Anita lasciò che la sua mente assorbisse quell'informazione, che si sedimentasse sul fondo dei suoi pensieri, acquisendo una spaventosa concretezza, e che le sue possibili implicazioni prendessero forma.
Alla fine ebbe il coraggio di esternare ad alta voce quello che Leonardo fino ad allora non era riuscito ad ammettere nemmeno con se stesso: «Dunque è così che è andata, qualcuno l'ha uccisa.»
Il pensiero di quella donna, di quella ragazza, sepolta sotto allo sguardo indifferente degli alberi, smarrita al mondo per oltre sessant'anni, era davvero agghiacciante.
Come se non riuscisse più a resistere oltre, Leonardo scattò in piedi.
«Non qualcuno, qualcuno nella mia famiglia. È stato uno dei membri della mia famiglia a ucciderla!» urlò. Tutta l'angoscia che aveva provato da quando aveva parlato con Lorenzo fluì da lui in quel grido.
Doveva sfogarsi con qualcuno e in quel momento con lui c'era solo lei. Questo Anita lo capiva. Non disse niente, aspettò semplicemente che passasse. Non c'erano parole di conforto che avrebbe potuto usare per alleggerirgli lo spirito, né voleva rassicurarlo dicendogli che no, sicuramente si sbagliava, nessuno dei membri della sua famiglia avrebbe mai potuto fare una cosa del genere. La verità era che, per il momento, nessuno poteva saperlo, e rassicurarlo, in quelle circostanze, sarebbe equivalso a mentirgli, cosa che lei assolutamente non era disposta a fare.
A un tratto Leonardo si accasciò di nuovo sul divano, la testa stretta tra le mani, gli occhi bassi.
«Non era questo che speravo di scoprire» sussurrò.
Sospirando, Anita andò a sedersi accanto a lui e gli posò una mano sulla spalla.
«Lo so. Non potevi immaginarlo. Pensavi solo che si trattasse di una storiella che tuo nonno aveva avuto in gioventù, qualcosa che l'avrebbe reso meno perfetto, che avrebbe reso tutta la tua famiglia meno perfetta. Non era quello che speravi di scoprire, ma la verità raramente è quella che noi ci aspettiamo, o che desideriamo sentire.»
Parole dure dette con voce dolce.
Era una realtà con la quale anche lei aveva dovuto scontrarsi. Lo aveva fatto quando, per la prima volta, aveva pronunciato ad alta voce, tra sé e sé, quelle parole. "Tumore", "malato terminale". Espressione terribili, che facevano morire la speranza e preannunciavano lo perdita, eppure lei le aveva pronunciate accettandone la triste realtà.
Leonardo aveva alzatogli occhi, strappato dal confuso turbinio di emozioni che lo animavano dalla sua voce e dal suo tocco. Lei sostenne il suo sguardo. Parlò con calma e fermezza, perché era importante, fondamentale che lui capisse.
«Abbiamo scoperto cosa è successo a Maria. Non abbiamo ancora l'assoluta certezza che sia lei, ma penso sia ragionevole agire come se l'avessimo. Qui non si tratta di me, di te o della tua famiglia. Si tratta di una donna che un intero paese ha voluto dimenticare ma che, perfino da morta, non ha voluto rimanere solo un fantasma del passato. Tu, io, lo zio Giovanni, abbiamo iniziato a raccontare la sua storia, ma la sua storia non è ancora conclusa. Ci sono troppe domande senza risposta, quindi te lo chiederò una volta soltanto: io andrò fino in fondo, come voleva zio Giovanni, scoprirò tutta la verità, bella o brutta che sia. Sei con me o preferisci chiamarti fuori?»
Leonardo la scrutò a lungo, intensamente, ma lei non vacillò, salda nella propria determinazione. Sospirò profondamente: «Sono con te» dichiarò alla fine.
«Benissimo» affermò, soddisfatta. Allontanò la mano dalla sua spalla, improvvisamente conscia della vicinanza fisica tra di loro.
«Allora... partendo dal presupposto che Maria sia stata uccisa, chi sono i possibili sospettati?» domandò.
Leonardo non ebbe difficoltà a rispondere a quella domanda, i nomi dei possibili colpevoli avevano veleggiato tra i suoi pensieri per tutto il giorno.
«Mio nonno Giorgio, suo padre Luigi e mia nonna Lidia» affermò con sicurezza.
Non serviva chiedergli perché avesse fatto i loro nomi. Il movente, per ognuno di loro, era chiaro.
Sembrava che Giorgio fosse innamorato di Maria, ma non sarebbe il primo uomo che finisce con l'uccidere la donna che professa di amare. Forse lei voleva lasciarlo, o magari lui si era stancato di lei e a quel punto Maria era diventata solo un segreto imbarazzante.
Se Luigi teneva davvero tanto alla reputazione della propria famiglia, avrebbe avuto a sua volta ottime ragioni per eliminare la ragazza, che avrebbe potuto creare uno scandalo.
Le ragioni di Lidia erano chiare a loro volta: eliminare la donna che era la sua rivale in amore.
No, davvero non serviva chiedere perché.
«Qualcuno di loro è ancora vivo?» gli chiese invece «Qualcuno con cui potremmo parlare?»
Leonardo sembrò a disagio.
«Mia nonna» ammise alla fine, riluttante.
«Quanti anni ha?» domandò Anita.
«Ottanta.»
«È lucida?» chiese ancora lei, imperterrita.
«Per essere lucida è lucida» fu costretto a rispondere lui «è solo che...»
Capiva il suo disagio. Chiedere a una signora ottantenne se lei, il marito o il suocero, avevano per caso ucciso una ragazza una sessantina di anni prima non era certo in cima alla lista dei modi in cui avrebbe deciso di passare una giornata, però andava fatto. Lanciò a Leonardo un'occhiata assai eloquente.
«D'accordo» acconsentì lui, sconfitto «incontriamoci domani in piazza alle dieci, andremo insieme alla Rocca. Ti avviso però: mia nonna non sarà contenta delle nostre domande, e quando Lidia Bianchi non è contenta... beh... diciamo solo che la giornata può farsi decisamente spiacevole.»
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Sotto allo sguardo indifferente degli alberi
Mystery / ThrillerAltariva è un piccolo borgo immerso tra le dolci colline emiliane, un paese ricco di storia in cui tutti si conoscono tra loro. Anche in un luogo del genere, però, le cose brutte accadono, persino in un posto come questo una donna può sparire nel nu...