25 - Tyler

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Tyler

Di solito, trovavo il letto di casa mia molto comodo. Tuttavia, avevo passato la notte precedente in preda all'insonnia. Poi mi ritrovai a pensare che forse non era il mio letto ad essere scomodo, ma ero io il problema, poiché non riuscivo più a dormire senza Charlie al mio fianco. Mi ero abituato così tanto alla sua presenza, che passare una notte senza averla tra le mie braccia, mi aveva destabilizzato. E ciò non andava bene. Avevamo esagerato. Avevamo varcato un limite e non si poteva più tornare indietro. Il mio corpo la bramava, aveva bisogno di lei; ma la mia mente mi ricordava che tutto ciò era sbagliato. Avevo mandato a fanculo il mio cervello per soli cinque minuti ed era finita che avevo scopato la sorellina del mio migliore amico. Ero davvero pessimo. E poi la sera prima, a casa sua, come diavolo mi era venuto in mente di uscirmene con quella frase davanti a tutti? E se qualcuno ci avesse scoperto? Ero stato un'irresponsabile. Volente o nolente, avrei dovuto mettere un punto a quella storia. Avevamo fatto uno sbaglio e ciò non sarebbe successo mai più. Avrebbe continuato a dormire nella mia camera? Sì, ma con le dovute distanze.

«Sei pronto?» la voce di mia madre richiamò la mia attenzione, mettendo così a tacere il vortice di pensieri che mi annebbiava la mente. Annuii appena, lasciandole poi un dolce bacio sulla guancia.

«Salutami papà» dissi poi io, varcando la soglia di casa. Mio padre era uscito presto, ma in realtà non mi importava molto di non riuscire a salutarlo prima della mia partenza. Non avevamo un bel rapporto, noi due. Forse, perché dal mio primo anno di Liceo mi ero sentito sotto pressione. Quando mio padre seppe che ero entrato a far parte della squadra di Football era a dir poco euforico, ma non faceva altro che controllare cosa mangiavo, quanto mi allenavo e quanto mi impegnassi all'interno della squadra. Era ossessionato dal fatto che entrassi a far parte della NFL. Certo, ero il primo a desiderare ciò per me stesso, ma comunque non mi piaceva avere mio padre con il fiato sul collo. Era a dir poco snervante. Così, con gli anni il nostro rapporto si era incrinato. Ci limitavamo a scambiarci qualche messaggio una volta ogni tanto o tollerare la reciproca presenza durante le feste o le vacanze estive. Con mia madre, però, era tutt'altra storia. Mary McMillan era una donna fantastica, la madre che tutti vorrebbero. Era premurosa, altruista e mi voleva davvero bene. Era la donna della mia vita e un po' mi dispiaceva che fosse finita con un tipo come mio padre: burbero, anaffettivo; insomma, tutto l'opposto di lei.

«Tesoro – mamma mi chiamò prima che potessi aprire lo sportello della mia auto – quest'anno verrai alla nostra cena del Ringraziamento?» mi scrutava con i suoi occhi dolci, pieni di amore. La sua domanda era alquanto retorica, poiché nonostante tutto non mi ero mai perso un evento organizzato da lei; ma mia madre era una donna un po' insicura.

«Alla casa al mare?» ridacchiai appena e mia madre fece lo stesso. Ogni anno eravamo soliti festeggiare il ringraziamento nella nostra casa a Scripps Beach, insieme alla famiglia di Liam e quella di Niki. Dopo la morte di Harry, il padre di Liam e Charlie, avevamo comunque continuato a mandare avanti quella tradizione. Ma forse quell'anno sarebbe cambiato qualcosa, considerando che Niki e Charlie non si parlavano più. Anche se, con molta probabilità, i genitori della bionda l'avrebbero costretta a venire.

«Sii prudente Tyler e mi raccomando guida piano!» mi ammonì lei, per poi salutarmi con la mano mentre lasciavo il vialetto di casa sul mio Pick-Up. Ci volevano letteralmente due minuti da casa mia a casa di Charlie. Quando arrivai, la trovai davanti alla casa, intenta a chiacchierare animosamente con la madre e il fratello. Scesi dall'auto, volendo salutare Josephine prima di partire. La donna era come una seconda madre per me.

«Signora Morris, le chiedo il permesso di scortare i suoi figli fino alla UCLA» la donna rise, dandomi uno schiaffetto sul braccio con fare giocoso.

«Non so quante volte ti ho detto di smetterla di chiamarmi signora Morris. Per te sono Jo e lo sai bene».

THE LOVE LIST - Come farlo innamorare in 10 semplici passiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora