“Welcome back home”
~~~~~~~~~~~𓆉︎~~~~~~~~~~~Pope guidò tutta la notte, cercammo di fare meno soste possibili, eravamo già in ritardo e piano piano le speranze di tornare a casa in tempo, prima che lo facessero i miei genitori, si allontanavano sempre più, ma me la sarei cavata anche quella volta; i miei avrebbero pensato che io fossi a scuola o che fossi uscita, perciò in qualche modo ne sarei uscita viva.
Ma era ancora presto per parlare.
Non mi accorsi nemmeno di essermi addormentata, e quando mi risvegliai notai che fosse ormai mattina.
Ero ancora in braccio a JJ, con le gambe posate sulle sue, la testa tra la sua spalla ed il suo collo, e una mano posata sul suo petto.
La sua guancia aderiva alla mia fronte, anche lui dormiva beatamente prima che io non lo svegliassi muovendomi leggermente.
Tirò su la testa e lo feci anche io subito dopo, sbattei più volte le palpebre, alzai lo sguardo verso il viso del biondo che mi sorrise all'istante «Buongiorno raggio di sole...» mormorò con voce lievemente rauca.
Cercai di restare seria e non risposi.
Mi sedetti composta sulle sue gambe e mi sistemai i capelli in una coda disordinata. Provai a non pensare all'imbarazzo di quella situazione.
Notai la ragazza riccia alla nostra sinistra che continuava a dormire con la testa posata sulla spalla di JJ, sul cruscotto erano sparse numerose lattine di Redbull, posate lì da Pope e JJ durante la notte, dopo averle finite per cercare rimanere svegli.
«Pope, quanto manca?» domandai ed in quel momento anche Kie si svegliò, decise di stiracchiarsi e nel farlo colpì, probabilmente di proposito, JJ in pieno viso. Il biondo si lamentò ma lei finse di non accorgersene: «Oh, scusami J» disse poi ed io risi leggermente.
«Siamo appena arrivati a Charleston. Kie prendi l'indirizzo» disse il ragazzo alla guida.
Dopo aver girato ancora per un po' tra i vicoli di quella città ci fermammo davanti un'enorme costruzione che io e JJ guardammo con gli occhi fuori dalle orbite per la sua grandezza.
«Porca troia»
«È gente importante, hanno circa tre governatori in famiglia e gestiscono Charleston da circa trecento anni.» spiegò Kie.
«In confronto i nostri Kook sembrano dei Pogue...»
«Non ti considererò mai più una Kook» mi disse JJ posando il mento sulla mia spalla e continuando a guardare fuori dal finestrino.
Pope accostò il furgone proprio davanti la grande casa «Sicuro che sia questo il posto Pope?» domandai.
«Abbastanza.»
Aprii la portiera dell'auto e scesi dalle gambe di JJ aspettando che tutti gli altri mi raggiungessero.
«27 King Street»
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𝙒𝘼𝙑𝙀𝙎 - 𝘑𝘑 𝘔𝘢𝘺𝘣𝘢𝘯𝘬
FanfictionMi sentivo imprigionata in un castello di sabbia, non ero mai riuscita a costruire nulla di saldo nella mia vita; ma poi arrivò 𝘭𝘶𝘪, come un'onda anomala, in grado di distruggere le mura che mi circondavano. Con quel ragazzo scoprii che cosa sign...