“It wasn't in my plans”
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Come se fosse una novità per me, quella notte piansi tutto il tempo.Il motivo era evidente ma facevo fatica ad accettarlo: provavo dei forti sentimenti per un ragazzo ma non ero in grado di dimostrarlo, e anzi, più andava avanti il nostro rapporto più in qualche modo riuscivo a renderlo complicato.
Non volevo che andasse in questo modo. Non avrei mai voluto perdere la testa per qualcuno come lui.
Non era nei miei piani.
Tendevo a pianificare un po' troppo la mia vita, stavo cercando di smettere di farlo in realtà, ma mai mi sarei aspettata di finire in una situazione del genere con un ragazzo del genere.
Quel biondino dagli occhioni azzurri, così estroverso quanto irascibile, mi aveva fatto perdere la testa in così poco tempo che ancora non avevo il coraggio di ammettere che in fin dei conti ero a dir poco stracotta di lui.
Ma come una stupida avevo lasciato che la mia bocca parlasse troppo, o meglio, che la mia coscienza parlasse troppo. Odiavo la mia parte ragionevole, soprattutto quando prendeva il sopravvento, non avrei mai voluto che succedesse.
“il mio migliore amico...”
JJ non poteva esserlo.
Insomma, sì, lo era.
Ma non volevo che fosse solo quello.
Era complicato, mettiamola così.
Ma ormai era fatta, entrambi avevamo chiarito questo e non sapevo se le cose da quel momento in poi sarebbero cambiate tra noi due.
Ovviamente speravo di no, ma nulla poteva assicurarmelo.
Non avevo mai odiato così tanto andare a scuola prima di quell'anno, ma dovevo farlo, non avevo altra scelta.
Scesi dalla macchina di Kie, e seguii gli altri ragazzi nel cortile della scuola, non parlai con JJ quella mattina ma ebbe il coraggio di salutarmi con un bacio sulla guancia.
Cosa che io non avrei mai fatto se fossi stata in lui.
Entrammo nella classe di storia, probabilmente ero l'unica realmente preparata per il compito che ci sarebbe stato quella mattina, e come al solito avrei dovuto passare le risposte a quasi metà della classe.
«Signor Sunn, potrei parlare con Pope per un minuto?» un uomo dai lineamenti asiatici bussò alla porta quasi mezz'ora dopo l'inizio del compito, distraendo così tutti noi.
«Siamo nel bel mezzo di un compito adesso.»
«Sono della fondazione Vanderhorst.» alla risposta dell'uomo il professore sembrò cambiare idea all'istante.
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𝙒𝘼𝙑𝙀𝙎 - 𝘑𝘑 𝘔𝘢𝘺𝘣𝘢𝘯𝘬
FanfictionMi sentivo imprigionata in un castello di sabbia, non ero mai riuscita a costruire nulla di saldo nella mia vita; ma poi arrivò 𝘭𝘶𝘪, come un'onda anomala, in grado di distruggere le mura che mi circondavano. Con quel ragazzo scoprii che cosa sign...