Capitolo 5

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//..Elisa..//

Mi prese per il polso e in un nano secondo mi trovai attaccata a una parete con lui che è a una distanza pericolosa <<come mi hai chiamato?>> mi soffia vicino all'orecchio.
Dio mio..quell'imbecille è irritante, odioso e..fottutamente bello, ho cercato di non farci caso, ma cazzo.. ha una voce roca, bassa e sensuale che ti fa venire i brividi, le labbra carnose, gli occhi di un marrone con sfumature maledettamente stupende e sono magnetici, i capelli gli ricadono sul viso, sono neri e accentuano perfettamente il suo volto, ha un fisico pieno di muscoli, la vita stretta, ha alcuni tatuaggi sparsi qua e là, fa girar la testa quel ragazzo. No, non ci credo, affretto a ripuntare lo sguardo nei suoi occhi, ma si è già reso conto che lo stavo studiando, sorride, quel sorriso che cerca di mandarmi in subbuglio il cervello, dio mio..Non ci riuscirà.
<<Puttaniere>> dico lentamente accentuando le "t" e la "n" guardandolo con uno sguardo di disprezzo, poi cercai di liberarmi dalla sua presa bruscamente, ma non ci riuscii, lo odio.
<<Dove pensi di andare?>> mi disse con la sua faccia da schiaffi <<a fanculandia>> risposi, ma che razza di domande sono? <<Dico sul serio>> mi riprese rigido. Lo guardai, ma non gli risposi, dopo un attimo di silenzio tolsi il mio polso dalla sua mano e lo incendiai con lo sguardo, ma mi riprese entrambi i polsi mettendoli sopra la mia testa, appoggiati al muro <<cosa vuoi?Che la tua faccia da schiaffi rimanga qui e il corpo te lo spedisca dall'altra parte del mondo?>> gli soffiai ringhiando.
Tornò serio, mi guardò con una freddezza glaciale che, ovviamente, ricambiai, strinse la mandibola e mi sputò addosso delle parole che non mi sarei mai aspettata <<puttaniere? Io? Disse quella che si scopa il suo migliore amico>> no, scusate? Questa da dove l'ha tirata fuori? Scoppiai a ridere, poi lo guardai dritto nei occhi con fermezza, tornando seria di scatto <<io non mi scopo Fin>> un angolo delle sue labbra si incurvò all'insù, mostrandomi un sorriso pieno di disprezzo <<e pensi che ti creda?>> ringhiò avvicinandosi ancora di più come se non fossimo già abbastanza vicini.
Mi scollai da lui con una fermezza che non si aspettava, mi misi davanti a lui, avanzando e spingendolo, così fu lui a trovarsi con le spalle al muro, misi la mano sul pezzo di muro che si trovava tra lo spazio delle sue possenti e sicure spalle e della sua mandibola.
Feci un ghigno, lo guardai dritto nei occhi con freddezza e sputai
<<io non mi scopo Fin, capito?>> in quel momento notai il suo sguardo studiarmi.
Ho i capelli neri con le punte verdi e lisci, che arrivavano ai glutei, adesso però sono legati in una coda alta, quindi mi raggiungono i fianchi, gli occhi sono verdi e la pelle chiara.
Tornò a guardarmi nei occhi, poi con un gesto fermo, mi rimise contro il muro <<non mentire piccolina>> la voleva smettere? Appoggiai un piede al muro, cercai con gli occhi un cartello che non trovai, quindi aprii la finestra accanto a me e presi una sigaretta, l'accesi e ripuntai lo sguardo sulle sue iridi <<hai una sorella?>> quella domanda lo colse alla sprovvista, non se l'aspettava.
Distolse lo sguardo e dopo qualche secondo lo ripuntò su di me, che non avevo mai smesso di guardarlo con un sopracciglio alzato. Non rispose, lo guardai bene nei occhi e scorsi qualcosa <<facciamo finta che abbiate un rapporto e che vi parliate ancora>> mi guardò con dei occhi d'odio, si irrigidì e sputò acido <<non ho mai detto di averne una>> lo guardai senza dire niente, senza reazione, so che non vuole né pietà né niente, dopo qualche secondo di silenzio dove non distaccammo lo sguardo l'uno dall'altro continuai <<la scoperesti mai?>> il modo del suo sguardo così glaciale mi smosse, ma non lo diedi a vedere, aspettai la sua risposta e arrivò <<non è la stessa cosa>> ringhiò in un soffio <<e invece sì>> ribattei <<non cambia niente, io e Fin abbiamo quel rapporto>> si avvicinò sputandomi in faccia parole che mi colpirono nel segno, ma non diedi a vedere <<tu, non ce l'hai un fratello, se no Fin ne avrebbe parlato a qualcuno, non sai qual'è il rapporto tra sorella è fratello, non sai cosa significa averne uno>> lo guardai glaciale, lui non lo sapeva, ma mi aveva scosso più di quanto volessi, ma non mi mossi, dissi solo <<lo conosco da 10 anni e non c'è mai stato niente tra noi, sono sicura che se ascoltassi meglio quello che dice quando parla di me, se vedessi con più attenzione come ci comportiamo l'uno con l'altra avresti il minimo di cervello per capire che tra di noi non c'è niente di quello che pensi>> non distolse mai lo sguardo dal mio, presi il telefono, vidi l'ora e mi staccai dal muro con disinvoltura, guardandolo in un modo da farli capire che me ne dovevo andare, mise fine alla vicinanza tra di noi e quando imboccai la porta lo sentì dirmi <<se sei un'atleta non puoi fumare, ringrazia il cielo se non dico nulla al coach>> mi girai, stava già sparendo dietro la porta che portava alle doccia.
Imbecille.

orgoglio e sensi di colpa (THE SIBLES)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora