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“Show me what you can do”~~~~~~~~~~~𓆉︎~~~~~~~~~~~

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“Show me what you can do”
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«Quindi ora che si fa?» domandò guardandomi.

Mi alzai in piedi e le porsi entrambe le  mani per aiutarla ad alzarsi.

«Aspettiamo.» Risposi afferrando il mio zaino da terra e mettendolo in spalla, la superai salendo sulla piccola scalinata di legno dove eravamo seduti pochi attimi prima, la incitai a seguirmi ed entrammo in casa passando per la veranda.

Lasciai lo zaino su uno dei divani insieme alla giacca che indossavo, percorsi il piccolo salone continuando diretto verso il frigorifero della cucina.

Prima di aprirlo mi allungai verso il lavandino, feci scorrere l'acqua e mi sciacquai le mani per poi passarle sul mio collo, in modo da eliminare le macchie di fango che avevo sulla pelle ormai da tutta la giornata.

Tornai al frigorifero e, una volta aperto, infilai la testa in esso frugando tra gli avanzi che John B aveva lasciato lì dentro.

«Ma nel frattempo – Parlai chinato verso il basso  –  Dovrai raccontarmi che cosa è successo con i tuoi genitori.»

Trovai una lattina di birra, forse l'ultima cosa ancora commestibile in quel frigo, la afferrai e tornai a guardare la ragazza che si trovava dall'altra parte della stanza.

La luce che emanavano i lampadari appesi al soffitto era debole, molto probabilmente quelle lampadine stavano per consumarsi del tutto, ma creavano una strana atmosfera in quella casa, che mi aveva sempre rilassato e messo a mio agio.

Guardai la ragazza poggiata su una spalla alla parete di legno alla sua sinistra, le braccia incrociate sotto il suo seno e i capelli lunghi che le ricadevano sul petto coperto dal tessuto della larga felpa che indossava.

Non ricambiò il mio sguardo, teneva la testa bassa e la sentii sbuffare «Sono di nuovo andati nel panico per la storia dell'alligatore, ma stavolta è stato peggio...»

«Sei in punizione?» provai con tono ironico, camminai lentamente per il piccolo salone in cui ci trovavamo, aprii la lattina di birra che tenevo in mano e ne presi un sorso.

Sorrise amareggiata guardando il pavimento, ma era seria, spaventosamente seria.

«Hanno intenzione di mandare me e Kie in collegio, almeno che non decidiamo di rispettare le loro condizioni.» un respiro tremolante lasciò le sue labbra e ancora non alzò lo sguardo.

Aggrottai la fronte perplesso «Condizioni? Quali condizioni?» domandai.

Finalmente alzò la testa guardandomi dritto negli occhi «Niente più caccie al tesoro, niente più Pogues» un sottile strato di lacrime velò le sue iridi scure.

La mia espressione cambiò di colpo «Sarebbero capaci di farlo veramente?» chiesi con tono preoccupato.

«Non lo so, ma non mi fido più di loro ormai» rispose, percepivo anche da lontano quanto stesse male per questo.

𝙒𝘼𝙑𝙀𝙎 - 𝘑𝘑 𝘔𝘢𝘺𝘣𝘢𝘯𝘬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora