Capitolo 6 - La famiglia Bianchi

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I successivi tre giorni Anita li dedicò a mettere ordine nella sua nuova vita. Tutti i suoi averi, libri per lo più, trovarono una collocazione nella casa, debitamente pulita e riordinata.

Il compito senza dubbio più gravoso fu decidere cosa fare di quello che era appartenuto a suo zio. Su indicazione di Serena, la proprietaria del bar-pasticceria, decise alla fine di donare i vestiti alla parrocchia ma i libri e i documenti, quelli, per il momento almeno, preferì tenerli per sé. Ricerche storiche, naturalmente, resoconti dei passati restauri e delle scoperte a cui, talvolta, lo avevano condotto, ma anche pagine su pagine di appunti su semine e raccolte, la cronaca di un'altra passione, riesumata in tarda età dai tempi dell'infanzia. Quello che però davvero le aveva fatto male al cuore erano state le cartelle cliniche, quelle che lo zio non aveva mai voluto mostrarle.

Giunta a un referto, risalente a circa un anno prima, che dichiarava stazionarie le condizioni di zio Giovanni, si era rifiutata di continuare. Aveva nascosto quei documenti in fondo a un cassetto. Decise che non appena fosse arrivato l'inverno li avrebbe bruciati nel camino della cucina.

Naturalmente, quando fu il momento di frugare tra i tanti fogli fitti di appunti che lo zio aveva abbandonato in giro per casa, Anita ebbe cura di tenere gli occhi bene aperti per qualsiasi accenno relativo alla famiglia Bianchi. La curiosità non è peccato e lei, proprio come suo zio, non sapeva resistere davanti alla prospettiva di una buona storia. Tra i commenti velati di sufficienza di Silvia e gli accenni a vicende non troppo limpide di Leonardo, c'era di che stuzzicare la fantasia.

Purtroppo i risultati della sua ricerca tra le mura domestiche furono a dir poco deludenti. A parte qualche accenno alla famiglia in relazione alla Rocca non trovò nulla, o per lo meno nulla che valesse l'impegno di due uomini come suo zio e Leonardo.

I libri di storia locale che aveva preso in prestito il primo giorno in biblioteca valsero solo a confermare quanto detto da Leonardo. La sua famiglia vantava davvero origini antiche, e il loro nome era da sempre legato alla Rocca, fin dal Medioevo, quando era stata edificata. Era come se i Bianchi fossero sempre stati lì, ad Altariva, saldamente ancorati alla loro posizione di potere e prestigio, attraversando indenni le alterne vicende della storia. Capiva, dunque, perché una famiglia del genere fosse rispettata e stimata dalla gente del posto: in fin dei conti era parte integrante della loro storia, nel bene e nel male.

Una famiglia con un simile lignaggio, però, come ogni famiglia, più di qualsiasi altra famiglia, ha sempre i propri segreti, e la storia nascosta può essere mille volte più interessante di quella ufficiale.

Le scarse informazioni ottenute fino a quel momento non servirono a farla desistere, piuttosto non fecero altro che rafforzare la sua determinazione a saperne di più.

Nonostante gli impegni, aveva cercato di trovare il tempo per recarsi tutti i giorni in paese. Per la spesa al minimarket, o anche solo per una colazione o un caffè a "La donna cortese". Voleva ambientarsi ad Altariva, ci teneva davvero. La gente del posto era stata molto gentile con lei fino a quel momento, e sperava che la cosa non sarebbe cambiata soltanto per via della sua innocente curiosità.

Sistemati gli ultimi abiti nell'armadio, decise che era venuto il momento di trascorrere un altro po' di tempo in biblioteca. Si era alzata presto, per approfittare della frescura mattutina. Quando uscì di casa, il campanile della chiesa aveva da poco scoccato le otto. La giornata si preannunciava calda, proprio come quelle che l'avevano preceduta, ma ingentilita da un benevolo refolo di vento che, da quelle parti, sembrava essere una compagnia costante. Dal momento che quel giorno non aveva in programma di fare acquisti, decise di lasciare la macchina in cortile.

La ripida pendenza di Via dei Lamponi e, una volta giunta Via del Borgo, quella appena meno scoscesa che l'avrebbe condotta in paese, sembravano riuscirle ogni giorno meno gravose.

Sotto allo sguardo indifferente degli alberiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora