Capitolo 4

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//..Elisa..//

Sono appoggiata al muro mentre guardo Fin giocare, deve essere accettato in squadra per forza, sta spaccando, sorrido guardandolo e lui ricambia.
Gli voglio un sacco di bene, avvolte è geloso, ma non lo fa per cattiveria, anch'io avvolte lo sono con lui, siamo praticamente cresciuti insieme, come fratello e sorella.
L'ho visto piangere, ridere, struggersi per le ragazze, fregarsene per altre, odiare e sparlare di gente, mi chiama anche di notte fonda se ha bisogno di sfogarsi o di aiuto, sa che può fidarsi di me e per me è lo stesso, non c'è persona che mi conosca meglio di lui e non c'è persona che lo conosca meglio di me. 
Una volta finita la partita il coach annuncia i nomi di chi entra in squadra e appena pronuncia quello di Fin lui corre da me e mi abbraccia prendendomi in braccio, quando mi lascia gli sorrido <<managgia, hai fatto bene tutti i canestri. Volevo prenderti in giro per il resto della tua vita>> lui mi scompiglia i capelli e raggiunge i suoi amici.
Mi giro dall'altra parte per cercare Carol, come può avermi abbandonata? 
Appena mi giro lo vedo, Mattia è seduto sulla panchina con le braccia appoggiate sulle ginocchia, mi sta guardando, no, sta seguendo con lo sguardo Fin, anzi, sta ammazzando con lo sguardo Fin, hanno litigato? Dovrei chiederlo al mio amico dopo, il tempo di formulare questo pensiero che il suo sguardo saetta su di me, è glaciale, ma lo sostengo con la stessa freddezza, vuole intimorirmi? Davvero? Il signorino non è abituato alla gente che gli tiene testa? Non ha mai perso? Allora che arrivi la prima volta per lui.
Che guerra sia Vaila.

*

La prima a distogliere lo sguardo sono stata io per colpa di quel imbecille del mio migliore amico: quando meno me lo aspettavo mi ha dato una spinta e sono caduta a terra.
Non sarebbe successo se non fossi stata occupata in una guerra di sguardi con Mattia, ma cazzo. 
Mi giro verso il mio avversario e mi rivolge un sorrisino compiaciuto, gli rivolgo uno sguardo di fuoco, poi mi giro verso Fin con la rabbia che quasi non riesco a controllare, se non fosse stato lui chissà cosa avrei fatto <<ma sei impazzito?>> ringhio a denti stretti <<scusa, non pensavo che saresti..beh, caduta, di solito non succede>> dice lui, mi alzo di scatto, faccio un respiro profondo per calmarmi, il mio amico si affretta a darmi una bottiglia d'acqua e farmi sedere per calmarmi, so che non vuole che succeda..beh..meglio non parlarne.
Quando mi accorgo in quale panchina mi ha fatto sedere sbraito <<MA STAI SCHERZANDO?>> lui mi guarda confuso, capisco, non sa che il ragazzo a cui mi ha appena fatto sedere affianco è quello che per colpa SUA ho perso una sfida di sguardi, mi giro verso di lui, sogghigna e se ne va facendomi l'occhiolino. Odioso.
<<El, non capisco, che succede?>> Fin mi guarda con la stessa confusione di prima, mi alzo, gli sbatto la bottiglietta nello stomaco <<niente, ci vediamo tra 30 minuti, davanti alla tua auto per andarci a prendere quella piadina, non prima, fatti un giro nei paraggi in tanto o quello che vuoi>> gli dico fulminandolo con lo sguardo, lui mi guarda con sguardo di scuse pronto a dire qualcosa, ma non glielo permetto, me ne vado.
Forse sto esagerando, non sono arrabbiata con lui, anzi sì, ma per lo più sono arrabbiata per aver perso, NO, non ho perso, assolutamente no.
Mi avvio per lo spogliatoio dei ragazzi, dove l'ho visto dirigersi, quando apro la porta, sbattendola dietro le mie spalle è solo, di spalle, in piedi con solo i pantaloni e un asciugamano al collo, intento a farsi la doccia, ma no, prima devo mettere tutto in chiaro <<TU>> urlo, si gira stupito <<che cazzo fai qui? è lo spogliatoio dei maschi>> <<non me ne fotte un cazzo, mettiamo in chiaro le cose, questa volta non hai vinto, è stato quel coglione del mio migliore amico>> dico perdendo le staffe, puntandoli un dito contro.
Odio dover perdere, sopratutto in queste situazioni, ne va del mio orgoglio.
Sorride, deve smettere di farlo, mi distrae quando fa così, non so il perché, ma quando lo fa ho un nodo alla gola e lo stomaco mi va in subbuglio, ma non lo ammetterò mai ad alta voce, ci mancherebbe altro, sarà solo l'odio che provo per lui, anzi, è solo l'odio che provo per lui.
Mi abbassa il dito che gli punto contro <<piccola, la devi smettere di sfidarmi o non finirà bene per te>> a quel punto sono io a sorridere <<pensi davvero di poter vincere? Povero illuso. La differenza tra me e te è che io se rischio di perdere è per colpa dei altri, tu se perdi è perché una qualsiasi persona non si sposta dal tuo posto e pur di farmi perdere ti sei messo vicino con delle puttane che quasi, quasi ti sbavano addosso, speravi che ne rimanessi ammaliata o che me ne andassi sdegnata e infastidita?>> Il suo sorriso scompare lentamente mentre parlo, irrigidisce la mascella e stringe i pugni, rido e continuo <<mi spiace Mattia, ma questa "bambina" non perderà MAI, sarai bravo a letto con quelle puttanelle, potrai aver vinto guerre con altri, potrai non aver mai perso, ma neanche io ho mai perso e non ho intenzione che succeda, capito?Non sono una puttanella come le tue amichette>> lo guardo dall'alto al basso con sguardo disgustato, poi aggiungo <<e te>> sto per andarmene e lasciarlo là, quando..

orgoglio e sensi di colpa (THE SIBLES)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora