Capitolo 64

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//..Elisa..//

<<Eii, sono appena arrivata, dove sei?>> Una voce squillante fuori esce dal mio telefono fino a che degli occhi marroni si posano sulla mia figura e la chiamata si chiude. Daiana mi si avvicina e cerca di abbracciarmi, ma appena incrocia il mio sguardo gelido evita, ma non fa mancare il suo sorriso smagliante.
<<Scusa se alla fine non sono potuta venire alla festa, ma il mio capo mi ha chiamata e mi ha chiesto di coprire il turno del mio collega per un extra e ne ho bisogno>> spiega lei e io annuisco.
Daiana dopo il mio invito di ritornare alla festa, che le avevo dato successivamente che ci aveva portato le pizze, mi ha scritto tutti i giorni chiedendo di vederci e alla fine ho accettato riluttante.
<<Dove andiamo? All'Incury>> annuisco e ci rechiamo verso il bar mentre lei incomincia a raccontarmi figuracce in cui si è trovata coinvolta in prima persona.

*

<<Grazie Elisa, è stato bello vederci, ti andrebbe se lo facessimo altre volte?>> Mi chiede lei e io scuoto le spalle con cenno indifferente, lei sembra contenta del fatto che non gli abbia detto un 'no' diretto e il suo sorriso si allagra <<perfetto, sta sera ti scrivo, ciao Lisa>> mi saluta allegramente sventolando la mano e incominciando ad allontanarsi.

*

Entro in casa sbuffando e appena arrivo noto una sagoma seduta sul mio divano: Fin.
<<El..>> lo ignoro e mi avvio verso la cucina, ma lui mi segue.
<<Dove sei stata?>> Chiede.
<<Oh, io ti devo dire con chi sono stata mentre tu non mi dici che parti il giorno dopo e sei tornato con la puttanella? >> Chiedo aspra, ma con atteggiamento indifferente.
<<Te lo avrei detto..>> cerca di spiegare lui, ma si ferma appena un sorriso spunta sulle mie labbra, poi schiocco la lingua <<mh.. me lo avresti detto? Certo, quando lei sarebbe rimasta incinta o quando ti avrebbe spezzato il cuore di nuovo? >> Non sono in me, ma mi sembra che lui venga da me solo quando con Vanessa non funziona.
<<Elis..>> cerca di afferarmi il braccio, ma lo sposto prima che lo faccia.
Le mie mani continuano tremare, ho la vista annebbiata e mi avvio verso il frigo, lo apro e afferro una birra, devo calmarmi. Vedo la mascella di Fin contrarsi, ma non me ne curo.
<<Per questo puzzi di merda? Ti sei alcolizata tutto il giorno oggi!>> Ringhia e io esplodo.
<<Almeno non torno dalle puttane>> dico con voce piena di rancore, aprendo la bottiglia.
<<Smettila El..>> stringe i pugni lui.
Lo ignoro e mi reco nella mia stanza, ma lui non demorde e appena entra in essa lo vedo arriciare il naso e con gli occhi sono pieni di delusione. Ci sono bustine di droga ovunque, bottiglie di birra, di vino, di qualsiasi tipo di alcolico da tutte le parti. Vedo le sue vene gonfiarsi dal nervoso. Ma a lui cosa interessa? Che torni dalla sua Vanessa, no?
<<ELISA, CAZZO!>> Urla lui e io lo fulmino con lo sguardo.
<<Dimmi che non sei drogata, dimmi che non hai bevuto come in passato, DIMMI CHE NON SEI RICADUTA, DIMMELO!>> urla ad un soffio dal mio viso.
<<E tu dimmi che non sei tornato con quella, dimmi che domani non parti, dimmi che non vuoi tagliarmi fuori dalla tua vita.. dimmelo dai, DIMMELO CAZZO>> ribatto io.
Vedo i suoi occhi studiarmi tutta, appena incontrano le mie nocche spaccate, mi sposta con velocità i capelli di lato mostrando nuove ferite.
Sì, sono andata a fare anche le lotte illegali, ma a lui che importa?
<<Vai via Fin>> ordino dura.
<<Perchè ti sei ridotta così? Perchè sei talmente incazzata? Perchè non riesci a essere felice della relazione ristabilita con Ness? Perchè El? Perchè cazzo..?>> chiede con tono disperato camminando per la stanza, mentre io stappo un'altra birra.
<<Mi avevi detto di non lasciarti innamorare, che l'amore ti avrebbe distrutto, infatti l'ha fatto una volta. Non ti merita, ma continui ad amarla e non ne capisco il motivo, ti stai distruggendo e io non riesco a fare nulla per aiutarti, ho provato a farlo, ma alla fine torni sempre con le troie>> rispondo dura prima di prendere anche una canna e accenderla, per poi fare un lungo tiro.
<<Smettila di chiamarla così El..>> cerca di controllarsi lui ringhiando, ma a me non me ne frega un cazzo, vuole farmi male? Lo faccia, tanto ormai... In quel momento il suo telefono vibra e il nome di Nessa appare sullo schermo e a quel punto esplodo.
<< AVESSI SAPUTO CHE SARESTI TORNATO SEMPRE CON LE ZOCCOLE AVREI EVITATO DI AIUTARTI>>bevo un sorso di birra e subito dopo prendo una bustina, devo necessariamente calmarmi.
<<SAI COSA? AVESSI SAPUTO PRIMA CHE NON HAI INTENZIONE DI CAMBIARE E SARESTI RICADUTA SEMPRE IN STE CONDIZIONI TI AVREI MANDATA FANCULO ANNI FA>> ribatte lui.
Vuoto è quello che sento sempre, ma ora è diverso, ora sento anche di soffocare, se c'erano ancora i cocci del mio cuore ora erano diventati cenere, perché c'erano solo per lui, per il mio migliore amico, per colui che reputo come fratello...

The sibles...


Ha ragione.
Faccio schifo.
Sono un fallimento.
Sono tutto ciò di più orrendo esistente.
<<Fallo allora>> dico dura davanti a lui.
<<No anzi, sai cosa?>> Apro il comodino che abbiamo affianco, prendo un coltello e glielo porgo.
<<Sbarazzati direttamente del problema o lo farò io per te>> dico e non sto scherzando.
Fin ha gli occhi infuocati, non l'ho mai visto così arrabbiato, butta il coltello a terra con una forza assurda.
<<Fottiti Elisa>> ringhia in un sussurro con un sorriso amaro dipinto sul volto.
Si guarda attorno e una volta realizzato che quella era la stanza con più armi mi prende il polso e ci dirigiamo in salone.

<<Spiegami una cosa: lo sapevi com'ero, ti avevo parlato dei miei problemi..>> lo guardo nei occhi come per dirli di salvarsi dal mostro, cioè io. <<..SI PUÒ SAPERE PERCHÈ CAZZO NON TE NE VAI?>> Urlo con voce amara e incrinata.
Salvati Fin, salvati, ti prego.
Mi avvicino al bancone, prendo la bottiglia di vodka, la stappo e in un sorso ne bevo una buona parte.
Fin si avvicina con la mandibola irriggidita e i pugni talmente stretti che sono sbiacati fin troppo; mi prende la bottiglia di mano con poca delicatezza e la scaraventa sul muro ancora piena. <<Fanculo>> ringhia prima di andare via sbattendo la porta, senza darmi il tempo di rispondere e realizzare.
Indietreggio fino a sentire il muro dietro le spalle e mi accascio a terra con i cocci di vetro attorno.
La belva della storia resto io anche quando non sono gli altri a raccontarla.
Perchè non sbarazzarsi della belva?
Prendo la calibro 9 e me la punto sotto il mento.
Addio mondo, la belva se ne andrà.. finalmente.

orgoglio e sensi di colpa (THE SIBLES)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora