8 - Charlotte

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Charlotte

Erano quasi le nove di sera ed io ero ancora intenta a preparami, osservando il mio riflesso nello specchio del bagno. Avevo provato ad arricciare i miei capelli, in modo tale da essere un po' diversa dal solito, ma era a dir poco impossibile acconciare i miei capelli lisci come spaghetti. Quelli che dovevano essere dei boccoli, erano diventati dei capelli dalla forma indefinita. Sbuffai rumorosamente, buttando l'arricciacapelli per terra. Dopo il pranzo con Tyler ero tornata al dormitorio – poiché non avevo lezione il pomeriggio di venerdì – e mi ero guardata il film preferito di Kyle. Carino, ma a tratti mi era sembrato un po' noioso. Ero emozionata all'idea di rivederlo e farci due chiacchiere, seguendo il consiglio di Tyler. Gli ero davvero grata per il suo aiuto. Afferrai il telefono, decisa a chiamare Niki. Da lei era praticamente mezzanotte, ma era venerdì ed ero sicura che fosse sveglia. Magari era appena tornata a casa da qualche festa. Era evidente che ci stessimo allontanando, prese dalla vita frenetica del College, ma non volevo perdere la mia migliore amica. Dopo alcuni squilli il suo viso apparì sullo schermo del mio telefono.
«Hey Lottie!» mi salutò sorridendo, ma subito la sua voce fu sovrastata da dei gridolini e delle risate. Gli occhi erano socchiusi ed il sorriso era un po' sbilenco. Era palesemente ubriaca.    
«Che stai facendo?» chiesi io. Tutte le volte che la chiamavo era fuori, troppo impegnata per avere una conversazione vera e propria con me e la cosa stava iniziando a disturbarmi. Ero contenta che si stesse divertendo, ma non riuscivo mai a parlarci a modo. Ancora non sapeva niente della festa, di Kyle ed io non volevo di certo nasconderle le cose, ma era proprio lei che mi stava impedendo di raccontarle tutto.         
«Sono fuori da questo bar e-»      
«Lascia perdere, volevo solo sapere come stavi» sbuffai per l'ennesima volta.

«Che c'è?» mi chiese poi lei. Scossi appena la testa, rivolgendo poi lo sguardo allo specchio che avevo di fronte.
«Devo andare, Niki. Ci sentiamo domani»   
«Sì, penso che sia-». Non aspettai nemmeno che finisse la frase che già avevo messo fine alla chiamata. Magari le ero sembrata una stronza, ma non era bello non avere più una migliore amica con cui parlare. Qualcuno bussò freneticamente alla porta del bagno, facendomi sussultare.

«Muoviti!» la voce di Brianna giunse alle mie orecchie. Alzai gli occhi al cielo, infastidita dalla sua voce. Misi un po' a posto ed uscii dal bagno, ritrovandomi davanti alla rossa. Dedussi che sarebbe venuta alla festa, poiché indossava un vestito smanicato, forse un po' troppo corto. Il vestito, però, fasciava perfettamente le sue forme.         

«Non puoi stare sempre un'ora in bagno» disse incrociando le braccia al petto.       
«Non sapevo nemmeno che fossi qui» feci spallucce. La rossa non c'era quasi mai, il che in realtà era praticamente une benedizione, visto che non la sopportavo. 
«Spostati – mi spinse appena, in modo tale da entrare nel piccolo bagno – devo prepararmi per la festa» aggiunse, confermando la mia teoria. Brianna andava sempre alle feste e le piaceva divertirsi, eppure una piccola parte di me sperava che quella sera rimanesse nel dormitorio. Non volevo averla intorno. Tantomeno intorno a Liam. L'ultima volta erano spariti per ore, a fare Dio solo sa cosa. Rabbrividii al pensiero. Prima che potessi dire qualcosa, Brianna sbatté con forza la porta, chiudendomela in faccia. Aprii l'armadio, indecisa su cosa indossare, mentre telefonai a mia madre. Incastrai il telefono tra la spalla e l'orecchio, in modo tale da avere entrambe le mani libere. Mamma mi rispose subito, con la voce piena di gioia.     
«Ciao, tesoro»    
«Ciao, come stai?» chiesi subito. Afferrai un paio di jeans a zampa di elefante, ma li scartai immediatamente. Volevo essere carina, e vestirmi come se stessi andando a lezione invece che ad una festa, non mi avrebbe di certo aiutata.    
«Bene, mi sento un po' sola ma a parte questo sto bene. Tu piuttosto come stai? Com'è andata questa prima settimana di lezioni?» mi domandò con fare apprensivo. Me la immaginai stesa sul divano, con una tazza di tè bollente tra le mani. Quella casa era troppo grande per una persona sola, perciò non biasimavo il suo stato d'animo. Più volte io e Liam avevamo parlato con lei, cercando di convincerla a frequentare qualcuno, ma mia madre non ne voleva sapere.      
«Tutto regolare. Sai, stasera vado ad una festa» ammisi, continuando a frugare nell'armadio. Non c'era assolutamente niente che mi convincesse, lì dentro.     
«Sono contenta, però fai attenzione. Liam si sta comportando bene, spero» sospirò. Ridacchiai appena.   
«Sì, mamma. Penso che abbia iniziato a capire che non sono più una bambina». Presi un vestito in denim a maniche corte, con una scia di bottoni nella parte anteriore. "Facile da levare" pensai. Forse quello poteva andare bene.     

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