Come annunciato da Silvia, la bibliotecaria Letizia si rivelò una donna gentile e, per di più, assai preparata e competente. Era una minuscola mora che aveva da poco passato i quaranta, spigliata, energica e dal bel sorriso. Era lieta di conoscere la nipote di Giovanni, un uomo che aveva imparato a considerare un amico e semplicemente estasiata all'idea di avere una famosa scrittrice ospite della sua biblioteca.
La ragazza certo non si era illusa di poter nascondere la propria identità a una donna che non solo aveva conosciuto suo zio, ma che trascorreva la propria esistenza tra i libri. Letizia però si affrettò a rassicurarla del fatto che, proprio come Silvia, avrebbe mantenuto il più assoluto riserbo sulla cosa con i concittadini fin quando lei lo avesse ritenuto opportuno.
Anita aveva risposto pazientemente alle domande della donna fino al momento dell'apertura, quando Letizia si era congedata da lei per assolvere ai propri doveri.
La giovane aveva trascorso le successive tre ore persa tra gli scaffali.
Il tempio del sapere, affidato alla custodia di Letizia, era un luogo lindo, accogliente, ordinato e straordinariamente ben fornito. Una notevole collezione di narrativa al piano terra, ben visibile già dall'ingresso, alla quale si affiancavano, al piano superiore, la sezione dedicata alla saggistica e una sala di libri per l'infanzia e l'adolescenza. Non c'era una vera e propria sala studio, ma numerosi tavoli e alcune confortevoli poltrone disposte tra gli scaffali assicuravano un tranquillo e sicuro rifugio agli studiosi. Un luogo ideale per scrivere. Anita fu subito certa che sarebbe spesso tornata a lavorare in quel luogo.
Uscì dalla biblioteca verso l'ora di pranzo, appesantita da un gradito carico: tre nuovi romanzi con cui allietare le serate e un paio di libri di storia locale, per imparare a conoscere meglio i dintorni.
Udì il rintocco delle campane in lontananza scandire l'una del pomeriggio. Decise di rientrare, rimandando a un altro giorno la visita ai luoghi simbolo del paese. Si limitò a una breve tappa al minimarket, dove acquistò il necessario per provvedere al pranzo e alla cena. Il giorno successivo avrebbe fatto una spesa come si deve.
Appesantita dai libri e dal cibo, percorse a ritroso il tragitto verso casa con lentezza. Per le strade del paese, affollate nonostante la calura, incrociò molte persone. Tante la guardarono con curiosità, più di quante non si sarebbe aspettata le rivolsero cortesi cenni di saluto, un paio addirittura la fermarono per stringerle la mano e presentarsi e una, la parrucchiera che gestiva il salone su Via del Borgo, le espresse con grande cortesia il dispiacere per la morte di suo zio. A quanto sembrava, Silvia aveva ragione: il paese era davvero piccolo e le notizie volavano.
La quiete e il silenzio di Via dei Lamponi fu un deciso cambiamento rispetto alla sorprendente vivacità che sembrava animare Altariva in estate, un cambiamento non sgradito. In mezzo alla natura, Anita se ne era resa conto già da bambina, non si è mai in silenzio. Il mondo non è mai in silenzio. Dalla città alla campagna, tutto ciò che cambia è il tipo di suoni che fanno da contraltare alla giornata. In paese le voci della gente, le risate, le note delle canzoni provenienti dalle radio e che arrivano dalle finestre lasciate aperte; tra gli alberi il lieve fruscìo delle foglie se, come in quel momento, venivano scosse dalla brezza, il frinire delle cicale in estate, il cinguettio degli uccelli e il ronzio degli insetti.
Piacevole.
Anita percorse con cautela la via, immersa nella gradevole ombra degli alberi che la circondavano. La discesa, lo aveva imparato da piccola a proprie spese, può essere assai più infida della salita.
Si fermò alcuni metri prima del cancello per recuperare le chiavi che, come al solito, erano andate a seppellirsi sul fondo della borsa. Mosse alcuni passi e, d'un tratto, si bloccò di nuovo. Davanti al cancello di casa sua c'era qualcuno ad attenderla. Un giovane uomo, all'apparenza non molto più grande lei. Venticinque anni o poco più, piuttosto alto, capelli neri e folti, ondulati, non troppo lunghi. Indossava una maglietta a maniche corte verde scuro e un paio di pantaloni color terra. Era abbronzato e aveva il fisico asciutto del camminatore.
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Sotto allo sguardo indifferente degli alberi
Mystery / ThrillerAltariva è un piccolo borgo immerso tra le dolci colline emiliane, un paese ricco di storia in cui tutti si conoscono tra loro. Anche in un luogo del genere, però, le cose brutte accadono, persino in un posto come questo una donna può sparire nel nu...