2 - Tyler

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Tyler

La festa era iniziata ormai da qualche ora, ma di Charlotte ancora non c'era traccia. La musica era assordante ed il numero di persone così ubriache da non riuscire a reggersi nemmeno in piedi non faceva altro che aumentare; ciò significava che la festa stava spaccando. Mi era mancata l'Università. Tornare a casa non mi dispiaceva, eppure, quando tornavo dalla mia famiglia provavo un senso di vuoto, come se mi mancasse qualcosa. Adoravo le feste, l'alcool, le ragazze che facevano la fila per scambiare solo due chiacchiere con me. Il College era praticamente il mio habitat naturale. Sono sempre stato bravo a Football, ed era proprio grazie a quello sport che mi avevano accettato alla UCLA. Ero il Quarterback della mia squadra al Liceo, ed ero riuscito ad esserlo anche lì, il che alimentava la mia speranza di giocare a livello professionale. Certo, mi ero iscritto per laurearmi in fisioterapia, o come lo definiva mio padre, Il piano B. Ma lo studio non era mai stato il mio forte. Passavo gli esami grazie agli appunti delle belle ragazze che si gettavano ai miei piedi e ai professori che erano clementi visto la mia fama all'interno dell'Università. Il mio sogno non era di certo fare il fisioterapista, era giocare a Football.
«Hai visto Lottie?» la voce di Liam catturò la mia attenzione, risvegliandomi dai miei pensieri. Scossi appena la testa, tornando a guardarmi intorno.

«Quella Brianna non mi piace proprio» sospirò poi Liam, scuotendo appena la testa. Brianna, in effetti, non pareva molto simpatica. E avevo notato come mi stava divorando con gli occhi, giusto qualche ora prima. Ero al mio ultimo anno e volevo concentrarmi solo sullo sport, ma qualche ragazza di tanto in tanto non mi avrebbe di certo fatto male.
«Magari ha deciso di non venire» dissi con nonchalance, facendo spallucce. Sapevo bene che Charlie adorava le feste, ma era anche vero che senza Niki sembrava persa e che forse avrebbe preferito starsene nella sua stanza per quella sera. Il telefono vibrò dalla tasca dei jeans ed immediatamente lo ripescai, nella speranza che si trattasse di Virginia. Non appena lessi il suo nome sullo schermo del telefono, un sorriso si fece largo sul mio volto.

Da Ginny

Sono nel bagno al piano di sopra... ti aspetto ;)

Virginia era un anno più piccola di me ed avevamo questa "cosa" che andava avanti da quando lei era una matricola. Non era mai stata una vera e propria relazione, la nostra. Perlomeno da un punto di vista sentimentale. Dal punto di vista fisico? Era una relazione vera e propria. Ci incontravamo, facevamo quel che dovevamo fare e poi ognuno andava per la sua strada. Niente gelosia e cazzate varie. Inoltre, la nostra relazione non era esclusiva, perciò potevamo tranquillamente vederci con altre persone. Certo, col tempo eravamo diventati amici, ma niente di più. Liam sosteneva che Ginny fosse innamorata di me e che io fossi troppo stupido per notarlo. Ma a parer mio Liam sparava solo tante cazzate.
«Oh eccola!» quasi gridò Liam. Alzai lo sguardo e con grande piacere notai che Charlie e Brianna si trovavano ormai a pochi metri da noi. Brianna era sensuale e trasmetteva eleganza. Non si poteva di certo dire che fosse una brutta ragazza. Aveva colto la mia attenzione già nel pomeriggio, quando ci eravamo incontrati nel dormitorio, con i suoi capelli rossi e lo sguardo da cerbiatta. Charlie però era bellissima. Era una ragazza forte, estroversa, che non si faceva mai troppi problemi a dire quel che le passava per la mente. Aveva gli occhi ed i capelli scuri, come praticamente gran parte della popolazione mondiale, eppure era bellissima. Nonostante fossimo cresciuti insieme, avevo notato subito come il suo corpo aveva iniziato a cambiare intorno ai quindici anni. Il suo seno era diventato più grande; le sue forme avevano iniziato a rendere il suo corpo più simile a quello di una donna che a quello di una ragazzina. Ma Charlie era la sorella minore di Liam, e questo poteva significare solo una cosa: off-limits. Per quanto la trovassi attraente, avevo sempre troncato i miei pensieri maliziosi sul nascere. Se a volte mi soffermavo troppo a guardarla, chiedendomi come fosse assaporare le sue labbra carnose oppure osservare il suo seno senza alcun tipo di indumento di mezzo, mi davo uno schiaffetto sulla patta dei pantaloni; giusto per ricordare al mio amico che lei era come una sorella per me.

THE LOVE LIST - Come farlo innamorare in 10 semplici passiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora