23 - Charlotte

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Charlotte

Mi girava la testa e continuavo a sentirmi come se mi trovassi in un sogno, come se tutto ciò che stava accedendo non fosse reale. Ormai, era da un po' che io e Tyler ci stuzzicavamo – o meglio, io avevo captato quei segnali, sebbene non fossi del tutto sicura di ciò, temendo che fosse solo una mia impressione – così, quando il ragazzo aveva appoggiato le sue labbra sulle mie, avevo perso del tutto l'autocontrollo, ricambiando quel bacio. L'avevo sognato per così tanto tempo che ora che stava accadendo realmente, stentavo a crederci. Le labbra di Tyler erano proprio come me le ero immaginate: soffici e dolci, con un retrogusto di menta, dato dalla sua dipendenza da gomme da masticare.

«Ti prego, dimmi che lo vuoi tanto quanto me perché-» la sua voce profonda, roca a causa dell'eccitazione, catturò la mia attenzione.

«Lo voglio. – lo interruppi prontamente, annuendo con frenesia – Ti voglio». Ed era vero, lo volevo. Più di ogni altra cosa. La mia pelle fremeva sotto al suo tocco, proprio come se fossi fatta per essere toccata da lui e lui soltanto. Quando avevo avuto la mia prima esperienza con Derek, non avevo provato tutto ciò. Non mi era venuta la pelle d'oca, non bramavo il suo tocco così come bramavo quello di Tyler. Ed il mio intimo non si era infradiciato a causa dei miei umori, cosa che succedeva spesso a causa del ragazzo.

«Cazzo, Bunny» sospirò Tyler a un centimetro dalla pelle del mio collo. Le sue dita accarezzavano la mia pelle, facendo sì che perdessi quel poco di lucidità che mi era rimasta. A quel punto volevo solo che mi toccasse, che scoprisse punti di me che nessun altro aveva mai esplorato; che riuscisse a farmi stare bene, come nessun altro era mai riuscito. Incrociai le gambe dietro alla sua schiena, tirandolo più giù, verso di me. La sua erezione sfiorò il mio basso ventre, facendomi sussultare appena. Era grosso. Me lo aspettavo? Certo che sì (giravano molte voci riguardo le dimensioni del suo pene), ma sentirlo era tutt'altra cosa. Tyler alzò appena la testa, facendo sì che i nostri sguardi si incatenassero.

«Sei verg-»

«No» lo interruppi immediatamente, prima che potesse continuare a parlare. Sapevo bene dove voleva andare a parare, ma non avevo voglia di parlarne. Non in quel momento. Il ragazzo alzò appena un sopracciglio, scrutandomi serio mentre si mordeva il labbro inferiore.

«Non voglio sapere, – scosse appena la testa – ma ti avverto – avvicinò pericolosamente il suo viso al mio, facendo sì che ci fossero solo una manciata di centimetri a dividere le nostre labbra – d'ora in avanti sarò l'unico che potrà scoparti. Hai capito?» Annuii velocemente, senza mai distogliere lo sguardo dalle sue iridi color mare. Se prima ero bagnata, ora avevo un vero e proprio lago nelle mutande. Il suo modo di fare, così spavaldo da sembrare quasi arrogante, per qualche strana ragione mi faceva eccitare da morire.

«Usa le parole» mi intimò, con quella sua voce roca colma di lussuria.

«Sì» risposi io. Senza preavviso, Tyler afferrò l'orlo del mio vestito e prese a tirarlo verso l'altro, scoprendo la mia pelle centimetro dopo centimetro. Mi sentii quasi vulnerabile, ma non in senso negativo. Per quanto detestassi il mio fisico e per quanto mi sentissi a disagio a causa di esso, con Tyler mi sentivo al sicuro. Perché Tyler non mi aveva mai giudicata; non mi aveva mai fatta sentire fuori posto, sbagliata. Mi scoprì il ventre e sebbene il mio primo istinto sarebbe stato quello di coprirmi, rimasi immobile, lasciando che il ragazzo continuasse a spogliarmi lentamente, sotto al suo sguardo vigile. Quando arrivò sotto al seno, si fermò un attimo. Mi guardò negli occhi.

«Se hai qualche ripensamento...» lasciò la frase in sospeso, ma io immediatamente scossi la testa.

«Alza le braccia» ordinò lui, ed io ubbidii. Chiusi gli occhi, godendomi a pieno quel momento. Il tessuto morbido del tubino accarezzava la mia pelle, mentre Tyler continuava a sollevarlo, finché anche il mio seno non fu esposto di fronte a lui. In una frazione di secondo, attaccò le labbra al mio capezzolo ormai turgido e bisognoso, iniziando a baciarlo, succhiarlo e mordicchiarlo dolcemente. Dei gemiti lasciarono le mie labbra, risuonando all'interno della stanza.

THE LOVE LIST - Come farlo innamorare in 10 semplici passiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora