Capitolo 45

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//..Elisa..//

<<Dal meccanico>> Fin mi informa del luogo in cui si trova la sua auto mentre io guardo la nuvola di fumo uscire dalla mia bocca.
Mi stacco dal muro in cui ero appoggiata e gli faccio segno di farmi spazio sul muretto in cui era seduto, lui appoggia la testa al muro e incrocia le gambe facendomi spazio.
<<È tanto rotta?>> Chiedo salendo sul muretto.
Il mio migliore amico mi guarda, sbuffa e si passa le mani in un gesto frustrante sul ciuffo <<eh sì, quel coglione mi ha fracassato l'auto, mi costerà una cifra>> risponde, lo guardo alzare la testa al cielo per poi sbattere un pugno con forza al muro di fianco a lui, le nocche incominciano a sanguinargli e io maledico il giorno in cui Ness è entrata nella sua vita come se non avesse già abbastanza problemi, perchè , la sua macchina distrutta è anche a causa di ciò che ha fatto Vanessa, ma questa storia non tocca a me raccontarla...
Spengo la sigaretta sul muro e la butto, gli prendo la mano tra le mie che si ricoprono del suo sangue, lui guarda le nostre mani <<oi>> lo richiamo e quando alza lo sguardo sui miei occhi gli sorrido <<so quanto tu tenga alla tua auto e adesso è distrutta, ma una volta aggiustata sarà come nuova e ci appenderò un fantastico portachiavi per renderla ancora più bella>> lui sorride e cerca di soffocare una risata mordendosi il labbro inferiore <<penso di essere già pieno dei tuoi portachiavi>> afferma, io faccio una finta espressione offesa <<infatti ogni volta che ne aggiungo uno nuovo diventa sempre più perfetta la tua amata auto, dovresti ringraziarmi eh>> <<hai vinto>> risponde lui facendo cadere la testa all'indietro e

la sua risata mi rimbomba nelle orecchie come se fosse il suono migliore al mondo tantè che il mio sorriso si allarga ancor di più, perchè far sorridere l'unica persona che per me ci è sempre stata, che mi ha sopportato, ha sorriso con me nei momenti belli, mi ha difeso quando sapeva bene pure lui che ero nel torto, in privato mi ha fatto le ramanzine e mi ha sgridato quando sbagliavo, nei momenti brutti, nonostante i miei sbalzi d'umore, i miei attacchi di rabbia, nonostante cercavo di allontanarlo trattandolo male perchè pensavo non meritasse di stare accanto ad un mostro come me lui è rimasto lì, si è seduto al mio fianco prendendo la mia mano sulla sua e accogliendo i miei silenzi capendoli senza pronunciare una parola per poi abbracciarmi e prendersi il peso dei miei problemi anche nella sua schiena, è qualcosa di..unico.

*

<<Piano El!>> Mi ordina Fin mentre gli sto faciando le nocche visto che avevo strinto fin troppo le bende.
Una volta finito prendo gli anelli che gli avevo tolto dalla mano e prendo per lavarli dal sangue, mentre lo faccio sorrido nel vedere i miei vicini ai suoi.
Non gli togliamo mai, tutto quello che convidiamo lo porteremo anche nella bara: collane, braccialetti, anelli, tatuaggi...
Glielo passo e lui nonostante abbia la mano dolorante gli rinfila.
<<Tra 30minuti ho Matematica>> affermo sedendomi di fianco a lui e lasciandomi cadere sul lettino dell'infermeria esasperata dalla prossima lezione.
<<Godo>> afferma lui e gli tiro un pugno amichevole sulla spalla.
Le nostre risate si fanno strada per la stanza, poi iniziamo a camminare per i corridoi avviandoci per la mia classe.
<<Ma, purtroppo, io non sono messo meglio: Fisica>> mi informa.
<<Uhh.. questa notizia mi appena migliorato la giornata, sapere che soffrirai è un gran solievo>> rispondo.
<<Ei>> fa lui dandomi una spintarella.
Liquida delle ragazze che gli si avvicinano con la mano, poi mi accompagna fino all'aula di matematica.
<<Auguri brutta merda, buona lezione di matematica>> mi augura il coglione, scombinandomi i capelli e allontanandosi di fretta per salvarsi, gli mostro un fantastico dito medio e entro in aula prendendo il posto in fondo all'aula all'angolo sinistro.
Mi guardo in torno alla ricerca di Mattia visto che questa materia è una delle lezioni che abbiamo in comune, ma dalla porta entra Marco.

//..Mattia..//

Sono in ritardo per matematica, fantastico.
È colpa di Steav e i suoi ormoni che non si contengono: sono andato a casa di una ragazza e ho cercato di farlo uscire di nascosto essendo che il padre di essa era tornato prima, poi l'ho dovuto accompagnare alla confraternita, aspettare si lavasse e si preparasse, fidatevi: ci mette più di 1ora, e andare a scuola.
Entro in classe e analizzo i posti in fondo e incontro immediatamente la figura di Elisa Cooper che si dondola sulla sedia, con il tappo della penna in bocca e i piedi sul tavolo,

come al nostro primo incontro e sorrido.

Spostando lo sguardo noto il suo zaino sulla sedia e appena alza lo sguardo e incrocia il mio sorrido ancor di più spontaneamente e lei fa lo stesso

regalandomi uno dei sorrisi più belli che abbia mai visto.

Sposta lo zaino invitandomi a sedermi, Elisa mi ha tenuto il posto? Dove mi trovo? In un universo parallelo?
Mentre mi avvio verso di lei qualcuno mi tocca il braccio sensualmente, mi giro e vedo Asia, mi divincolo dalla sua presa guardandola male, lei mi guarda non capendo, ma la ignoro.
Quando alzo lo sguardo verso Lisa mi sta guardando male, sbuffo e mi avvicino, mi siedo <<dai, l'ho tolta, non fare la gelosa>>.
<<Io non sono gelosa>> afferma facendo finta di niente.
<<Sisi>> rispondo ridendo e il prof inizia la lezione.

*

Elisa sta guardando il nulla, ascoltando la musica con le cuffie, appoggiata alla mia spalla, mentre mordicchia la penna, io la sto guardando quando ad un certo punto qualcuno spalanca la porta e 5 uomini in divisa da polizia varcano la porta, tra cui riconosco mio padre.
<<Che modi.. possiamo esservi utili?>> Chiede il prof.

<<Cerchiamo Elisa Cooper>>

annuncia mio padre e tutti si girano verso la ragazza appoggiata a me ignara di quello che sta succedendo a causa delle cuffie.
Lo sguardo di mio padre segue quello dei altri e quando si posa su me ed El irrigidisce la mascella guardando me con rimprovero e lei con odio.
Marco si gira e abassa le cuffie ad Elisa che lo guarda non capendo, lui le fa cenno verso i poliziotti e lei gli analizza con lo sguardo uno ad uno, finchè non arriva all'uomo che mi ha creato e mette una mano in tasca, mio padre tira fuori la pistola e la punta verso di lei.
<<Le preghiamo di avvicinarsi>> dice riferendosi ad El, lei lo guarda seria non muovendosi di un millimetro.
Anche gli altri 4 poliziotti tirano fuori il ferro, mio padre la carica e Lisa ispiziona la stanza per poi sorridere in modo inquietante.
Cosa sta succedendo?

orgoglio e sensi di colpa (THE SIBLES)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora