Capitolo 18

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//..Mattia..//

Le avevo chiesto silenziosamente di restare in quel abbraccio, non perchè io sia una persona affettuosa o perchè poi voglia prenderla in giro più in là, anzi, spero che lei non lo faccia con me.
L'avevo fatto perchè io non ho mai ricevuto un'abbraccio del genere.
Gli unici abbracci che ricevo sono quelli insignificanti: quelli dei miei amici che lo fanno solo per salutare, uno vero non me l'hanno mai dato, come non me l'ha mai dato la mia famiglia e chiunque in questa terra.
Ho ricevuto abbracci di compassione, questi mi irritano da morire.
Poi ho ricevuto abbracci "obbligati" e falsi, sono insopportabili.
In poche parole odio gli abbracci o almeno quelli che avevo ricevuto fin ora, ma.. ma quel suo abbraccio era diverso, era maledettamente stupendo, anzi, "stupendo" è un insulto al significato che aveva.
Il suo non era un abbraccio tanto per, aveva un significato; il suo non era un abbraccio di compassione, non lo era per niente, lei non provava pena per me, ma non era assolutamente un abbraccio falso.
Era tutt'altro..era l'abbraccio più bello che io abbia mai ricevuto, perchè lei con questo abbraccio voleva dirmi 'so che ne hai bisogno, non perchè sei debole, ma perchè sei forte, non perchè ho pena di te, non perchè mi sento in obbligo di farlo, ma perchè te lo meriti un abbraccio vero, dove io ti sto dicendo che so che ce la farai, non che puoi farcela, io lo so'.
Quando le chiesi di restare lei non si oppose, aveva capito che ne avevo bisogno, controllò la maglietta che mi aveva legato e si appoggiò al mio petto mentre le mie braccia l'avvolgevano, in quel momento mi venne in mente lei nello spogliatoio che mi chiedeva di mia sorella e vide che non gli risposi, ma probabilmente aveva visto di più perchè non insistete con quella domanda, andò avanti dicendo una cosa che mi fece rimanere di stucco: 'facciamo finta che abbiate un rapporto e che vi parliate ancora' solo guardandomi nei occhi era riuscita a capire una cosa che nessuno sapeva, ma non sa il perchè...
Poi mi venne in mente lei alla festa che mi aiutò, nonostante io potessi resistenza, quando vomitai non si scansò e la mattina seguente mi disse 'quello che è sucesso ieri, non lo dirò a nessuno e non lo accenerò mai' e così fu, neanche a Fin che è il suo migliore amico lo disse e non ne parlò mai, anche se aveva miliardi di motivi per rinfacciarmelo e raccontarlo a tutta la scuola, mi venne in mente di quanto lei ebbe fatto per Fin.
Dopodiché mi venne in mente lei la prima volta che l'ho incontrata: non era vestita provocante, aveva una tuta e una maglietta del mio cantante preferito, mi stupì che lo ascolta, aveva i piedi sul banco e dondolava sulla sedia, stava ascoltando la musica, ma era comunque fottutamente bella, la notai subito, quando le sbattei le mani sul tavolo fece un'espressione scocciata e sembrava spazientita dalla mia presenza. Non mi conosceva, assurdo eh? Chi non mi conosce? Poi non obbedì a quello che gli dissi, mi tenne testa fino alla fine e quando mi sedetti al posto di fianco a lei con delle ragazze che neanche mi ricordo il nome che strillavano e ci provavono con me lessi nei suoi occhi i peggiori insulti immaginabili, ma non me la diede vinta, mi ignorò tutto il tempo; mi venne in mente lei che mi gridava di non chiamarla piccolina (cosa che faccio ancora), lei che scese al campo da basket con la divisa e così scoprii che è entrata in questo college grazie ad una borsa di studio per esso e se deco essere sincero è fortissima nel basket, mi venne in mente lei che mi incediò sul posto quando le dissi che sarebbe un piacere averla alla mia festa, mi venne in mente lei che mi dava del puttaniere, lei che teneva testa a Carlos, lei qualche minuto prima che insultò e minacciò quel tipo.
Probabilmente non sapeva che quando si comportava così mi faceva venire un erezione.
Alla fine mi venne in mente il cambio di espressione che ebbe avuto quella volta negli spogliatoi quando le dissi che lei non aveva un fratello e non sapeva che rapporto ci fosse tra essi, vidi i suoi occhi perdere per un secondo la sicurezza che avevano, ma si ristabilirono subito, nessuna persona che non aveva sofferto come me e lei poteva averlo notato, i dettagli son fatali, poi mi ricordai di lei alla festa con la sua amica, si avvicinarono ad un tipo che assomigliava terribilmente a quest'ultima, infatti scoprii che era suo fratello, loro si abbracciarono e in quel momento la vidi sorridere, quel sorriso così fottutamente bello che mi ci persi, ma poi lo vidi diventare amaro fino a spegnersi, il mio sguardo in quel momento saettò nei suoi occhi che erano spenti più che mai, ma c'era anche rancore, mi venne in mente come la chiamata di quell'uomo l'aveva destabilizzata, ma che cercò di non farmelo notare, mi venne in mente Fin e la sua paura che El bevesse o assumesse droghe.
Adesso invece c'è lei con la testa sul mio petto solo perchè io le ho fatto questa richiesta silenziosa dopo che qualche secondo fa mi abbracciò dandomi l'abbraccio migliore della mia vita, senza che nessuno le chiedesse di farlo.
Elisa era fredda, testarda, menefreghista, orgogliosa, aggressiva, sicura, questa era la versione che tutti vedevano di lei, ma Lisa era pure la stessa ragazza che andò alle 3.00 di notte dal suo migliore amico in discoteca, ero pure io al Sittey quel giorno, avevo visto la scena, anche quando lei picchiò Vanessa, come cercò di consolarlo, quanto era preoccupata e quanto ci teneva a lui, non la conoscevo ancora, ma quando la vidi qualche mese dopo al banco della classe di latino la riconobbi subito; era la stessa ragazza che alla festa picchiò la ex di Fin perchè sapeva che gli avrebbe del male, la stessa che fa sempre il tifo per lui in qualsiasi caso, la stessa che lo difende, neanche fosse la ragione della sua vita, la stessa che fa e farebbe di tutto per lui, El è la stessa persona che mi ha aiutato alla festa e ora, la stessa a cui leggo nei occhi il dolore.
Quindi, chi è Elisa Cooper? Vorrei saperlo, vorrei conoscerla al cento per, adesso ho la possibilità di mettere un tassello del puzzle.
<<El>> la richiamo, lei alza un po' la testa per guardarmi nei occhi e invitarmi a continuare <<mi manca la quinta domanda>> annuncio, lei annuisce.
<<Dove si trova la tua famiglia?>> Si irrigidisce di scatto <<l'hai già fatta questa domanda>> dice fredda come non mai, ha ragione.
<<Okay, quindi, che fine ha fatto la tua famiglia? Questa è diversa>> non parla, la sento sempre più rigida, sta stringendo talmente forte la mandibola che temo le si rompi, i pugni che aveva stretto le fanno sbiancare le nocche talmente tanto che si notano nonostante il buio, le prendo una mano invitandola a non rompersi le dita, ma non mi ascolta <<Fin dice che tu rispetti sempre le regole dei giochi>> annuncio, dopo qualche secondo interminabile sospira <<in carcere>> dice con un tono di voce privo di emozioni.

orgoglio e sensi di colpa (THE SIBLES)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora