liam, e da un certo punto in poi aveva fatto tutto da sola, senza l'aiuto di nessuno. Rivolsi lo sguardo alle polaroid appese al muro, sorridendo appena. Quelle foto ritraevano i momenti migliori dei quattro anni passati al liceo. Sospirai appena, ripensando a Nicole. Nicole era una biondina dagli occhi vispi, alta appena un metro e sessanta. La prima volta che ci eravamo incontrate, era il nostro primo giorno alla scuola materna, e lei mi aveva fatto piangere, attaccandomi una gomma da masticare ai capelli. Inutile dire che dovetti tagliare i miei bei boccoli scuri. Da quel giorno non ci separammo più, considerandoci più sorelle che amiche. Io sarei andata in California, a frequentare la stessa Università di Liam e Tyler, mentre Nicole si trovava già nel Michigan, dove avrebbe passato i tre anni a seguire. Uscii dalla mia stanza, per poi scendere le scale. La porta d'ingresso era aperta e facendo capolino vidi che mia madre, Liam e Tyler erano intenti a sistemare le mie valigie nel bagagliaio dell'auto di Liam.
«Alla buon'ora» ridacchiò mio fratello, non appena mi avvicinai all'automobile.
«Hey Charlie!» mi salutò Tyler, per poi prendermi in collo con fare scherzoso, facendomi ridere. Sebbene lo trovassi molto attraente, Tyler era come un secondo fratello maggiore per me. Lui e Liam erano migliori amici dai tempi delle elementari, perciò eravamo cresciuti insieme.
«Ti ho detto almeno mille volte-»
«Che non devo chiamarti così. Sì lo so, blah blah blah» mi interruppe il ragazzo, per poi mollare la presa, facendo si che mi ritrovassi in piedi davanti a lui. Di fronte al suo metro e novantacinque, io sembravo uno gnomo. Tuttavia, mi piaceva pensare che fosse lui troppo alto. Io, con il mio metro e sessanta ero perfettamente nella norma.
«Sei emozionata?» mi chiese poi. I suoi occhi azzurri mi scrutarono per qualche secondo. Feci spallucce, non volendo fargli notare che in realtà non stavo nella pelle. Liam sistemò uno scatolone nei sedili posteriori della macchina, dopodiché mi si piazzò davanti.
«Dobbiamo partire ora se vogliamo arrivare prima che faccia buio» disse.

«Beh – incalzò mia madre, catturando la mia attenzione – allora penso proprio che sia arrivato il momento di salutarci». I suoi occhi, grigi proprio come quelli di Liam, erano colmi di lacrime. Dire che le sarei mancata era un eufemismo. Avevamo passato gli ultimi due anni da sole, abituandoci all'idea che Liam fosse all'Università e che ci sarebbe stato concesso vederlo solo per le feste o qualche ricorrenza, tipo i nostri compleanni. Però, era arrivato il momento per me di andare e mi piangeva il cuore all'idea di lasciare mia madre da sola, in quella casa fin troppo grande per lei. In quella casa colma di ricordi.
«Dai non piangere» dissi. Feci un passo in avanti, per poi stringerla in un abbraccio. Lei mi accarezzò dolcemente i capelli.
«Fai la brava» mi sussurrò all'orecchio, per poi rompere il nostro abbraccio.

THE LOVE LIST - Come farlo innamorare in 10 semplici passiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora