“It's time to talk about it”
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«Ma questa è casa tua.» notò Kie una volta essere arrivati.«Cosa? Devo ricordati che i tuoi genitori ci odiano?!»
«Pope non respira! Mia madre è un infermiera, può aiutarci.» dissi al biondo alzando un po' troppo il tono della voce.
«A questo punto lo portavamo in ospedale!»
«JJ muoviti!» sbraitammo io e Kiara iniziando a scendere dall'auto.
Prendemmo Pope trascinandolo verso il portico di casa mia, una volta averlo superato ed essere arrivati davanti la porta, cominciai a suonare il campanello insistentemente.
I miei genitori dovevano essere in casa, avevano entrambi il giorno libero e avrebbero dovuto aiutarci a qualsiasi costo.
Poco dopo mio padre aprì la porta. Stava per urlarci contro ma si fermò nel momento in cui vide il ragazzo quasi privo di sensi con le braccia posate sulle spalle di John B e JJ.
Poi il suo sguardo finì oltre le nostre figure e si posò probabilmente sul suo pickup: «Quella è la mia macchina?»
Non dissi nulla, mi feci spazio ed entrai in casa, seguita dalle ragazze e i ragazzi.
«Mamma!» urlai cercandola per la casa, sbucò subito da dietro l'isola della cucina e mi guardò confusa.
«Cosa- Katie, che ci fate qui?» lasciò un veloce sguardo ai ragazzi.
«Devi aiutarci. Pope è allergico alle vespe- lo hanno punto- non respira!» dissi in preda al panico, più il tempo passava più le condizioni del moro peggioravano.
Sgranò gli occhi notando il ragazzo con il viso gonfio «Svelti, fatelo stendere sul bancone!» ordinò ai due ragazzi che immediatamente aiutarono Pope a stendersi sull'isola della cucina.
Corse in bagno e tutti noi ci posizionammo intorno al ragazzo.
«Che diavolo è successo?» chiese mio padre.
«È stato punto da un intero sciame di vespe» risposi agitata.
Mia madre tornò in cucina con la cassetta di pronto soccorso, si tirò su le maniche della camicia e frugò all'interno di essa «Da quant'è in questo stato?» domandò.
«Non lo so»
«Circa quindici minuti» le rispose Sarah.
«Quindici minuti – Ripeté la donna ragionando – Va bene Pope, cerca di rimanere sveglio e di fare entrare più aria possibile nei polmoni.» cercò di parlare con il ragazzo mentre iniziò a tirare fuori una fialetta di un farmaco.
«Odio gli aghi.» mormorò JJ portando una mano sugli occhi non appena mia madre infilò l'ago di una grande siringa nella fiala per estrarne il liquido trasparente che era all'interno.
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𝙒𝘼𝙑𝙀𝙎 - 𝘑𝘑 𝘔𝘢𝘺𝘣𝘢𝘯𝘬
FanfictionMi sentivo imprigionata in un castello di sabbia, non ero mai riuscita a costruire nulla di saldo nella mia vita; ma poi arrivò 𝘭𝘶𝘪, come un'onda anomala, in grado di distruggere le mura che mi circondavano. Con quel ragazzo scoprii che cosa sign...