“A bit of normality...”
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«E adesso? Tu esattamente cosa ti aspetti da lui?» domandò la bionda seduta sul pavimento della mia stanza.«Niente. Non posso aspettarmi nulla...» risposi continuando a guardare un punto fisso avanti a me.
«Non vorresti nemmeno che tutto tornasse come prima?»
Spostai lo sguardo su di lei «È ovvio che lo vorrei Sarah, ma nello stesso tempo vorrei che non fosse mai successo nulla tra noi due» ammisi.
Avete presente quella sensazione di quando si ha la voglia di cancellare i ricordi con una persona per il dolore che causano al solo pensiero?
Quando nello stesso tempo però si sente il bisogno di rimettere a posto le cose, ma si ha la sensazione di avere le mani legate e non si può fare a meno di avere dei rimpianti...
Beh, era questo ciò che stavo provando.
Era tutta la mattina che sul mio viso continuava ad esserci un'espressione impassibile, che usavo per provare a nascondere il mio fottuto bisogno di scoppiare in un pianto disperato.
Ero con Sarah, che a sua volta aveva avuto una discussione con il suo ragazzo. Eravamo nella mia camera, io sul mio letto, lei a terra di fronte a me, mentre entrambe riflettevamo su quanto quella mattinata fosse stata stressante per entrambe.
Non potevamo parlarne con nessuno; io non potevo di certo contare sui miei genitori che stavano ancora prendendo in considerazione l'idea di mandarmi a studiare in qualche collegio a Kitty Hawk. Continuavo a trovare cartoline e biglietti da visita sparsi per tutta la casa, numeri di telefono scritti su milioni di post-it attaccati al frigorifero, ma il loro strano comportamento nei miei confronti mi fece capire tutto sin da subito.
Quello era un altro dei miei problemi, ma andiamo per ordine;
Avevo un miliardo di pensieri della testa e stavo provando troppe emozioni contrastanti.
Pensavo a JJ e non riuscivo ad odiarlo, sentivo di volerlo fare, ma nello stesso tempo davo la colpa a me stessa e mi sentivo a pezzi.
Sarah continuò a parlare, ma persa nei miei pensieri non ascoltai nemmeno una singola parola di ciò che disse.
«Terra chiama Katie? Hey, ci sei?» domandò sventolando la sua mano davanti i miei occhi.
Immediatamente scossi la testa cercando di tornare con i piedi per terra. In quel momento ci guardammo e per un attimo non sentii nulla, assolutamente niente, come se la mia mente avesse deciso di lasciare il mio corpo, ed il mio cuore avesse smesso di battere.
Stavo avendo una strana reazione...
«Tu credi che io sia abbastanza?» chiesi, dando voce alla domanda che circolava nella mia mente ormai da giorni interi.
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𝙒𝘼𝙑𝙀𝙎 - 𝘑𝘑 𝘔𝘢𝘺𝘣𝘢𝘯𝘬
FanfictionMi sentivo imprigionata in un castello di sabbia, non ero mai riuscita a costruire nulla di saldo nella mia vita; ma poi arrivò 𝘭𝘶𝘪, come un'onda anomala, in grado di distruggere le mura che mi circondavano. Con quel ragazzo scoprii che cosa sign...