OMAR
La fissai con tristezza.
"Non mi va di parlarne"
Ci aveva visto giusto. Quegli incontri erano un modo per punirmi.
Confessare il motivo per cui mi ero trovato a quegli incontri forse mi sarebbe servito a fare pace nel mio cuore, ma non volevo
D'improvviso fu lei a parlare.
"Anche a me non va di parlare di certe cose, ti capisco...ma parlarne fa bene" si rivolse con lo sguardo a me puntandomi fisso, "Ho rischiato molto in salute anni fa. Ancora oggi non uso bene il braccio destro e la mano, come avrai notato..." si fece seria.
Aveva rischiato molto in salute?!
La sua mano...
Non lo avevo notato. Credevo fosse mancina...
"Veramente non l'ho osservato" sgranai gli occhi sospendendo quello che stavo facendo. Ero incredulo, "E come mai se posso chiedere"
"Ho avuto una brutta infezione... sono stata male per un po', anche se alla fine si è risolto quasi tutto per il meglio" tagliò corto accennando un sorriso.
"Mi dispiace... So quello che vuoi dire..." i miei occhi tristi trovarono i suoi, "Devi esserti sentita sbagliata anche tu allora. Quando non sei come gli altri, lo sei..." aveva sofferto anche lei quindi, "Sono contento comunque per te che si sia risolto quasi tutto" proseguii.
Almeno per lei era cambiata la sua vita...
"Non il braccio e la mano però... non sono più tornati normali come prima"
"Per me sei come tutti... e poi le persone normali non fanno per me. A dirla tutta non mi piacciono proprio" mi strinsi nelle spalle.
"Credo che tu sia il primo estraneo a cui lo confesso"
"Beh, io non sono più un estraneo. Ci conosciamo adesso. E poi siamo quasi amici" sorrisi, "Non è una cosa da poco"
Un sorriso schietto e amichevole che faceva resistenza ai miei tatuaggi da bad boy.
"E' vero!" fece lo stesso.
Mi ammutolii. Non sapevo che altro dire.
Quello che mi aveva confessato era una confidenza che non mi aspettavo.
"Allora... vuoi dirmi perché vuoi farti del male?" insistette.
Non obiettai alla sua domanda questa volta.
"A volte ho bisogno di evadere... forse è per questo. O magari no... è il fuoco che sento dentro in quei momenti che mi fa sentire che esisto ancora, forse sono tutte e due le cose messe insieme... non ci ho mai pensato" risposi.
Non ci avevo mai pensato davvero.
"Che vuoi dire con ho bisogno di evadere?"
"Hai presente quando non puoi scappare da qualcosa che non avresti mai voluto? È come se la mia vita fosse una prigione. Non so se rendo l'idea..." rimase in silenzio, "Beh, io mi sento così il più delle volte almeno... Ti comporti bene... speri di uscire per buona condotta, ma non è così... La vita prima o poi esagera... non ti lascia andare... La cosa più brutta è che ti colpisce lei prima o poi senza preavviso. Ti fa del male ugualmente e non puoi farci niente... solo sentirti in colpa per non essere riuscito ad evitarlo. Preferisco deciderlo io come e dove farmi male"
Quella risposta non faceva che confermare i suoi dubbi, lo sapevo, ma dava un'altra spiegazione alla mia accusa. Non erano le scommesse legate a quei combattimenti che mi interessavano; forse volevo farmi del male davvero come aveva intuito lei.

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Ancora tu...
ChickLitPuò l'amore curare ogni cosa? Un cuore malato e ribelle come quello di Omar, o uno triste, provato dalla vita e rassegnnato come quellp di Bianca? La rabbia di Omar e il rimorso per una madre che non c'è più lo porta a combattere in incontri illega...