Capitolo 30

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//..Elisa..//

<<Cooper veloce, veloce!>> Mi sprona il coach, poi tiro la palla e faccio canestro, batto il cinque a Jake che si fionda trionfante davanti a me.
<<Per oggi basta, ci vediamo domani ragazzi>> annuncia il Val.
Faccio un cenno a Marco di aspettarmi fuori e mi avvio per il mio spogliatoio dove prima di entrare, a causa della porta socchiusa, noto che c'è qualcuno.
Entro di colpo in stanza <<BECCATO, BRUTTO BASTARDO>> Urlo avvicinandomi alla tasca della mia giacca per prendere l'oggetto al suo interno, quando un profumo fin troppo famigliare mi invade le narici, mi giro lentamente e l'immagine di Matt con i capelli scopigliati, tutto sudato, senza maglia, con solo i pantaloncini di basket mi si concretizza davanti, in questo stato in cui io sembro penosa lui sembra ancora più sexy, come è possibile?
<<Cosa?>> Chiede sconcertato da quello che un minuto fa avevo detto.
<<No, niente, lascia stare, che ci fai qui? Penso che tu oggi non abbia capito che questo non è lo spogliatoio dei maschi>> lo informo.
Lui sorride con un ghigno provocatorio <<se vuoi posso usarlo pure io come spogliatoio, ho visto che c'è solo una doccia non tanto grande, ma non fa niente, ci stringeremo un po', non è mica un problema per me>> <<disgustoso>> commento io.
<<Ne riparleremo piccola>> dice facendomi l'occhiolino <<se vuoi essere decapitato, sì, ne riparleremo>> rispondo, lui sembra divertito, si siede accanto a me <<lo so che ti piacerebbe>> sussurra nel mio orecchio e sento i brividi per tutto il corpo.
Mi giro e non l'avessi mai fatto, se qualcuno di noi due parlasse probabilmente le nostre labbra si toccherebbero.
Non può venire qualcuno a interromperci per la terza volta?
Lui continua a sorridere, finchè non inizia a baciarmi il collo.
Allontanalo Elisa, cosa stai aspettando?
Continua a risalire succhiando in alcuni punti, mi allontano di un po' e i suoi occhi finiscono nei miei, poi sul mio collo, dove probabilmente ci saranno dei segni, e in fine sulla mia bocca.
<<Al diavolo la coerenza>> dico, prima di prenderlo e baciarlo chiedendoli subito l'accesso con la lingua che lui mi dà immediatamente.
Le nostre lingue si rincorrono l'un l'altra finchè lui non sorride sulle mie labbra <<se continui così mi farai credere che ti piaccio>> sussurra sulle mie labbra.
<<Be', io invece so già che io ti piaccio>> lo provoco, prima che mi mettesse a cavalcioni su di lui e mi attirasse a sè riprendendo a baciarmi passionatamente.
Si alza con me in braccio e mi appoggia al muro, continuando a tenermi a cavalcioni, io approfondisco il bacio mentre lui mi slega i capelli che erano tenuti in un chignon basso fatto alla cavolo, che ormai era distrutto, mette una mano sulla mia nuca prendendo i miei capelli tra le dita, senza tirargli, così da non farmi male, l'altra la tiene posizionata sul mio fianco con una presa salda e sicura.

//..Mattia..//

Cerco di ignorare il rigonfiamento che ho nei pantaloni, perchè non la scoperò.
Solo se lei vorrà, sarà pronta e me lo dirà lo farò, devo essere sicuro al cento per cento che lo sia e che lo voglia fare con me, fino ad allora aspetterò, sicuramente non voglio nè obbligarla nè metterle fretta, nonostante me lo faccia venire duro anche solo guardandomi.
Lei si stacca dalla mia bocca e punta alla mascella, scommetto tutto quello che volete che ho i segni dei succhiotti, lo riconosco dal suo volto soddisfatto una volta che si è staccata da essa.
<<Mi hai fatto dei succhiotti?>> Le chiedo accigliato <<forse>> risponde <<ma tu devi essere l'ultimo a parlare>> continua accennando al suo collo, ha ragione, non l'ho fatto per dimostrare a Marco e a qualsiasi essere vivente che è mia, giuro.
Riprendo a baciarla per poi staccarmi.

//..Elisa..//

Lo guardo perplessa <<mi manca la quinta domanda>> annuncia con un sorrisetto divertito, all'inizio non capisco, ma poi mi ricordo della nottata al mare, ha ragione.
<<Vai>> lo sprono.
<<Chi è Marco per te?>> <<Passo>> dopotutto perchè non continuare a provocarlo con Marco? Ma lui sorride, cos'ha da sorridere? Gli ho appena detto che non risponderò.
<<Non puoi>> lo guardo non capendo <<alla domanda se eri gelosa hai mentito e quindi è stato come se tu avessi già usato il tuo 'no' su quella domanda piccola>>.
<<Un essere umano>> lo so, sono simpaticissima.
<<Mi prendi per il culo?>> Sbotta lui, ma continuando a tenermi in braccio <<fai la seria>> mi riprende.
<<Mhh..>> lo voglio fare spazientire? Ovvio.
<<Io la risposta te l'ho già data, cosa ci guadagno a dartene un'altra?>> Continuo.
Lui sorride maliziosamente <<cosa vorresti guadagnarci?>>.
<<Te>> rispondo facendolo sorridere ancor di più << ma non devo vederti provarci o fare qualsiasi altra cosa con qualcun'altro >> lo minaccio <<e un pacco di caramelle, quelle tipo ciucci con lo zucchero sù>> specifico con aria sognante.
<<Mhh.. va bene, ma mi hai chiesto due cose, quindi anche io voglio la prima trattativa, anche tu dovrai essere

solo mia>>

assomiglio gli occhi <<le caramelle le voglio>> specifico serissima, facendoli scappare una risata, cosa ride? Le voglio seriamente.
<<Va bene, le caramelle te le compro>> adesso sono felice.
<<Allora?>> Chiede.

//..Mattia..//

<<Marco Cooper>> dischiudo la bocca dallo stupore, mentre lei sorride << è mio cugino>>.
<<Mi hai sfruttato per ottenere le caramelle?>> Chiedo scandalizzato <<forse>> risponde lei con l'espressione di una bambina che ha appena rubato i biscotti e ne è contenta, è troppo carina, vi prego.
Lei si morde il labbro e non ci vedo più e mi rifiondo sulle sue labbra che adoro.
<<Mi hai fatto fare una scenata per tuo cugino?>> Chiedo sussurandeglirlo sulle labbra <<a quanto pare>> risponde lei riprendendo a baciarmi.
Ad un certo punto le sposto i capelli da un lato che sfiorano la sua sacca, quindi per non darle fastidio lei la sposta un po', Ma da essa cade un oggetto che fa un rumore fastidioso simile a quello del ferro, mi stacco stranito, vedo lei che sgrana gli occhi guardando l'oggetto che è appena caduto con odio profondo in quelle iridi verdi, a quel punto il mio sguardo verso di esso e per terra, vicino ai nostri piedi, c'è un'ogetto nero, ma non uno qualsiasi, per terra, ad un passo da noi c'era una pistola.
Elisa scende da me che sono rimasto imbambolato a fissare l'arma a terra.
Lei la prende, la gira e punta il suo sguardo sul grilletto dell'oggetto alla ricerca di qualcosa che probabilmente trova visto che irrigidisce la mascella e stringe il pugno della mano libera talmente tanto che le si sibiancano le nocche, nei suoi occhi, prima sereni in braccio a me, ho visto la stessa oscurità che avevo visto prima quando era rientrata per continuare l'allenamento, pure prima era sucesso qualcosa e la sua espressione era identica: piena di odio, rancore e con i fantasmi che cerca di affogare con il dolore fisico.
Seguo la direzione del suo sguardo: sul grilletto sono incise con un corsivo elegantissimo e rosso due lettere:

E. C.

orgoglio e sensi di colpa (THE SIBLES)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora