48 - Charlotte

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Charlotte

Era un venerdì come molti altri: avevo passato la mattina a frequentare i corsi ed ora me ne stavo seduta sul divano, intenta a ripassare i miei appunti di Diritto Penale. Inutile dire che la sera prima non mi ero presentata alla festa per il Compleanno di Cody. Certo, mi sentivo in colpa visto e considerato che Cody non mi aveva mai fatto niente di male, anzi, durante la mia permanenza alla Casa degli Atleti eravamo sempre andati d'amore e d'accordo. Tuttavia, non mi era sembrato il caso di andare alla festa, così, a malincuore, decisi di rimanere a casa. Michelle aveva continuato a farmi una ramanzina per un'ora intera, ma avevo finto di non sentirla per gran parte del tempo.

Ero venuta a sapere che quella sera si sarebbe tenuta un'altra festa alla casa dei ragazzi, perché da quando Tyler e mio fratello erano rientrati in Squadra, le cose stavano andando bene e stavano risalendo la classifica del Campionato. Anche se, a dirla tutta, ogni scusa era buona per festeggiare qualcosa in quella casa.

Ripensando a Liam, lo stomaco mi si chiuse in una morsa. Erano passati mesi da quella cena del Ringraziamento, e lui non si era mai fatto vivo. Mi mancava mio fratello? Assolutamente sì. Ma non gli avrei più fatto da zerbino. Era grande e vaccinato, per una volta avrebbe potuto essere lui a mettere l'orgoglio da parte.

Solo in quel momento mi resi conto che aveva finalmente smesso di piovere, e che le stelle erano tornate ad essere di nuovo visibili nel cielo scuro.

Per un momento, mi ricordai delle estati passate al campeggio estivo con Liam e Tyler. Di notte, quando tutti gli altri bambini dormivano beati sotto le coperte, noi eravamo soliti sgattaiolare fuori dal bungalow. Dopodiché, ci stendevamo sull'erba umida e passavamo ore intere a guardare il cielo stellato, mentre ci raccontavamo storie di ogni genere. Solo quando il sole iniziava a tingere il cielo con i colori dell'alba, noi tornavamo nei nostri bungalow e dormivamo quanto bastava per resistere fino al riposino del dopo pranzo. Sorrisi al ricordo.

Perché il cielo continuava ad essere costernato di stelle, ma noi non eravamo più i bambini di una volta. Allora, mio padre era ancora vivo ed io e mio fratello non avevamo la più pallida idea di cosa fosse il dolore del lutto. Allora, non c'era spazio per i problemi e per i litigi: si risolveva tutto con una stretta di mano e si tornava a giocare insieme. Allora, la vita era molto più semplice. Avevo imparato a mie spese che il mondo degli adulti non mi piaceva proprio per niente; era fin troppo cupo e complicato per i miei gusti.

«Che stai facendo?» sussultai all'udire la voce di Michelle, che mi aveva colta di sorpresa.

«Scusa, non volevo spaventarti» aggiunse la ragazza, mentre prendeva posto accanto a me sul divano.

«Stavo ripassando un po'» mentii. Beh, non mentii del tutto, solo in parte. Insomma, stavo ripassando per la prova d'esame della Millington, solo che poi mi ero persa nei miei pensieri.

«Sono sicura che anche a questo giro ci andrà bene» mi sorrise, mostrandomi i denti bianchi. In quel momento pensai che la bellezza di Michelle fosse disarmante. Mi chiedevo spesso come fosse possibile che non avesse una fila di ragazzi dietro, visto il suo aspetto fisico.

«Comunque – incalzò, catturando nuovamente la mia attenzione – ho saputo che Liam ti sta cercando». Il mio cuore perse un battito ed immediatamente i miei occhi, che fino a pochi istanti prima erano puntati sulla moquette color panna, tornarono sul suo viso armonioso.

«Cosa... cos'hai detto?». Ero certa di aver sentito bene, anche se la cosa mi era parsa alquanto irreale. Così, decisi di chiedere conferma alla ragazza.

«Hai sentito bene – annuì, facendo scuotere i lunghi capelli scuri – tuo fratello ti sta cercando» si ripeté.

«E a te chi l'ha detto?» domandai incredula. Liam si era davvero deciso ad avere un confronto? E se tutto ciò era vero, perché mai mio fratello non era venuto a cercarmi personalmente?

THE LOVE LIST - Come farlo innamorare in 10 semplici passiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora