36 - Tyler

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Tyler

Aprii la porta di casa e subito mi ritrovai davanti le figure di Liam e Charlotte, come se per tutto quel tempo i due fratelli avessero atteso il mio ritorno appostati dietro alla grande porta di legno.

«Eccoti!» Liam mi tirò per un braccio senza nemmeno lasciarmi il tempo di rispondere o prendere fiato, mi trascinò fino al salotto e mi spinse appena sul divano, facendomi sedere. La scena pareva quasi comica, con il mio amico che aveva quell'espressione seria e la sorellina che lo seguiva a ruota, parendo quasi il suo cagnolino.

«Ma che avete voi due?» li guardai con fare confuso, non riuscendo a comprendere perché si stavano comportando in modo così strano.

«Com'è andata?» chiese Charlie. Aveva un sorriso dipinto in volto, ma i suoi occhioni scuri erano a dir poco preoccupati. Inoltre, la sua agitazione era evidente dal modo in cui giocherellava con l'elastico per capelli che aveva al polso. La guardai dritto negli occhi, a dir poco interdetto. Charlotte sbuffò, alzando gli occhi al cielo con fare teatrale.

«L'esame, brutto stupido. Com'è andato l'esame?» chiese nuovamente, scandendo con accuratezza ogni parola. In effetti, mi sentii trattato come uno stupido.

«E io che ne so» feci spallucce. I due fratelli si lamentarono in contemporanea, emettendo un suono gutturale carico di sconforto.

«Tyler – Liam mi appoggiò una mano sulla spalla – a quante domande hai risposto?» Il suo sguardo era serio. Era evidente che il mio amico fosse teso, preoccupato quasi.

«Liam non lo so, non me lo ricordo. Lasciatemi in pace» feci per alzarmi dal divano, ma Liam mi spinse verso il basso, impedendomi così di rimettermi in piedi. Quella situazione mi stava facendo innervosire, e non poco. Era già stata una giornata stressante: avevo dovuto affrontare l'esame di Biologia, poi Ginny e dovevo anche cercare di rimanere calmo all'idea di dover tornare a casa per il Ringraziamento – evento che non mi entusiasmava per niente, visto l'ultima discussione avvenuta con mio padre giusto qualche settimana prima.

Volevo solo starmene in camera con Charlie e rilassarmi; svuotare la mente per un po'.

«Liam – Charlie catturò l'attenzione del fratello – lascialo stare, si vede che non vuole parlarne». Morris Senior mollò la presa sulla mia spalla.

«Sono solo preoccupato» si giustificò.

«Tyler si è impegnato e ha studiato, quindi l'esame sarà andato di certo bene. Non ha bisogno che tu gli stia col fiato sul collo» proseguì Charlie, incrociando le braccia al petto. Puntò gli occhi scuri su di me ed io le sorrisi appena, un "grazie" silenzioso che solo lei poteva comprendere.

«Posso andare ora?» chiesi poi, passando lo sguardo dalla mia ragazza a Liam.

«Sì, certo... stasera i ragazzi giocano contro gli Arizona Wildcats e-»

«So dove stai andando a parare – lo interruppi bruscamente – e la risposta è no». Liam sospirò appena. Noi eravamo stati sospesi, ma il resto della Squadra no. Perciò, il Campionato proseguiva, sebbene noi due fossimo stati rilegati in panchina. Liam era andato spesso a vedere le partite, ma io avevo preferito starmene in camera. Non avevo di certo voglia di guardare la mia squadra che perdeva miseramente. E tutto per colpa di Davidson.

«Va bene, allora io vado a prepararmi». La sua bocca divenne una linea retta sul viso pallido, e dopo qualche istante di silenzio, il ragazzo uscì dalla stanza, lasciando me e sua sorella da soli.

«Ho visto Ginny» esordii di punto in bianco. Tutto il colore lasciò il viso di Charlie, facendola sembrare ancora più pallida di quanto non fosse già.

THE LOVE LIST - Come farlo innamorare in 10 semplici passiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora