Leonardo non aveva nulla di particolare da offrire alla sua nuova compagna ricercatrice. Nulla di nuovo, almeno, solo conferme. Non che si fosse aspettato un esito diverso, di certo i Bianchi non avrebbero mai nascosto le prove delle loro tresche tra le carte d'archivio.
Aveva fatto una salto alla Rocca dopo il lavoro. Il padre e il fratello, con suo sommo sollievo, non erano in casa. La madre, come sempre, era stata felice di vederlo e persino nonna Lidia non era stata troppo sgradevole. Anche se aveva uno stranissimo modo di dimostrarlo, voleva davvero bene ai nipoti, persino a lui considerato "strano".
I documenti ufficiali conservati dalla famiglia dimostravano che i Bianchi erano stati per lungo tempo proprietari della casa in Via dei Lamponi, venduta poi a Giovanni e a suo fratello all'inizio degli anni '90. Provavano anche che a partire dal 1929 era stata affittata a Francesco Bucci e alla sua famiglia con un contratto di mezzadria, proprio come scoperto da Giovanni.
Poco dopo la morte della moglie, Francesco e l'unica figlia che gli era rimasta, avevano lasciato la casa e si erano trasferiti in un'abitazione in paese, anche questa di proprietà della famiglia.
La cosa davvero curiosa era che Luigi Bianchi, il suo bisnonno, aveva concesso loro la casa a un prezzo davvero irrisorio. Insolito a dir poco. I Bianchi non erano in genere tipi da fare del bene senza ricevere un proprio tornaconto.
Possibile che il bisnonno avesse voluto pagare qualcos'altro con quell'appartamento, magari il silenzio di Francesco sulla relazione tra Maria e il suo primogenito ed erede? Ecco che di nuovo stava correndo troppo con la fantasia. Come spesso gli ripeteva Giovanni le coincidenze non sono prove ma semplicemente indizi.
Avrebbe atteso di conoscere l'opinione di Anita in proposito.
Leonardo fece il suo ingresso in pizzeria in perfetto orario, accolto affettuosamente dal titolare e da suo figlio. Era presto, il locale non aveva ancora iniziato a riempirsi. Poté quindi accaparrarsi il tavolo migliore del ristorante.
Anita arrivò dieci minuti dopo, con appena un leggero ritardo.
Era davvero bella, con i capelli sciolti e quell'abitino di cotone verde che le metteva in risalto il colore degli occhi. Per la prima volta si rese conto di quanto equivoca potesse apparire la situazione.
Le sue intenzioni erano state assolutamente limpide, al punto che aveva parlato ad Alice dell'incontro di quella sera proprio quando nel pomeriggio si erano sentiti al telefono. Eppure eccolo lì, seduto al tavolo con una bella ragazza che non era la sua fidanzata. Sì, le circostanze potevano essere facilmente male interpretate.
Anita non parve rendersene conto. Lo salutò cordialmente e si sistemò al tavolo, sfogliando il menù. Non appena ebbero ordinato, Leonardo si affrettò a riferirle quanto appreso negli archivi di famiglia, un po' perché era impaziente di conoscere la sua opinione in merito, un po' per evitare imbarazzanti silenzi. Anita ascoltò con attenzione.
Arrivarono le pizze e i due s'interruppero un attimo. Leonardo si accorse che Anita, a differenza di Alice e delle sue amiche, mangiava davvero di gusto, divorando le fette di pizza con evidente voluttà.
«Strano davvero» commentò la ragazza, tra un boccone e l'altro «anche la casa in paese era della tua famiglia? E dici che il tuo bisnonno gliel'ha data per una cifra inferiore al suo valore?»
«Quasi per niente» confermò lui.
«Che tipo era il tuo bisnonno?»
Leonardo ci pensò su.
«Ero piccolo quando è morto, non me lo ricordo molto. Però mio nonno è morto piuttosto giovane, è stato lui a tirar su mio padre e se mio padre è l'esempio da prendere in considerazione, non doveva certo esser un uomo tenero. Fiero, arrogante, cose così.»
Anita annuì.
«Ho parlato con Silvia oggi» annunciò.
Gli occhi dell'uomo si accesero d'interesse. La giovane gli raccontò quanto appreso dalla sensitiva. Dentro di sé Leonardo si malediceva per non aver pensato subito di chiedere a lei di Maria. Quando si trattava di storie che potevano screditare il nome dei Bianchi di certo Silvia Lelli era la scelta più ovvia. Man mano che Anita gli riferiva del loro colloquio, però, lo sguardo di Leonardo s'incupiva.
Già all'epoca dunque c'era qualcuno che sospettava che Maria non fosse fuggita con il proprio amante. No, la giovane sembrava avere ottime ragioni per decidere di restare a Altariva.
«Potrebbe comunque essersi allontanata da qui spontaneamente» gli fece presente Anita, notando la sua espressione «magari è successo qualcosa che noi non sappiamo e che non aveva riferito alla nonna di Silvia, che le aveva fatto cambiare idea. Forse ha capito che la storia con tuo nonno non avrebbe mai avuto un futuro e ha semplicemente deciso di lasciare un paese che l'aveva sempre emarginata.»
Leonardo le rivolse un sorriso tirato. Si augurava che fosse così, se lo augurava di cuore. Per brutta che fosse la prospettiva del suo bisnonno che pagava la donna per levarsi di torno – perché quello era lo scenario più probabile – era sempre meglio dell'alternativa. Se Maria non se ne era andata spontaneamente allora qualcuno l'aveva fatta sparire. Sperava che fosse ancora viva, da qualche parte, ma una minuscola, sgradita parte di lui si rendeva conto che forse non era così. Era un appassionato di escursioni, conosceva piuttosto bene i boschi intorno a Altariva. Se qualcuno avesse voluto far sparire una persona quello era decisamente il posto giusto. Gli alberi di certo non avrebbero mai tradito il segreto.
«Perché la nonna di Silvia non ha detto niente?» domandò a quel punto.
La ragazza inarcò un sopracciglio.
«Se intendi della relazione di Anita con tuo nonno, chi mai le avrebbe creduto? Hai detto tu stesso che i Bianchi sono molto rispettati in paese, posso immaginare che sessant'anni fa lo fossero anche di più. Se invece mi stai chiedendo perché non ha denunciato la scomparsa di Maria o cose simili, beh, ho fatto a Silvia la stessa domanda. Mi ha risposto che sua nonna era andata a parlare con la famiglia. Francesco l'aveva cacciata via in malo modo, ma qualche tempo dopo Clelia era andata a trovarla e aveva accettato di ascoltare quello che aveva da dire.»
«Clelia la mamma di Maria? Quella che alla fine si è gettata dal Ponte dei Sospiri?»
«Proprio lei» confermò Anita.
Tra di loro calò all'improvviso il silenzio. Proprio in quel momento una voce familiare risuonò nel ristorante. Leonardo si girò. Alice alla fine aveva deciso di raggiungerli.
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Gli interludi sono in genere molto brevi, dunque come premio di consolazione eccovi anche un altro capitolo!
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Sotto allo sguardo indifferente degli alberi
Mystery / ThrillerAltariva è un piccolo borgo immerso tra le dolci colline emiliane, un paese ricco di storia in cui tutti si conoscono tra loro. Anche in un luogo del genere, però, le cose brutte accadono, persino in un posto come questo una donna può sparire nel nu...