Leonardo aveva trascorso l'ultima mezz'ora a rigirarsi tra le mani la lettura di Maria. Sembrava incapace di smettere, quasi non riuscisse a capacitarsi che quel fragile foglio di carta, quella testimonianza a lungo cercata, fosse reale.
«Non posso crederci, Maria era incinta» mormorò per l'ennesima volta.
Anita alzò gli occhi al cielo.
Uscita dalla biblioteca si era precipitata subito a casa sua. Alice non c'era, per fortuna. Non aveva idea di quanto Leonardo le avesse raccontato sulla vicenda, ma visti i recenti sviluppi era certa che meno ne avesse saputo meglio sarebbe stato per lei. L'ultima cosa di cui avevano bisogno era mettere in pericolo un'altra persona. E poi Alice sembrava nutrire una profonda stima nei confronti della famiglia Bianchi, probabilmente lei per prima non avrebbe mai voluto avere a che fare con qualcosa che poteva rischiare di gettare fango sul loro buon nome.
In quel momento però iniziava quasi a sentire la mancanza di Alice. Forse lei sarebbe riuscita a scuotere il proprio ragazzo da quello stato di allibito stupore in cui la lettera di Maria lo aveva sprofondato. Iniziava a esasperarla.
«Lo so, è una notizia sconvolgente, ma penso sarebbe meglio focalizzarci su un altro dettaglio.» lo apostrofò «Qualcuno le aveva promesso di aiutarla a fuggire dal paese, lo ha scritto a Giulia. Potrebbe trattarsi della stessa persona che l'ha uccisa. Potrebbe averle teso una trappola, averle dato appuntamento nel bosco e averla fatta sparire.»
Finalmente le sue parole parvero far breccia nella mente del giovane, e Leonardo distolse l'attenzione dalla lettera per concentrarla su di lei.
«Ma chi può essere stato? Mi hai detto che Giulia e Margherita sospettano del mio bisnonno, ma sinceramente dubito che Maria, tra tutte le persone, avrebbe cercato l'aiuto di Luigi Bianchi. L'unico di cui avrebbe potuto fidarsi sarebbe stato mio nonno.»
«Ma Maria ha scritto chiaramente che aveva intenzione di crescere il suo bambino da sola» obiettò la ragazza «a Giulia raccontava tutto, se l'uomo che amava le avesse proposto di fuggire con lei, di certo glielo avrebbe detto.»
Il ragazzo non riuscì a trovare argomentazioni per contraddirla. Maria e suo nonno si amavano, questo ormai gli risultava chiaro. O, per lo meno, lei di sicuro lo aveva amato molto. Che motivo avrebbe avuto di mentire su una eventuale fuga d'amore con la propria migliore amica, che tra l'altro sapeva tutto quel sentimento profondo, autentico eppure impossibile che la legava all'erede della Rocca? Nessuno, assolutamente nessuno. E allora a tenderle una mano nel momento del bisogno, a offrirle una scappatoia dalla vita di dolore che la attendeva ad Altariva doveva essere stato qualcun altro. Poteva davvero trattarsi di Luigi Bianchi?
I due rifletterono un momento in silenzio. A un certo punto Anita si ricordò di una cosa:
«La lettera, quella che tuo nonno ha scritto a Maria... io non l'ho mai vista, potrei darle un'occhiata?»
Leonardo si strinse nelle spalle.
«Certamente. L'ho rimessa dove l'ho trovata, tra le pagine di quel libro sulla mensola di fianco a te.»
Anita si girò e prese il libro, una vecchia edizione di "Leggende e misteri di Altariva e dei suoi boschi" con la copertina rivestita di carta da pacchi marrone. Un curioso nascondiglio per quella lettera, eppure terribilmente appropriato. Non era stata proprio quella lettera a spalancare le porte sul mistero più grande del paese? Chiunque ve l'avesse nascosta in origine, doveva avere un curioso senso dell'umorismo.
Non si aspettava di ricavare nulla di nuovo da quella missiva, certo, era solo curiosa di vederla. Scorse rapida le parole sbiadite dal tempo. Nella cura con cui la carta ingiallita e strappata era stata restaurata riconobbe invece immediatamente, inconfondibile, il tocco di suo zio.
Nulla di nuovo, proprio come aveva immaginato, solo le promesse d'amore di uno sciocco ragazzo già impegnato. Una sciocchezza, un'inezia, ma che aveva spinto Leonardo, suo zio e lei stessa ad andare a caccia di fantasmi vecchi di decenni.
Stava per rimetterla a posto quando si accorse che qualcosa sporgeva appena dal rivestimento di carta da pacchi che avvolgeva la copertina. Lo esaminò meglio e vide che si trattava di un angolino di carta più chiara. Senza pensarci due volte strappò il rivestimento dal libro. Un bigliettino ingiallito dal tempo scivolò per terra. Si chinò a raccoglierlo. Leonardo le si avvicinò immediatamente.
«Che cos'è?» domandò curioso.
Rapidamente Anita lesse il biglietto. Sgranò gli occhi. Lo porse subito al giovane senza dire una parola.
"Troviamoci domani sera alle otto accanto al Ponte dei Sospiri. G. B."
«A quanto pare mi sono sbagliata» commentò Anita «per quanto assurdo possa essere, pare proprio che sia stato tuo nonno a dare appuntamento a Maria, anche se visto che non c'è la data non possiamo essere certi che l'incontro fosse proprio per la sera in cui è scomparsa...»
Leonardo rimase in silenzio. Osservò il biglietto per attimo, poi prese la lettera che lei aveva riposto nel libro e confrontò i due scritti.
«Non l'ha scritto mio nonno» dichiarò infine «questa non può essere la sua scrittura.»
Anita diede un'occhiata. In effetti le calligrafie erano molto diverse tra loro.
«Ma se non l'ha scritto tuo nonno, chi può essere stato? Quante altre persone potevano esserci con le stesse iniziali?»
Leonardo si batté una mano sulla fronte.
«Giacomo Bianchi!» esclamò.
Anita sbatté le palpebre, fissandolo perplessa.
«Un altro Bianchi?» domandò sbalordita «Ma quanti ce ne sono?»
Possibile che nuovi Bianchi spuntassero in quella storia come funghi nel bosco dopo un giorno di pioggia?
«Giacomo era... è il fratello minore di mio nonno» mormorò lui, fissando il biglietto come in trance.
«È vivo?» chiese ancora Anita concentrata, come sempre, sulle questioni pratiche. Era una scoperta importante, o per lo meno avrebbe potuto esserlo. Se era vivo e aveva conosciuto Maria allora avrebbe potuto aiutarli a colmare le lacune presenti nella sua storia.
Leonardo annuì.
«Vive qui in paese?»
Scosse il capo.
«Si è trasferito a Borgata, sul colle vicino, un bel po' di anni fa. Tra lui e il resto della famiglia non c'è un gran bel rapporto. Diciamo che è quel parente che non viene mai invitato ai pranzi di Natale...»
Quello poteva essere un problema. Per fortuna nemmeno Leonardo era particolarmente benvisto dal resto della famiglia. Avrebbe potuto giocare a loro vantaggio.
«Con te ci parla?» gli domandò subito.
«Per parlarmi mi parla» ammise Leonardo «forse sono il solo a cui parla ancora. Però non è che ci sia mai stato questo gran rapporto tra me e lui.»
«Rapporto o non rapporto dobbiamo scambiarci quattro chiacchiere. Chiamalo immediatamente» intimò perentoria Anita.
Il ragazzo non se la sentì di contraddirla. Riesumò il numero dal fondo della rubrica in cui era sepolto e chiamò il vecchio prozio, annunciando la loro visita imminente.
STAI LEGGENDO
Sotto allo sguardo indifferente degli alberi
Mystery / ThrillerAltariva è un piccolo borgo immerso tra le dolci colline emiliane, un paese ricco di storia in cui tutti si conoscono tra loro. Anche in un luogo del genere, però, le cose brutte accadono, persino in un posto come questo una donna può sparire nel nu...