29.Luke

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Non sono mai stato paziente,mai,odio dover aspettare più del dovuto e cose simili,anche se capita alla gente fare ritardo(anche a me),ma mi da fastidio.
Sono a scuola e sto aspettando Amber solo che ci sta mettendo un po'.
Sono le 17:45 e la mia pazienza è al limite,visto che dobbiamo pulire anche la palestra.
Anche perché ho litigato ancora con i miei genitori,è stato peggio del solito perché ci siamo messi le mani addosso.
Sento lo scricchiolio di un cancello che si apre,noto che è arrivata Amber.
E corre fino a dove sono io e appena mi è davanti le faccio una di quelle occhiate che ti infuocano nel momento.
Amber prende un'attimo fiato e inizia a dire-"Scusami se ho fatto ritardo,perché stavo lavorando e..."-
-"Delle tue scuse non me ne faccio niente.Ora entriamo dentro la scuola che dobbiamo pulire il doppio oggi"-le comunico con un po' di rabbia nella voce.Sono ancora incazzato.
Amber nota che non sono dell'umore giusto(come ogni giorno ormai)e sta zitta.
Prendo le chiavi dalla tasca dei pantaloni ed ci incamminiamo verso la porta,che poi apro.
Camminiamo per il corridoio in totale silenzio fino a quando non entriamo in mensa.
-"Come sempre"-le comunico freddo prendendo degli stracci per pulire i tavoli.
Amber annuisce e se ne va dalla sua parte dopo aver preso quel che le serve.
Mi sento come se stessi per scoppiare dai problemi che mi affliggono.
Mio padre...vorrei non fosse davvero lui mio padre,ma peccato che è lui e mi ha trattato di merda per anni.
Mia madre invece mi ha ignorato.
Lei non mi metteva le mani addosso,ma quando lo faceva mio padre si sentiva bene e ogni volta che piangevo...niente.Non le fregava niente.
Non sono mai andato da uno psicologo o cose simili e mai ci andrò,per un semplice motivo:non mi fido di nessuno.
Prendo la scopa e inizio a spazzare il pavimento.
-"Stai...stai bene?"-mi chiede Amber,ovviamente intimorita,spazzando anche lei il pavimento.
-"Farti i cazzi tuoi no?"-le dico freddo solo come il ghiaccio sa essere.
-"Voglio solo...aiutarti"-mi risponde timida con una voce troppo dolce per essere di una ragazza di diciasette anni.
-"E come mi aiuteresti scusa?Aiutandomi a preparare la lametta?"-le chiedo sferrando un colpo basso,troppo,perfino per me.
Amber sgrana gli occhi incredula e gli cade la scopa a terra improvvisamente.
Lo ammetto,sta volta ho esagerato.
Si china a terra per prendere la scopa e poi lo afferra con tutte e due le mani e con la testa bassa.
Credevo stesse per piangere,invece appoggia la scopa ad un tavolo e si avvicina a me lentamente.
Rimango fermo dov'ero e la guardo avvicinarsi.
Solo ora noto com'è vestita.
Addosso ha una camicetta bianca a maniche lunghe,leggera e che le fascia bene il seno.
Ha una gonna nera che le arriva a più di metà coscia con sotto dei collant,con delle scarpe bianche.
Non l'avevo mai vista elegante dopo il ballo della scuola.Quindi stava davvero lavorando?
-"Non voglio aiutarti a...preparare la lametta,ma a parlare sinceramente"-mi comunica ad un metro da me di distanza.
-"I problemi non si risolvono a parole,ma a fatti."-le dico serio come non mai fermandomi.
-"Quando ti metti a parlare con qualcuno ti togli un peso,lo sai?"-mi comunica accorciando la distanza tra noi.
-"E sai che dovresti mettere in atto anche tu quello che dici?"-
Mi guarda nei occhi per neanche venti secondi e poi gli abbassa non reggendo il mio sguardo che diventa sempre più duro.
-"Ti ho raccontato qualcosa ieri del perché io...mi distruggo da sola.Adesso direi anche tu dovresti parlarmi un po' di te"-dice con un po' di timore a chiedere certe cose a me.
-"Tu per me non sei nessuno e pretendi che ti racconti i miei problemi?"-le dico sempre più minaccioso,prendendola con una mano dal colletto della camicetta.
-"Anche tu per me non sei niente e qualcosa te l'ho detto"-controbatte Amber sfidandomi.
Lei non sa se qualcuno mi sfida finisce male,per chi mi sta sul cazzo malissimo invece che di male.
-"Solo perché sei stupida e non pensi due volte a quello che dici"-ribatto avvicinandomi al suo viso e da qui vedo perfettamente i suoi occhioni azzurri che brillano di paura e di sfida.
-"Forse non penso due volte a quello che dico,ma tu non pensi neanche una volta a quello che fai"-sferra il colpo decisivo.
La mia pazienza sembra proprio non esistere o che non sia mai esistita.
Le do uno schiaffo forte sulla guancia e la faccio indietreggiare fino a quando non si scontra con un tavolo e la faccio cadere sopra.
Amber nota di essere finita sdraiata sopra ad un tavolo e quando cerca di rialzarsi ed allontanarsi,le prendo i polsi e ieli tengo stretti sopra alla testa.
-"Tu non scappi ora"-le dico facendola tremare tutta dalla paura.
Se l'è proprio certa questa volta.Poteva stare tranquilla a fare il suo lavoro ed io non facevo niente,invece fa la prima donna e ora ne paga le conseguenze.
Vedo in che modo siamo disposti e no...lei è per metà sdraiata sul tavolo ed io sono chino su di lei che le tengo i polsi per non farle fare niente.
La sua camicetta è rialzata e le scopre un po la pancia,Amber se ne accorge cerca di coprirsi,ma io non la lascio anzi con l'altra mano iela alzo fino alla vita ed Amber da quanto sento dall'avvicinanza ha il fiato corto.
-"Luke p-perfavore n-non farmi niente"-mi supplica Amber con la voce un po' spezzata credo dalle lacrime che cercano di uscire dai suoi occhi,solo che cerca di non piangere.
-"Non preoccuparti che di scoparti non ci penso proprio.È più provocante il tavolo che te"-dico facendole capire che non ci avevo nemmeno pensato.
Amber non dice niente.
Sento solo il suo respiro irregolare.
-"Se non vuoi fare una brutta fine,e ti dico ne sono capace,ora sta zitta e fa il tuo lavoro.Sul serio questo è l'ultimo avvertimento"-le dico minaccioso sfiorandole le labbra.
-"Okay ora s-sto b-buona"-balbetta Amber cercando di staccarsi dalla mia presa,ma non la lascio andare.
-"Io non ho ancora finito"-sussurro al suo orecchio incudendole terrore.
Amber mi guarda coi occhi sgranati e io faccio un sorriso che non promette niente di buono.
Lascio la presa sui suoi polsi e Amber si alza fino a mettersi seduta e io con una mano avvolgo i suoi capelli in un pugno,facendola gemere di dolore.
-"Provocami ancora sei finita"-la minaccio guardandola dritta in faccia.
Amber annuisce e le lascio andare i capelli.
Mi allontano e prendo la scopa per spazzare il pavimento e do un'occhiata ad Amber che si sta sistemando la camichietta per non far intravedere niente e si sistema i capelli,prendendo poi la scopa e pulendo anche lei.

*Angolo scrittrice *

Quel forse si è avverato.
Ecco un'altro capitolo sfornato.
Stranamente non alle una emmezza quasi due ma alle dodici e quaranta sette.Record gente.
Iniziamo dal fatto che se descrivo certe cose non significa che sono esperta a riguardo.Le scene un po' -"Oddio ora si baciano"-(non avverate)non ne so niente.Scrivo solo quello che mi immagino e quello che leggo nei libri.
Solo i baci se parliamo di cose più spinte vedete quante ne so in questione visto che a scuola una volta abbiamo parlato di gravidanze e sono quasi svenuta.(sono una persona strana)
Dopo aver scritto qualcosa di personale,troppo(perché l'ho fatto),e volevo ringraziarvi delle 134 lettura.
Per me è un traguardo!Mi seguite più voi che le persone nella vita reale.
Grazie per il supporto e di leggere la mia storia.Davvero per me vuol dire molto.
Buona notte a tutti(come già detto non seguite questo brutto esempio che sono io).

Jess ❤

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