15 - Charlotte

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Charlotte

Perché si era precipitato in bagno? L'avevo forse spaventato in qualche modo? La realtà dei fatti era che Tyler mi vedeva come la sorellina del suo migliore amico ed invitandolo a restare, avevo fatto una grande cazzata. Tyler era un bel ragazzo e per un millesimo di secondo, il mio cervello aveva smesso di funzionare, dicendogli di voltarsi. Speravo che rimanesse, che mi osservasse di nascosto con la cosa dell'occhio e che poi mi toccasse, esplorando ogni parte del mio corpo. Era un desiderio che mi portavo dietro da anni, ma non poteva succedere. Avevo oltrepassato il limite e me ne vergognavo. E poi, stavo già frequentando Kyle. Forse, ero attratta da Tyler solo per il suo aspetto fisico, infatti il tutto svaniva nel momento stesso in cui apriva bocca, ricordandomi che in realtà era un deficiente. Sbuffando appena, aprii le ante dell'armadio. Indossai le mutandine ma non il reggiseno, perché non sopportavo di averlo addosso di notte. Certo, avrei dormito nella stessa stanza di Tyler, ma avevo constatato che non mi vedeva come vedeva tutte le altre ragazze; perciò potevo farne a meno tranquillamente. Presi un paio di pantaloncini ed una larga maglietta a maniche corte dei Led Zeppelin. Mi pettinai i capelli bagnati, decidendo di lasciarli asciugare all'aria, dato che non avevo alcuna voglia di usare il phon. Frugai nel sacchetto che Tyler aveva appoggiato sul letto e vidi che oltre al cibo thai, il ragazzo aveva davvero preso delle birre. Erano sei, dunque tre a testa. Gli avrei mostrato che non ero più la quindicenne che aveva vomitato nella piscina di Jenna Batz. La porta del bagno si aprì e Tyler si schiarì la gola, attirando la mia attenzione.

«Numero uno o numero due? Di sicuro era la numero due perché-» non riuscii a finire la frase che Tyler mi aveva spinta sul letto, facendomi ridere.

«Stai zitta» disse poi, sedendosi sul bordo. Mi tirai su, mettendomi in ginocchio dietro di lui. Avvicinai le labbra al suo orecchio.

«Guarda che è una cosa del tutto naturale» Tyler ridacchiò, guardandomi con la coda dell'occhio.

«Sei una stupida» disse.

«Ma ho anche dei difetti» feci spallucce e presi posto accanto a lui.

«Come va con Kyle?» mi chiese, per poi assaporare il suo Pad Thai. Osservai il mio e sorrisi notando che era senza uova. Tyler si era ricordato che le uova non mi piacevano ed io lo trovai carino da parte sua.

«Bene, è gentile» feci spallucce, giocherellando col cibo. Non avevo molta fame o comunque mi sentivo in colpa a mangiare qualcosa che non fosse un'insalata. Quel giorno, avevo mangiato l'hot dog che Tyler mi aveva preso solo perché non volevo offenderlo, ma anche perché stavo morendo di fame. Ma se mi fermavo un attimo a riflettere, odiavo l'idea di ingerire qualcosa che non avrebbe fatto altro che ingrandire le mie cosce già troppo grandi.

«Tutto qui? – passai lo sguardo dal cibo a Ty – E' gentile?» alzò un sopracciglio.

«Eravamo andati al bowling, la sera in cui mi hai vista uscire da questa casa» incastrai il labbro inferiore tra i denti, al ricordo del trattamento che Liam mi aveva riservato e che continuava a riservarmi.

«E?» Ma cos'era tutta quella curiosità?

«Niente, siamo stati bene». Non sembrava molto convinto.

«Non c'è stato nemmeno un bacio?». I palmi delle mani presero a sudare. Gli avevo già mentito una volta e non volevo farlo di nuovo.

«Sì» mi limitai a dire. Tyler si irrigidì appena e annuì.

«Bene, sono contento». Eppure, il suo viso traspariva altre emozioni. Presi a mangiare in silenzio, gemendo appena.

«E' così buono» mormorai con la bocca piena e gli occhi chiusi. Mi era mancato il cibo. Quelle insalate le mangiavo a forza, ma ormai le detestavo.

THE LOVE LIST - Come farlo innamorare in 10 semplici passiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora