OMAR (seconda parte)
...
Cominciò a camminare lungo il corridoio voltandosi indietro per parlarmi.
La seguii.
"Vi ho spostato nella stanza in fondo al corridoio per oggi, spero non sia un problema per lei. Almeno non vi disturberà nessuno"
Mi dava pure del lei, da non credere!
"Non c'è problema" risposi di nuovo responsabile.
Tanto un posto valeva l'altro. Era il tempo che dovevo stare lì dentro la scocciatura...
"Bianca preferisce portare avanti incontri individuali per qualche tempo... prima di affrontare i gruppi, intendo. Magari parlate un po' nel frattempo, vi conoscete insomma... Credo che sia la scelta migliore"
Assentii un'altra volta.
Fantastico! Non chiedevo altro. Io solo con una fattucchiera, indovina, stregona, maligna come la De Angeli? Il nome Bianca poteva essere solo un diversivo, un'illusione di innocenza anche se aveva sottolineato essere una persona squisita. Anzi sicuramente!
Di solito non ero fortunato...
La seguii fino ad una porta bianca chiusa e lì mi fece accomodare su una sedia di plastica azzurra.
Ci siamo...
Una sorta di nausea mi strinse lo stomaco.
Sfilai il giubbotto blu e me lo posai in grembo. Poggiai i gomiti sulle ginocchia sbuffando e saltellando una gamba nervoso.
Non ci dovevo andare, mi ridissi seguendola con lo sguardo. Era tutto stonato!
Si avvicinò alla porta e l'aprì un poco.
Non che fossi agitato per l'incontro, ma avevo uno strano presentimento.
Era la sceneggiata che avrei dovuto interpretare il mio cruccio. Dovevo cercare di farmi scontare presto la pena. Ma che cosa era meglio dirle?
Fare il pentito, la vittima, o lasciarmi redimere?
Già me la vedevo questa Bianca, con gli occhiali sul naso e l'aria da zitella incallita... dietro a una scrivania a fare discorsi sul valore della vita e stronzate simili.
Non mi andava affatto di ascoltarli. Ne avevo le palle piene!
"Bianca" la direttrice si sporse un poco dentro per annunciarmi, "E' arrivato Fosco"
Una voce femminile parlò dall'interno.
La direttrice approvò sorridente.
"Appena esce Cinzia, la segretaria, può entrare" mi informò, "La saluto signor Fosco. Benvenuto tra noi!" mi alzai subito.
Benvenuto tra noi un corno! Benvenuto all'Inferno, se mai... "Buona serata!" aggiunse congedandosi e tendendomi di nuovo una mano cordialmente.
L'afferrai disegnando un sorriso falso come prima sul viso.
Una cazzo di serata... sfuggì al mio cervello, non era affatto una buona serata.
Sprofondai di nuovo sulla sedia, mi appoggiai all'indietro allo schienale sospirando e allungai le gambe, intrecciando le dita delle mani sul ventre guardandomi intorno.
Non c'era nessuno da quelle parti.
Solo si sentiva in sottofondo il brusio di voci femminili.
Che palle, mi ridissi sbuffando.
Non ci dovevo venire...
Quella frase era un continuo tormento. Continuavo a ripetermela, quasi potesse rendere più digeribile quello che mi aspettava.
Cercai di distrarmi.
Sulla parete bianca di fronte il ragazzo sorridente di un cartellone mi guardava con l'aria da cretino.
IL CENTRO NON E' SOLO UNA FAMIGLIA, E' DI PIU' c'era scritto in mezzo in alto.
Sì... è una rottura di coglioni incredibile, concluse la mia ragione.
Tirai fuori dalla tasca posteriore dei pantaloni il telefonino.
Guardai un'altra volta il display con insofferenza: le 16 e mezza.
Alle 17 avevo un impegno, decisi. Mica potevano tenermi lì a forza, giusto?
Ruotai i pollici uno sull'altro per trovare un passatempo.
5 minuti dopo...
Niente.
Il tempo scorreva ed io ero sempre lì. Seduto su quella sedia azzurra...
Quanto dovevo aspettare ancora?
Un altro minuto e me ne andavo sul serio...
All'improvviso una voce si avvicinò alla porta chiusa.
Scattai in avanti in attesa.
Alla buon'ora...
Una ragazza coi capelli corti bruni, una minigonna di jeans che lasciava scoperte le sue lunghe gambe toniche e tacchi alti aprì la porta ed uscì fuori lasciandola socchiusa.
Però... considerai incontrollabilmente squadrandola.
Magari era lei la mia assistente sociale. Avevo fatto ragionamenti troppo affrettati...
Un riso malizioso si accese in contemporanea.
Subito mi ricomposi tirando indietro i capelli sulla fronte.
"Ciao"
"Ciao!" le sorrisi incretinito.
"Ti lascio aperto... puoi pure entrare"
Il mio giubilo si spense all'istante.
Non era lei cavoli! Certo che no, che mi credevo? Non si poteva avere quella buona sorte... quel bocconcino era la segretaria... a me la fattucchiera toccava...
"Avanti!" gridò con fare autoritario qualcuno dall'interno.
Sentii dei passi avvicinarsi e vidi la porta spalancarsi.
Sospirai e mi alzai prendendo il giubbotto.
Disgraziato il giorno che avevo deciso di accettare...
Feci un passo avanti ed alzai gli occhi.
Quando per poco non mi venne un colpo...
***
E qui mi fermo...
So che qualcuno era impaziente.
Dovrete davvero aspettare fino a domani.
Buona serata a tutti!
![](https://img.wattpad.com/cover/347521629-288-k163763.jpg)
STAI LEGGENDO
Ancora tu...
ChickLitPuò l'amore curare ogni cosa? Un cuore malato e ribelle come quello di Omar, o uno triste, provato dalla vita e rassegnnato come quellp di Bianca? La rabbia di Omar e il rimorso per una madre che non c'è più lo porta a combattere in incontri illega...