Capitolo 20

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//..Elisa..//

<<Che cazzo ci fai tu qui?>> sbotto fuori di me alzandomi in piedi.
<<Che bel modo di accogliermi sorellina>> dice lui con un sorrisetto.
<<Fottiti Chris>> rispondo io.
Mio fratello si avvicina <<stalle lontano>> dice in un ringhio Fin che si è alzato subito dopo di me, Chris sembra essersi appena accorto di lui, lo squadra per un po', poi fa un sorrisetto divertito <<Fin Mevouer, non l'avrei mai detto, siete ancora amici?>> <<Sì>> rispondo io.
Mio fratello fa una smorfia disgustata <<non mi è mai piaciuto questo ragazzo>> << questo ragazzo è il mio migliore amico, in più neanche tu mi piaci e poi lui ha fatto il ruolo di fratello che tu non sei mai riuscito a fare>> dico fredda sostenendo il suo sguardo, i muscoli del suo viso si irrigidiscono e fa per darmi uno schiaffo, ma una mano lo ferma: Mattia.
<<Che cosa pensi di fare?>> Gli chiede Matt <<ti dovrei fare io questa domanda, che cazzo fai Vaila? Prima cosa: sei mio amico, seconda: lei è mia sorella e io ho il diritto di fare ciò che voglio, terza: non sa proteggersi solo a parole, ma pure con le mani, fidati, so quello che dico>>.
<<Prova a farle qualsiasi cosa e ti amazzo con le mie stesse mani>> lo minaccia Tia.
"Prima cosa: sei mio amico".
Queste parole mi rimbombano in testa come una cantilena, com'è possibile che si conoscano?
Ritorno immediatamente alla realtà, sposto Mattia che si era messo davanti a me per farmi da scudo <<cosa ci fai qui Chris?>> Gli chiedo con disinvoltura e indifferenza mentre prendo e accendo una sigaretta, poi ripunto lo sguardo su di lui.
<<Non hai fatto quello che ti avevo detto>> risponde lui.
Sorrido con amarezza, poi mi esce una risata spezzata <<stai scherzando, spero? Neanche se mi avresti puntato una pistola in tempia l'avrei fatto>>.

//~~~//

<<Un altro spriz>> dico al cameriere che mi sorride ed esegue quello che gli ho chiesto, ho perso il conto di quanti ne ho presi, quando me lo appoggia sul bancone lo bevo tutto d'un fiato, poi mi alzo dalla sedia in cui ero seduta e un ragazzo sui 21anni mi fa un cenno di testa, passiamo uno di fianco all'altro e nel mentre mi lascia una bustina con una polverina bianca in mano: cocaina, allo stesso tempo io li lascio una banconota.
Esco dal locale in cui mi trovavo e mi avvio verso il Greay's quando sento una voce chiamarmi <<EL>> è Fin, chissà da quanto mi sta cercando, però lo ignoro, ma lui mi afferra il polso obblgandomi a fermarmi e girarmi verso di lui <<che vuoi?>> gli chiedo con un tono freddo e infastidito, in realtà sono felice lui sia qui, ma odio il fatto che lui possa avere dei problemi a causa mia.
<<Dove sei stata?>> Chiede con tono arrabbiato e preoccupato.
<<Ero al Mary's>> << cosa? Devi avere almeno 21anni per entrarci, in più c'è tanto traffico di droghe lì dentro>> distolgo lo sguardo dal suo, ma è troppo tardi, sul suo volto si dipinge un sorriso amaro che mi crea un groppo in gola <<sei ubriaca>> afferma <<e drogata>> continua con voce inclinata, lo guardo, ma non nego, non riesco a mentirli <<Fin..>> <<cosa El? COSA?>> urla fuori di sè <<scusa..>> dico in un sussurro che probabilmente non ha sentito, alza una mano in segno di lasciare perdere e con espressione delusa si allontana da me, cazzo...

*

<<Elisa Cooper>> mi chiama l'organizzatore degli incontri al Greay's <<se vuoi vai con il prossimo, faccio partire le scommesse?>> annuisco con noncuranza e guardo l'incontro che c'è in questo momento: due ragazzi grossi stanno combattendo, uno biondo e con gli occhi marroni, l'altro ha i capelli rossi e gli occhi grigi, secondo me vincerà quest'ultimo, infatti avevo ragione.
Il Greay's si trova in un vicolo abbandonato e malfamato, qui avvengono incontri di lotta illegali e le persone scommettono cifre esorbitanti sul vincitore.
Durante il loro incontro si sono aperte le scommesse tra me e un certo Alex.
Quando arriva il mio turno salto per raggiungere quella sottospecie di ring, il mio avversario, Alex, prende posto al lato opposto, è un ragazzo sui 19anni, è molto alto, ricoperto di muscoli, probabilmente non ho neanche un quarto della sua forza, come tutte le persone con cui combatto dopotutto, ma la mia arma è un altra.
Lui inizia a colpirmi prendendomi in pieno, ovviamente, ma dopo un po' vedo il suo volto occuparsi dalla preoccupazione: ho incassato colpi dolorosi, ho il labbro spaccato, un taglio sul sopracciglio, probabilmente il giorno dopo avrò un sacco di lividi, mi esce sangue dal naso, ho sputato più volte sangue, ma sto sorridendo, non sono mai caduta e continuo a guardarlo nei occhi, è confuso e impaurito, gli sorrido di nuovo, un sorriso inquietante, poi gli tiro un pugno in pieno viso: il primo colpo che gli dò, in tutto questo tempo l'ho lasciato fare, ho lasciato mi procurasse dolore fisico, lui volta la testa dall'altra parte per la forza del colpo, gli tiro una gomitata sulle costole e mi avvicino al suo orecchio mentre lui è piegato in due <<non sarò forte quanto te, ma io godo nel sentire dolore fisico e la pazienza è la mia migliore arma, adesso sei troppo stanco per reagire ai miei colpi dandomene altri>> sussurro <<3, 2, 1.. signori e signore Elisa Cooper non ci delude mai!>> Esclama l'organizzatore, sorrido al mio avversario e gli sussurro un'ultima cosa prima di lasciarlo: <<ho vinto con l'astuzia, non con la forza>> ed è la verità, io non sono forte fisicamente, ma so dove colpire per fare male senza un colpo troppo forte, so avere pazienza e sopratutto io mi presento a questi incontri per il dolore fisico.
Quando scendo dal ring mi avvio per l'uscita passandomi il polso sotto il naso per togliere almeno un minimo di sangue, quando davanti a me si concretizza un uomo: capelli biondi e ricci, occhi grigi, 40anni, Maike Leonel <<vattene Maike>> ringhio, questo uomo è uno dei tanti motivi per cui la mia vita è una merda totale.
<<È così il modo di salutare un amico di famiglia? Eddai Lisa>> rido con amarezza <<amico di famiglia? Cosa vuoi? Io non centro un cazzo con i vostri affari di merda>> <<oh, Elisa, tu centri eccome, non puoi farci niente, sei una Cooper>> dice guardando la mia collana <<sei come loro>> <<fottiti>> ringhio a denti stretti.
<<Ma non sono qui per quello che pensi, volevo solo avvisarti che stanno portando via Chris>> mi blocco, poi me ne vado dandogli una spallata, mi avvicino ad un ragazzo moro con in mano una chiave d'auto <<dammi le chiavi>> gli ordino, lui sta per rifiutare, ma poi mi guarda in faccia e me le dà senza fiatare, ovvio, chi non conosce Elisa Cooper? Mi sfugge un sorriso amaro mentre penso a questo e comincio a farmi una canna avviandomi ai parcheggi, noto che le chiavi sono di una Mercedes, ne intravedo due, schiaccio il pulsante per aprire l'auto e la individuo, mi metto alla guida anche sapendo di essere ubriaca fradicia, drogata da far schifo e sporca di sangue tanto da sembrare uscita da un omicidio.

orgoglio e sensi di colpa (THE SIBLES)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora