Il mosaico della verità era stato ricomposto, tutto aveva acquistato improvvisamente senso. Grazie al racconto dell'uomo anche gli ultimi tasselli mancanti erano andati al loro posto.Maria, oh, povera Maria!
Incredibile pensare quanto scompiglio una semplice ragazza innamorata fosse stata in grado di portare nella vita tranquilla di quel paesino tra i colli. Assurdo come, a distanza di cinque decenni, lei e la sua storia fossero stati in grado di segnare per sempre la vita di tante persone. Terribile e tragico il prezzo che lei stessa era stata costretta a pagare per quel sentimento sincero che l'aveva portata a desiderare di essere madre anche quando il mondo intero le si era rivoltato contro. Incredibile come il suo spettro avesse finito per perseguitare la famiglia per ben tre generazione, conducendo alla fine il suo erede designato alla rovina. E quella dei Bianchi non era la sola famiglia a essere stata indelebilmente segnata dalla vicenda, no di certo. Ce n'era anche un'altra che era stata distrutta nel momento in cui una mano assassina aveva posto fine alla vita della giovane donna incinta e del suo bambino. Tutto questo per cosa poi? Per un mal riposto senso dell'onore?
«Ne sei certa?» le domandò per l'ennesima volta Leonardo, mentre percorrevano la strada che li avrebbe condotti di nuovo in Via dei Lamponi.
Anita annuì.
«Non può essere lei...» ripeté Leonardo per quella che doveva essere la centesima volta.
«Deve esserlo, è la sola spiegazione che abbia una logica!» insistette la giovane «Tuo fratello aveva già confessato un omicidio, che senso aveva negare di avermi aggredito l'altra sera? E poi se tuo fratello fosse stato l'aggressore, a quest'ora quasi certamente sarei morta.»
«Il tuo grido ha allertato i vicini, l'aggressore è fuggito prima di avere il tempo di finire il lavoro» le fece presente.
«No» lo contraddisse «io non ho reagito in tempo, quando ho urlato era già tardi, mi stava già colpendo. Se sono viva è solo perché il colpo non è stato abbastanza forte da uccidermi. Sono sicura che tuo fratello sarebbe stato in grado di colpire più forte di così.»
Leonardo non obiettò, anche perché non gli venivano davvero in mente obiezioni sensate da contrapporre a quelle osservazioni perfettamente logiche.
«Sei sicura che abbiamo fatto bene a non dirlo alla polizia?» domandò invece.
«Quando tuo padre avrà raccontato loro del contenuto della lettera, penso che non ci metteranno molto ad arrivarci per conto loro» replicò lei convinta.
Dopo averla letta avevano restituito la lettera e il suo tragico contenuto a Matteo, affinché a sua volta la affidasse alla polizia, come era stata sua intenzione fare fin dal principio. Non avrebbe migliorato la posizione di Daniele, ma almeno sarebbe valso a garantire finalmente giustizia a tutte le parti coinvolte, e in quel caso la giustizia sarebbe stato un affare più che spiacevole. Che se ne occupassero pure altri, loro due avevano fatto abbastanza. Più che abbastanza, a dire il vero. Non erano stati forse loro a riportare a galla una vicenda sepolta da cinque decenni? Non erano stati loro a convincere un paese intero a rompere il muro del silenzio? Non avevano forse fatto in modo che l'assassino di Silvia venisse arrestato? E non avevano contribuito a far sì che le indagini sulla scomparsa di Maria venissero riaperte? Che ci pensassero gli altri a raccontare il finale di quella storia!
In realtà, pur non essendo disposta ad ammetterlo, Anita aveva un altro motivo per tacere, un motivo del tutto personale.
Arrivarono di fronte all'abitazione. Leonardo sussultò per la sorpresa, ma lei non batté ciglio. Proprio come si era aspettata, l'anziana donna li attendeva davanti al cancello di quella che era la casa della sua infanzia, quel luogo così pregno di ricordi dolorosi.
Pareva non averli sentiti. Il giovane esitò, ma lei aprì risoluta la portiera e, a quel punto, anche lui la imitò. Scesero dalla macchina. Leonardo si mantenne a distanza. Anita invece si avvicinò lentamente, con prudenza
«Sapevo che ti avremmo trovata qui, Gigliola» l'apostrofò infine.
L'anziana donna dagli occhi spiritati si voltò verso di lei con una lentezza inquietante. Il viso recuperò immediatamente la compostezza abituale, la propria perenne espressione di sdegno.
«Non hai potuto evitarlo, vero? Ti avevo avvisata, ma tu hai continuato a fare domande, gettando nel fango quelle brave persone. E tutto per cosa? Per Maria, una sgualdrinella che non valeva nemmeno il prezzo dei vestiti che indossava! Hai trascinato nella vergogna una famiglia dal passato illustre e dalla tradizione secolare per una sgualdrina di cui a nessuno è mai importato nulla!» le abbaiò contro, livida di rabbia.
«E sto per trascinarne nel fango un'altra» replicò duramente. Le parole della donna avevano immediatamente annientato in lei qualsiasi rispetto avesse intenzione di tributarle in virtù della sua età e delle tragedie che aveva vissuto.
La guardò negli occhi. Se vi avesse scorto appena un barlume di vergogna, o di rimpianto, anche solo un minimo accenno di tristezza avrebbe potuto ancora fermarsi. Ma non c'era nulla, in quegli occhi, che potesse indurla a tacere. No, c'era solo un odio senza fine. Un odio assurdo e immotivato. Un odio al quale si poteva rispondere solo con la verità.
Le parole di Anita risuonarono chiare e dure come lo sparo di un fucile. «Lo sappiamo. Sappiamo che è stato tuo padre a uccidere Maria.»
******
Ci siamo, pochi capitoli ancora e giungeremo alla fine del viaggio...per il momento. Anita, Leonardo e gli abitanti di Altariva ritorneranno, è una promessa!
Siccome non mi sembra giusto lasciarvi una intera settimana in sospeso giunti a questo punto ci ritroveremo mercoledì con un nuovo capitolo!
STAI LEGGENDO
Sotto allo sguardo indifferente degli alberi
Mystery / ThrillerAltariva è un piccolo borgo immerso tra le dolci colline emiliane, un paese ricco di storia in cui tutti si conoscono tra loro. Anche in un luogo del genere, però, le cose brutte accadono, persino in un posto come questo una donna può sparire nel nu...