50 - Charlotte

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Charlotte

Tyler mi era mancato. La sera prima, per la prima volta, avevamo fatto l'amore. Certo, in passato avevamo fatto sesso, ma non aveva niente a che vedere con quello che era successo la sera precedente. Era stato dolce, romantico e lento. Non c'era stata la solita frenesia nello strapparsi i vestiti di dosso. Ora lui dormiva beato, con i capelli scuri che gli ricadevano sulla fronte. Istintivamente, afferrai il telefono dal comodino e gli scattai una foto.

In quei mesi lontana da lui, mi ero resa conto che non avevamo nemmeno una foto insieme. In effetti, la stessa cosa me l'aveva fatta notare Tyler quando era venuto a prendermi nel Dormitorio, il giorno in cui mi ero trasferita nella Casa degli Atleti. E in quei mesi insieme, eravamo stati così presi da tutto il resto, che non ci era mai passato per la testa di scattarci una foto.
Solo che, quando poi ci eravamo lasciati, scorrevo le immagini nella galleria, nella speranza di rivedere quegli occhi azzurri che tanto amavo. Visto che di foto non ne avevo nemmeno una, andavo poi a spulciare il suo profilo Instagram, piangendo come una stupida davanti ad ogni post che vedevo.

Mi alzai dal letto con lentezza, non volendo svegliare Tyler. Dopodiché, mi vestii in rigoroso silenzio ed aprii la porta della stanza, cercando di non fare rumore. Più che una porta, pareva stessi maneggiando una bomba a mano. Solo che lui sembrava così tranquillo, perso nei suoi sogni, che mi sarebbe dispiaciuto se si fosse svegliato a causa mia e della mia goffaggine.

Una volta fuori dalla camera, presi a scendere le scale, notando con piacere che la casa era silenziosa. Tuttavia, vista la festa della sera prima, il Salotto pareva un cassonetto. C'erano bicchieri ovunque, tovaglioli lanciati un po' dappertutto e pozzanghere di alcool qua e là. Speravo solo di non trovare del vomito, perché il mio povero stomaco non avrebbe potuto sopportarlo di prima mattina. Quando entrai in cucina, vidi mio fratello seduto su uno sgabello. Aveva i gomiti appoggiati sul bancone in marmo dell'isola e la testa era abbandonata tra le mani. Non riuscivo a capire se fosse depresso o semplicemente addormentato. Anche se, a dirla tutta, era alquanto irreale che qualcuno riuscisse a dormire in quella posizione.

«Ciao» mi decisi a dire. La sua testa si alzò di scatto. Quando puntò gli occhi grigi su di me, vidi una parvenza di vergogna in essi. Anche Tyler, la sera prima, mi aveva detto che secondo lui Liam si stava vergognando delle sue azioni. In effetti, conoscevo mio fratello abbastanza da pensare che quella fosse la realtà dei fatti.

«Lottie» il suo tono di voce era colmo di sorpresa, come se non si aspettasse minimamente di rivedermi.

«Come stai?». Che domanda del cazzo. Era evidente che non se la passasse bene. Due cerchi neri gli contornavano gli occhi ed il viso pallido mi sembrava più incavato, come se non mangiasse bene da un po'.

«Quindi, tra te e Tyler è tutto okay?» mi chiese poi, cambiando completamente discorso. Annuii appena. Non avevo il coraggio di fare nemmeno un altro passo in avanti, nella sua direzione. Mi sentivo come se mi fossi paralizzata; mi era impossibile muovermi.

«Mi dispiace di averti tenuto all'oscuro di tutto» dissi poi. Non volevo girarci troppo intorno. Avevo bisogno di affrontare quel discorso con lui e volevo farlo nel modo più diretto possibile. Dopo tutto ciò che era successo, non aveva senso cercare di indorare la pillola o evitare l'elefante nella stanza. La questione andava affrontata. Punto e basta.

«Dispiace a me, di essermi comportato come un maniaco». Finalmente, fu come se l'effetto paralizzante dell'ansia fosse passato ed io riuscii a camminare fino all'isola della cucina. Dopodiché, presi posto su uno sgabello, accanto a Liam.

«Io... sono un coglione, lo so. – ammise con un sospiro – Ma mi sono sentito preso in giro da voi due, ed ero già frustrato per i fatti miei e... beh, sono sbottato. Non fraintendere, non sto cercando di giustificarmi – scosse il capo, enfatizzando le sue parole – sto solo cercando di spiegarti perché ho dato di matto». Annuii appena, incastrandomi il labbro inferiore tra i denti. Era l'unico modo che avevo per tapparmi la bocca. Perché in quel momento volevo solo alzarmi e confermare a mio fratello che non solo era un coglione, ma pure un egoista del cazzo. Quindi, preferii mordermi il labbro per cercare di tenere chiusa la bocca in qualche modo.

THE LOVE LIST - Come farlo innamorare in 10 semplici passiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora