Leonardo e Anita se ne stavano immobili a fissare la sagoma imponente della Rocca, che quel giorno pareva incombere su di loro ancora più minacciosa rispetto al solito. Nessuno dei due voleva entrare, ma sapevano di doverlo fare.
La notizia del ritrovamento dello scheletro aveva già trovato spazio sui giornali locali. Le indiscrezioni trapelate alla stampa avevano confermato che si trattava delle ossa di una donna, e che lo scheletro era rimasto sepolto per molti anni. Non sarebbe occorso molto tempo, ai giornalisti e ai carabinieri, per scoprire che Maria Bucci era la sola donna scomparsa nella zona da... beh... da almeno cento anni, a detta di Leonardo. Una volta scoperta l'identità della morta gli abitanti, specie i più anziani, quelli che potevano sapere qualcosa, si sarebbero ancora una volta chiusi a riccio.
Se avevano delle domande da porre quello era il momento giusto.
Leonardo si fece coraggio e attraversò il portone. Anita lo seguì a breve distanza. Lui le aveva spiegato che a quell'ora alla Rocca avrebbero trovato solo sua madre Veronica e la nonna. Suo padre era spesso assente al mattino e in sua assenza le cose sarebbero state decisamente più facili.
Anita si augurava di cuore che avesse ragione, l'ultima cosa di cui avevano bisogno era vedersi comparire innanzi l'augusta sagoma di Matteo Bianchi.
Daniele in genere accompagnava il padre nei suoi impegni di lavoro, ma se anche fosse stato presente, si sarebbe rintanato nello studio, quindi sarebbero stati liberi da quell'ulteriore seccatura potenziale.
Salita la prima rampa di scale, la voce cristallina di una donna li accolse. La madre di Leonardo andò loro incontro.
Era davvero una bella donna, alta, dalla corporatura snella, con i capelli biondi tagliati a caschetto e gli occhi azzurri. Il suo abbigliamento casual metteva in risalto la figura aggraziata. A tradire la sua età, solo quelle sottili rughe attorno agli occhi. Abbracciò il figlio.
«Leonardo, che piacere! Non ti aspettavo così presto!» esclamò sorridendo, poi si voltò verso Anita.
«Tu devi essere Anita, la nipote di Giovanni, giusto? Ho sentito molto parlare di te.»
«Solo cose buone mi auguro» replicò lei, stringendole la mano. Se le notizie le erano arrivate dal marito, però, ne dubitava.
«Naturalmente» confermò la donna con disinvoltura «anche se ho sentito della tua disavventura di alcuni giorni fa. Mi fa piacere che Leonardo ti stia dando una mano.»
Anita sorrise, imbarazzata.
«Sia lui che Alice sono stati molto gentili» dichiarò.
Nonostante la sua innegabile cortesia, la madre di Leonardo le aveva rivolto un'occhiata curiosa, vedendola arrivare insieme a suo figlio. Anita ci teneva a mettere in chiaro che non aveva secondi fini.
Il sorriso della donna si allargò.
«Una ragazza deliziosa, vero?»
«Assolutamente» concordò lei.
«Mi piacerebbe presentare Anita alla nonna» intervenne a quel punto Leonardo «è sveglia?»
«Certo, vi accompagno» replicò sua madre, sorpresa ma felice.
Li scortò attraverso il corridoio fino alla biblioteca. Lidia Bianchi sedeva su una delle poltrone, immersa nella lettura. Un'anziana signora, fragile nell'aspetto, con i lunghi capelli bianchi raccolti in una treccia e uno sguardo acuto e intelligente dietro agli occhiali dalla montatura dorata, che si rivelò non appena lo fissò sui visitatori.
Fatte le presentazioni di rito, la madre di Leonardo li lasciò soli con la donna.
I primi minuti di conversazione trascorsero senza intoppi. Lidia era ancora lucida e brillante, una preziosa fonte di storie e aneddoti su Altariva e sui suoi abitanti, che si dimostrò ben felice di condividere con la ragazza da poco arrivata in paese.
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Sotto allo sguardo indifferente degli alberi
Mystery / ThrillerAltariva è un piccolo borgo immerso tra le dolci colline emiliane, un paese ricco di storia in cui tutti si conoscono tra loro. Anche in un luogo del genere, però, le cose brutte accadono, persino in un posto come questo una donna può sparire nel nu...