Capitolo 56

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//..Elisa..//

Aaron spalanca gli occhi, mi fa abbassare la testa e me la copre con un braccio, non capisco il perchè di questo movimento brusco e ad aggiungermi altro stupore è un colpo sul suo braccio talmente forte che riesco a sentirlo pure io sul capo e un rumore assordante : un vaso che si scaglia sul muro attaccato al divano in cui siamo seduti io e il mio collega della morte.
<<Merda..>> fa lui togliendo il braccio dalla mia testa e portandosi l'altra mano sulla ferita che il vaso gli ha causato, io guardo i cocci per terra e poi in torno, la ragazza con cui si trovava Mattia ora è da sola con le mani portate alla bocca come se fosse spaventata, seguo la direzione del suo sguardo e quando lo vedo il mio cuore perde un battito: si sta picchiando con qualcuno, mi alzo subito in piedi e lo raggiungo, ma non riesco a capire qual'è l'altro sfidante.
Io non sono contro alle risse, assolutamente, le amo e le pratico io stessa, ma vederlo fare da lui.. ho paura delle conseguenze.. paura.. da quando provo questa emozione per lui..? Da quando m'interessa le conseguenze che hanno le sue azioni? Dai El, si fa altre ragazze davanti a te e tu vai a salvarlo.
Questo è quello che penso, ma non mi fermo.
Fanculo i miei pensieri.
<<O VI FERMATE ORA O VI SPACCO TUTTE LE OSSA UNA AD UNA>> urlo con tono minaccioso e entrambi si fermano al suono della mia voce, ma non per paura stranamente...
<<Lisa>> dice Tia alzandosi da sopra il suo avversario e raggiungendomi mettendomi le mani sulle spalle e studiandomi tutta, noto il labbro spaccato e qualche parte di pelle arrossata, nulla di grave.
<<Stai bene? Non ti ha colpito il vaso, vero?>> Chiede preoccupato e non smettendo di studiare ogni minima parte del mio corpo come per cercare qualcosa che non vada <<sto bene>> affermo mettendoli in un gesto spaventosamente spontaneo la mano sulla mandibola per calmarlo, il suo sguardo a quel gesto saetta nei miei occhi, ma non fa nulla per sottrarsi al mio tocco, anzi, chiude gli occhi come per bearsi di quel contatto, tolgo la mano esitante, cosa non da me, Elisa Cooper è sempre sicura.
Che cazzo mi sta succedendo?
Sbuffo.
<<Ti sei spaccato il labbro>> affermo posando lo sguardo sulle sue labbra e me ne pento subito: si incurvano in un sorriso malinconico e allo stesso tempo meraviglioso che mi fa venire una fitta al cuore.
<<T'interessa piccolina?>> Chiede e a quel nomignolo, che tanto odiavo, l'unica briciola rimasta dalle ceneri del mio cuore batte finalmente dopo tanto tempo.

//..Mattia..//

Elisa Cooper.
L'unica persona che non riuscirò mai a dimenticare e a lasciar andar via dalla mia mente, io non credo ancora nell'amore perchè io non l'ho mai ricevuto neanche da mio padre, ma mentre la guardo non riesco a fare a meno di pensare che da quando l'ho incontrata qualcosa è cambiato, ma non so cosa o magari sì.. ma non ho il coraggio di ammetterlo.
<<Mi dispiace..>> la sento sussurrare.
Non chiede mai scusa aveva detto il suo migliore amico, ma lo sta facendo proprio in questo momento e un'altra cosa sorprendente è che non mi sta guardando con il suo solito sguardo di sfida, freddo, indifferente e tagliente, anzi, non mi sta guardando affatto.
Le alzo il mento con l'indice <<per cosa?>> Chiedo non capendo.
<<Per essere il mostro che sono e che non meriti>> dice con voce spezzata guardandomi finalmente nei occhi, quei suoi occhioni verdi in cui ho sempre visto i fantasmi con cui combatte ogni giorno e a cui in questo memento si è data per vinta.
Non penso di essermi mai sentito così vuoto, sto provando una sensazione simile a quella che ho provato alla morte di mia madre, non voglio che El muoia dentro, non lei.. ma non so se sono in tempo per salvarla, in più lei non vuole essere salvata da me.
Mi ha chiesto di starle alla larga.
<<No, non vogl..>> non riesco a finire la frase che mi appoggia l'indice sulle labbra e sul naso per spronarmi a non parlare <<non dire nulla, non voglio.. non.. no..>> dice ed è la prima volta che vedo Elisa Cooper così vulnerabile.
<<El..>> inizio, ma mi fermo appena vedo una singola lacrima solitaria rigare sul suo viso, la asciugo col pollice e una volta fatto non tolgo la mano dal suo visino perfetto, gli accarezzo la guancia e lei chiude gli occhi.
<<Voglio che mi guardi>> le dico e lo fa, punta i suoi smeraldi verdi su di me e il mio corpo viene attraversato dell'ennesimo brivido.
<<Tu non sarai mai un mostro ai miei occhi perchè sei sempre stata tutto il contrario, vali molto El, moltissimo cazzo e sei l'unica a non renderti conto di quanto tu sia maledettamente perfetta, sono i tuoi fantasmi a farti pensare il contrario, sono i tuoi sensi di colpa a rovinarti, è il tuo orgoglio a maledirti.. sei tu stessa a farti odiare..>> le appoggio l'altra mano sulla vita, mentre quella appoggiata sulla sua guancia passa ai capelli lunghi e mentre gli accarezzo mi chiedo il significato delle punte verdi, perchè so che c'è, lo vedo da come El le guarda sempre.
<<Se tu sei un mostro io voglio morire al costo di provare a starli accanto>> dico sicuro <<ma sempre se la bambina mostro lo vorrà>> finisco sorridendo e lei fa lo stesso.
<<Non posso farti questo>> afferma in un sussurro malinconico.
E io la bacio delicatamente sperando di cancellare ogni suo dubbio.
Mi era mancata.

orgoglio e sensi di colpa (THE SIBLES)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora