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“You can't kill a pogue”

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“You can't kill a pogue”

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Avete mai perso qualcuno?

Se non lo avete fatto, vi siete mai chiesti cosa si prova?

La morte è da mettere in conto, prima o poi arriva, nella vita di tutti. Tutti moriranno, e con tutti, intendo proprio tutti.

Tua madre, tuo fratello, tua sorella, tuo padre, tutti i tuoi amici... Anche i tuoi nemici, se questo può consolare.

Ma quando accade, tutto cambia.

Niente è come prima, dei vuoti iniziano a formarsi nella vita di tutti i giorni, il concetto di normalità a cui si era abituati viene stravolto completamente.

Anche se infondo, la nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto, anche dopo questi episodi; è la stessa di prima, c'è una continuità che non si spezza, neanche dopo la perdita di qualcuno.

Perché qualcuno dovrebbe essere tirato fuori dai nostri pensieri, dalla nostra mente, solo perché fuori dalla nostra vista?

Si dice che le persone scomparse continuino a vivere nei ricordi e nei pensieri dei loro cari, per sempre. Perché quando non puoi più tenere per mano qualcuno decidi di tenerlo nel cuore, ma sai anche che non sarà più la stessa cosa.

Non avevo mai perso nessuno, non sapevo nemmeno cosa significasse subire la morte di qualcuno, ma anche il mio turno arrivò. E persi i miei migliori amici, all'età di soli sedici anni.

Sarah Cameron e John B Routledge.

Niente sarebbe stato più lo stesso, per me, per JJ, per Kie e Pope, per la città di Kildare che ancora si domandava cosa ci fosse dietro tutto questo, ignara della verità.

Tenevo gli auricolari con la musica al massimo nelle mie orecchie, ero seduta sul mio letto intenta a sistemare alcune vecchie fotografie da attaccare nella mia stanza. Cercavo di non pensarci, di far finta che nulla fosse successo, avevo davanti un intero nuovo anno di scuola ed avrei dovuto impegnarmi al massimo nello studio.

Ma sarebbe stato impossibile.

La luce che entrava dalla finestra, dritta nella mia camera d'un tratto venne oscurata dall'ombra di qualcuno. Questo attirò la mia attenzione, spostai lo sguardo sulla finestra e sobbalzai trovando un ragazzo dai folti capelli biondi guardarmi, in attesa che io gli andassi ad aprire.

Spalancai gli occhi, tolsi le cuffie ed andai verso la finestra. Lasciai entrare il biondo «Che ci fai qui? Sono le tre del pomeriggio, i miei potrebbero vederti!» dissi quasi riproverandolo.

«Andiamo, so che i tuoi sono a lavoro» rispose entrando tranquillamente, notai la maglia che aveva indosso, una polo nera con sopra il logo del country club e lo guardai confusa.

𝙒𝘼𝙑𝙀𝙎 - 𝘑𝘑 𝘔𝘢𝘺𝘣𝘢𝘯𝘬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora