Capitolo 19 - Turbamento

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Per il resto della giornata, mentre le voci sul ritrovamento di Piero si spandevano a macchia d'olio tra le vie del paese, scuotendone la sonnacchiosa quiete,  Leonardo si aggirò come uno spettro per le strade di Altariva, senza uno scopo o una meta precisa.

Alle sette di sera, con sua grande sorpresa, si ritrovò, per l'ennesima volta in quei giorni, fermo davanti al cancello della casa in Via dei Lamponi. Perplesso si domandò che cosa ci facesse lì. Anita si era offerta di aiutarlo, certo, ma in fondo la conosceva da pochissimo tempo. Lei non era niente per lui.

Avrebbe dovuto chiamare Alice, prendere in mano il telefono, schiacciare il maledetto tasto di invio chiamata e parlare con lei. Era proprio in circostanze come quelle, quando i brutti pensieri arrivano a sommergerti, che si cerca il conforto di chi si ama, no?

Da quanto tempo stavano insieme, lui e Alice? Tre anni, ormai. Perché allora era venuto a cercare il conforto di una sconosciuta? Perché i suoi passi, senza che lui nemmeno se ne accorgesse, lo avevano condotto lì?

Non poteva mentire a sé stesso, lo sapeva perfettamente il perché. Alice non avrebbe capito, non avrebbe condiviso quella certezza che lo lacerava. Lo avrebbe tranquillizzato, avrebbe sminuito le sue paure.

Avrebbe dovuto spiegarle troppe cose, troppe cose che fino a quel momento non aveva voluto condividere con lei. Alice era dolcissima e premurosa ma, quando si trattava dei Bianchi, lei semplicemente rifiutava di capire. Sarebbe venuta a casa sua, lo avrebbe stretto a sé e probabilmente avrebbero anche fatto l'amore, ma non avrebbe voluto ascoltare nemmeno una parola della storia di Maria e Giorgio.

Anita invece non lo avrebbe confortato, non gli avrebbe offerto baci o abbracci ristoratori, non gli avrebbe detto che era uno sciocco. Non appena le avesse raccontato quello che aveva saputo, la nipote di Giovanni avrebbe capito. Era già al corrente di molte cose e questo rendeva tutto più facile.

Suonò il campanello. Meno di un minuto dopo lei si affacciò alla porta. Gli venne incontro. Non appena si fu avvicinata abbastanza da vedere l'espressione sul suo viso, si rese conto che qualcosa non andava. Senza dire una parola aprì il cancello e lo condusse all'interno della casa, facendolo accomodare in salotto.

«Cos'è successo?» domandò a quel punto.

«Non hai saputo? Strano, qui le notizie volano» mormorò lui.

«Oggi sono rimasta tutto il giorno in casa. Avevo del lavoro da sbrigare, quindi no, di qualunque cosa si tratti non ho saputo» replicò spiccia Anita. 

Non gli dispiacevano i suoi modi. Gentile, educata ma, quando la situazione lo richiedeva, diretta. E in quel caso la situazione lo richiedeva, eccome.

Lui puntò gli occhi nei suoi.

«L'hanno trovata, hanno trovato Maria.»

Anita non mascherò il proprio stupore. Si riprese in fretta. Si accomodò sulla poltrona e si sporse verso di lui.

«Raccontami tutto» lo esortò.

Lui la assecondò. Le disse tutto quel che sapeva, e in fin dei conti quel tutto non era poi molto, pur se sufficiente a parer suo a fugare ogni dubbio. Le disse che quel giorno Piero nel bosco aveva trovato più dei tartufi, le disse delle ossa sepolte, le disse quello che gli aveva detto Lorenzo, che non erano state riportate denunce di persone scomparse, e che comunque lo scheletro sembrava essere rimasto sotto terra per un bel po' di tempo.

Anita lo ascoltò senza fiatare.

«Anche se lo scheletro fosse rimasto nel bosco per qualche decennio questo non significa che siano le ossa di Maria» obiettò lei alla fine «potrebbe anche essere lo scheletro di un soldato. Di certo durante la Seconda Guerra Mondiale ci saranno stati molti dispersi da queste parti.»

A quel punto Leonardo scoppiò a ridere, una risata amara: «Piero ha detto la stessa cosa.» 

La risata morì bruscamente sulle sue labbra e lui tornò a fissarla, di nuovo serio «Anch'io lo speravo, ma non può essere un soldato. È stato Lorenzo a dirmelo. Dovranno ancora effettuare molte analisi, naturalmente, ma una cosa l'hanno capita già adesso: le ossa che hanno trovato appartenevano a una donna.»

Sotto allo sguardo indifferente degli alberiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora