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"If you want to risk

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"If you want to risk... I'm here"
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-Kate's pov-

«Grazie di essere qui Kate, e di aver indossato la nostra uniforme» disse la donna dalla carnagione scura e i capelli legati in una coda di cavallo, che sedeva dietro la scrivania di quello che era il suo ufficio.

«Non ho avuto altra scelta...» mormorai tra me e me, ma in modo che anche lei mi sentisse.

«Vedi, ho una buona notizia: abbiamo un nome per il tuo disturbo.»

Quindi soffrivo addirittura di un disturbo psicologico che nessuno dei miei amici o dei miei familiari aveva mai notato. Da questo potrete infatti capire l'attendibilità della sua diagnosi.

«E sarebbe?» alzai un sopracciglio.

«D.O.P. - disturbo oppositivo provocatorio.» rispose.

«E significa?» continuai.

«Una costante opposizione all'autorità.»

Un nome palesemente inventato, ero più che certa che non esistesse un disturbo di quel tipo. Era una cosa ridicola, proprio come quel posto; non avevo mai visto tante strutture così colorate in vita mia, anche le pareti di quell'ufficio si tingevano di un verde così acceso da fare venire il vomito.

Ma si capiva che fosse un ambiente professionale anche solo dal modo in cui parlava la donna.

«Ora per fortuna, la tua è una condizione facilmente curabile con dei farmaci.» disse ed i miei occhi scattarono su di lei.

«Farmaci? Non prenderò dei farmaci.» risposi immediatamente.

«Vedi, come ho detto: una costante opposizione all'autorità» continuò e sbuffai rumorosamente.

Iniziai a sentire molto caldo, l'aria chiusa in quella stanza mi fece venire il mal di testa e la conversazione con quella donna non poteva andare avanti. Avevano intenzione di farmi uscire da quel posto come una ragazza dipendente da dei psicofarmaci.

Non potevo restare lì.

«Noi possiamo aiutarti, ma tu devi collaborare» disse ancora.

«Ma certo - La assecondai, avendo già trovato un possibile piano per uscire da quella situazione - Prima però potrei usare il bagno? È stato un viaggio lungo...» cercai di essere il più convincente possibile.

«Certamente, è lì» indicò una delle porte dietro le mie spalle. Tirai su un sorriso e mi alzai dalla sedia, camminai lentamente verso il bagno e chiusi la porta dietro le mie spalle una volta entrata. Dopo essermi assicurata di averla chiusa per bene, individuai subito la finestra proprio sopra il lavandino; mi arrampicai su di esso ed imprecai non appena notai la chiusura basculante della finestra.

𝙒𝘼𝙑𝙀𝙎 - 𝘑𝘑 𝘔𝘢𝘺𝘣𝘢𝘯𝘬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora