10 - Charlotte

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Charlotte

Diedi un'altra occhiata alla mia figura riflessa nello specchio, poco convinta del mio aspetto. Alla fine, Kyle aveva proposto di andare al Molo di Santa Monica e passare il pomeriggio al parco divertimenti che si trovava lì. Così, decisi di indossare dei jeans e una vecchia maglietta di una band. Il nero si era ormai scolorito, dopo gli innumerevoli lavaggi che quel pezzo di stoffa aveva subito, ma quella maglietta continuava comunque ad essere la mia preferita. Lasciai i capelli sciolti e applicai solo un po' di mascara alle ciglia. Il telefono vibrò nella tasca posteriore dei jeans ed io già sapevo che si trattava di Nicole. Pescai il telefono dalla tasca e accettai la videochiamata.

«Hey» la salutai, accennando un sorriso. Come al solito, Niki pareva indaffarata. Perlomeno si trovava nella sua stanza e non a giro per il Campus.

«Hey Lottie!» mi rivolse un sorriso caloroso.

«Come va?» le chiesi. Appoggiai il telefono al mobiletto del bagno, mentre presi a riordinare il disordine che avevo lasciato in giro dopo la mia doccia.    
«Tutto regolare, tu? Come ti sembra il College?». Domanda difficile. Cosa ne pensavo del College? Le lezioni erano iniziate da un po' e da studentessa diligente quale ero, avevo passato gran parte del tempo a riordinare i miei appunti. Ma ero anche andata a delle feste e mi stavo facendo dare lezioni di flirt dal migliore amico di mio fratello, nella speranza che potesse aiutarmi a conquistare uno dei più ambiti giocatori di Football dell'Università (dopo Tyler, ovviamente). Una parte di me, però, si sentiva in colpa. Non avevo mai nascosto niente alla mia migliore amica, soprattutto perché non avevo mai avuto il bisogno di farlo. Ero un libro aperto per Niki, tanto quanto lei lo era per me. Eppure, sembrava che non mi conoscesse più bene come una volta. Sembrava che mi chiamasse perché si sentiva in dovere di farlo e non perché fosse davvero interessata a me. 
«Sai com'è, sono sempre occupata tra le lezioni e lo studio-» 
«Ti capisco, vale lo stesso per me» sbuffò. Notai che si era seduta su quel che sembrava un divano. Ma non mi ricordavo che ce ne fosse uno nella piccola stanza che condivideva con Melanie.     

«Dove sei?» chiesi poi, cercando di capire dove si trovasse.    

«Sono da Cheryl e Sophia. Ti avevo detto che hanno preso un appartamento in affitto, giusto?». In realtà no, non me ne aveva parlato. Comunque, decisi di sorriderle ed annuire. Sentii delle risatine in sottofondo, segno che le sue nuove amiche erano presenti.      
«Qualche novità?». Ne avevo così tante che non sapevo nemmeno da dove iniziare, ma di certo non avevo voglia di raccontarle tutto ciò che era successo in quelle due settimane mentre le sue amiche se ne stavano ad origliare la nostra conversazione. Già il fatto che potesse anche solo pensare che mi sarei aperta con lei in presenza di altre persone, mi fece storcere il naso.
«In realtà no» risposi poi, mentendo. Controllai l'ora sul telefono e mi resi conto del fatto che Kyle sarebbe passato a prendermi nel giro di pochi minuti.      
«Devo andare, Niki. Ci sentiamo domani?» domandai speranzosa. Avevo davvero bisogno di parlare con lei, raccontarle tutto ciò che era successo e tutto ciò che mi passava per la mente; ma non potevo farlo se non era capace di darmi le giuste attenzioni.   
«Domani ho lezione tutto il giorno e la sera penso che andremo al bar-»
«Di lunedì?» la interruppi, alzando un sopracciglio. Sapevo bene che Nicole fosse una festaiola, ma non pensavo che lo fosse diventata così tanto dopo aver iniziato il College.       
«Capisco... beh, allora aspetto una tua telefonata» le sorrisi appena.    
«Contaci» mi fece l'occhiolino e senza ulteriori indugi mise fine alla nostra videochiamata. Sospirai appena, chiudendo gli occhi. Tutta quella situazione era a dir poco straziante e mi faceva star male, ma non volevo di certo che quella telefonata mi rovinasse l'umore. Così, uscii dal bagno, ritrovandomi davanti la figura di Brianna. Alzò lo sguardo, osservandomi con le sue iridi verdi.      
«Chi non muore si rivede» disse, guadagnandosi un'occhiataccia da parte mia. In quelle due settimane ero riuscita ad evitarla il più possibile – soprattutto perché non faceva altro che scomparire insieme a mio fratello – e rivederla non era per niente nei miei piani.    
«Ciao anche a te» risposi, afferrando la borsa che avevo lanciato sul letto in precedenza. Controllai che ci fosse tutto: chiavi, portafoglio, un assorbente in più visto che avevo il ciclo. Non c'è cosa peggiore di sporcarsi i pantaloni di sangue in un luogo pubblico e questo le ragazze lo sanno bene.  

THE LOVE LIST - Come farlo innamorare in 10 semplici passiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora