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“Don't pull the rope too much

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Don't pull the rope too much...”
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«Lo ha quasi ucciso!»

«Mamma, succede ogni giorno tra i ragazzi.»

«E tu non frequenterai più quei ragazzi.»

«Papà, tu eri uno di loro. Mi hai raccontato di aver partecipato a delle risse molto peggio di quella di ieri sera.»

«Che cosa gli hai raccontato?!» mia madre guardò suo marito con fare sconcertato.

«Nancy non è questo il punto. Ti rendi conto di cosa sarebbe potuto succedere?» tornò a rivolgersi a me.

«Avrebbe potuto rovinare il sorriso al povero Topper – Feci un labbruccio fingendomi dispiaciuta – Ma sinceramente se lo meritava, è stato lui a provocarlo.»

«Noi non giustifichiamo la violenza per nessun motivo al mondo.» continuò mia madre.

«È un buon motto di vita, ma non funziona più di questi tempi...» commentai sedendomi su uno degli sgabelli intorno all'isola della cucina.

Per farmi iniziare la giornata nel migliore dei modi, i miei genitori avevano deciso di mettersi a discutere com me per quanto riguardava gli eventi accaduti la sera precedente alla festa di Mike e Anna.

Ve la racconterò in breve: Sarah decise di confessare a John B di aver baciato Topper, ed io non riuscii ad aiutarla dato che ero già abbastanza scossa per la litigata con JJ. Poi Topper fece incazzare John B, provocandolo, ed il tutto finì in una specie di rissa.

Anche se quel fesso di Topper riuscì solo a prenderle...

Il problema però fu che tutto ciò accadde davanti a tutti gli ospiti, ovvero tutta Kildare, e solo questo fatto avrebbe incitato la famiglia di Thorton a denunciare l'accaduto.

Questo significava ancora più guai per John B.

Non sapevo la gravità della situazione in cui suo padre si trovasse realmente, ma partire per il Sud America, quella stessa sera, sarebbe stato molto difficile. C'era anche da dire che John non meritava di soffrire ulteriormente, soprattutto per colpa di Sarah, e passare ulteriori guai non l'avrebbe affatto aiutato.

Vi starete chiedendo per quale motivo in quel momento i miei genitori se la stessero prendendo con me...

La risposta era sempre la stessa: colpa dei Pogues, colpa mia.

Capite la loro logica?

«Dimentica quei ragazzi, Kate. Dimentica Routledge, dimentica Maybank, perché non li rivedrai più.» disse fermamente mio padre.

“Non c'è pericolo che io li riveda...” pensai abbassando lo sguardo.

Ma puntualmente qualcuno suonò al campanello della porta di ingresso.

𝙒𝘼𝙑𝙀𝙎 - 𝘑𝘑 𝘔𝘢𝘺𝘣𝘢𝘯𝘬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora