19 - Charlotte

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Charlotte

Il professor Clayton continuava a parlare, ma non riuscivo a comprendere una singola parola di ciò che stava dicendo. Nonostante cercassi di mantenere la concentrazione, la mia mente tornava all'incontro con Tyler nella cucina di qualche giorno prima. La tensione era evidente ed odiavo il fatto che lui mi facesse quell'effetto. Un conto era accettare il fatto che fosse un ragazzo attraente (com'era stato fino a qualche settimana prima), un altro era immaginare incessantemente le sue mani sul mio corpo. Più passava il tempo e più mi rendevo conto di aver bisogno di Niki. Mentirei se dicessi che non mi mancava. Eravamo state inseparabili per tanti anni e con l'andare avanti delle settimane, la sua mancanza si faceva sentire. Inoltre, lei mi avrebbe aiutata con tutta quella situazione. Quando perdevo il lume della ragione, Niki era l'unica che in qualche modo riusciva a risolvere tutto.

Erano passati ormai due giorni, durante i quali Tyler non si era fatto vedere e la sera aveva preferito dormire sul divano del salotto. Alla fine, avevo accettato di dormire su quel letto, anche perché ci avevo già passato due notti. Ma continuava a farmi schifo.

«Terra chiama Charlotte» Michelle mi stava sventolando una mano di fronte al viso. Forse, mi ero assorta nei miei pensieri un po' troppo a lungo.

«Ci sono, scusa» scossi appena la testa. Solo in quel momento mi resi conto del fatto che la lezione era terminata e che solo pochi studenti erano rimasti all'interno dell'aula, intenti a rimettere i libri nello zaino.

«Tutto okay?» la ragazza mi guardò preoccupata.

«Sì, mi sono distratta un attimo»

«Ho notato» disse lei quasi in un sussurro. Da quando ci eravamo presentate, eravamo solite frequentare le lezioni insieme. In quei giorni, però, non avevo fatto altro che chiudermi in me stessa, lasciando che i pensieri vorticassero all'interno della mia mente. Avevo persino evitato Betty e Jules più volte, ignorando persino i loro messaggi. Era come se avessi bisogno di avere un po' di tempo per me stessa. Tuttavia, la presenza di Michelle non mi dispiaceva; forse perché era l'unica che non aveva a che fare con Tyler, Kyle o chiunque facesse parte della mia vita in quel momento. Michelle era una boccata d'aria fresca, in un momento in cui mi sembrava di annaspare. Il telefono vibrò sul banco.

Da Betty

Torni a casa per pranzo?

Lessi il messaggio, dopodiché spensi lo schermo del telefono. Mi sentivo in colpa ad ignorarla per l'ennesima volta, ma avevo davvero bisogno di staccare la spina da tutta quella situazione. Tyler mi aveva salvato il culo, ma proprio non ce la facevo più a stare all'interno di quella casa. Con Liam che non faceva altro che guardarmi torvo, Kyle che continuava a stressarmi per passare del tempo insieme e la tensione che si era creata tra me e Tyler, mi pareva di impazzire. Senza contare il fattore Niki e il silenzio radio che andava avanti da quasi due settimane ormai.

«Che ne dici se pranziamo al Café e poi andiamo in biblioteca?» Solitamente sarei andata agli allenamenti dei ragazzi dopo pranzo, eppure quel giorno non ne avevo voglia.

«Ci sto». Michelle ed io fummo le ultime ad uscire dall'aula.

«Giornataccia?» mi chiese lei, rivolgendomi un sorriso delicato.

«Abbastanza» ammisi, facendo spallucce. Il sole splendeva alto nel cielo, facendo sì che a quell'ora del giorno facesse particolarmente caldo.

«Ti va di parlarne?». Mi morsi il labbro. Non volevo che anche lei facesse parte di tutta quella situazione che mi stava stremando. Eppure, avevo davvero bisogno di parlarne con qualcuno, di buttare tutto fuori e sfogarmi una volta per tutte. Camminammo in silenzio per qualche istante.

THE LOVE LIST - Come farlo innamorare in 10 semplici passiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora