OMAR
Che altro potevo fare?
Aveva ragione su tutto. Bianca mi faceva paura perché mi metteva di fronte a ciò che ero diventato e mi spingeva a superare quel dolore, infondendomi fiducia. Ma non sapevo se era giusto farlo. Se lo avessi lasciato alle spalle avrei lasciato alle spalle anche mia madre? Quel dolore mi teneva legato a lei. Lo credevo! Ne ero fermamente convinto.
Bianca sola lo aveva capito e mi aveva spinto a provarci comunque perché, diceva, non era sbagliato. Perché mia madre ci sarebbe stata comunque in me...
Ma c'era un'altra cosa che si rimescolava in me: la voglia di lei.
"Bianca!" saltai in piedi.
Lei si voltò e restò sospesa, in attesa che dicessi altro.
"Io non voglio... io..." non potevo proseguire proprio come un attimo prima. Avrebbe voluto dire confessarle che avevo bisogno di lei, che ne avevo sempre avuto.
Non potevo... no... non potevo...
"Grazie... per essere rimasta stanotte... e per esserci sempre stata... per me..." se anche non ricordavo ogni dettaglio, lei mi era restata accanto e mi aveva stretto vicino a sè. E l'avevo sempre trovata accanto a me, quando ne avevo avuto più bisogno. Almeno quello dovevo dirglielo.
Mi aveva avvolto in quelle braccia in cui avrei voluto stare per sempre. Così come mi ero svegliato: stretto a lei.
Se non avessi avuto lei non avrei avuto davvero più niente.
I miei occhi catturarono i suoi per un lungo istante. In quegli occhi c'era tutto ciò che avrei voluto e tutto ciò che speravo di diventare: un uomo libero di vivere, libero dai sensi di colpa, un ragazzo come tutti. Libero di amare... di amare lei...
Ma non avrei potuto obbligarla a fare lo stesso. Aveva già fatto tanto a rimanere quella notte. A cercare di darmi fiducia come aveva provato.
Chinai il capo abbattuto.
Senza dire nulla lasciò cadere la borsa a terra. Sollevai lo sguardo verso di lei che con uno slancio improvviso e inaspettato fu sulle mie labbra e tra le mie braccia.
La strinsi forte a me baciandola con lo stesso impeto. La sua mano calda si appoggiò sul mio viso e salì fino ai capelli. Le accarezzai la schiena con foga e delicatezza insieme. Per la prima volta il cuore mi battè in gola. Un'emozione mai provata prima mi stava travolgendo. Tutti i pezzi disordinati di me erano i suoi fino alla parte più infinitesimale di ciò che ero.
Mi accarezzò la nuca ed io il suo volto.
In un crescendo di ardore che non riusciva a staccare le nostre labbra se non per consentirci di riprendere fiato.
Ad ogni respiro...
ad ogni tocco...
ad ogni bacio...
le appartenevo un po' di più.
Respiravo il profumo della sua pelle, della sua bocca, del suo fiato... respiravo lei in me.
Le sue dita sfuggirono incontrollate sotto la mia maglia. Trovando la mia pelle nuda e persi del tutto la ragione.
La mia bocca famelica percorse la linea del suo collo... del suo mento. Per tornare sulle sue labbra per l'ennesimo bacio.
Respiravo il profumo dei suoi capelli... percepivo il suo calore...
Inaspettatamente si fermò ansando.
Quando riaprimmo gli occhi il suo viso era contro il mio.
Le sue labbra ad un soffio dalla mie.
Non volevo finisse così. Desideravo lei... desideravo noi...
Quasi avevo timore di chiederglielo...
"Per te insomma... andrebbe bene?" sapevo avrebbe capito.
Non potevo lasciarla andare. Non ora che quel bacio non era nato per una necessità come la prima volta.
"Sì" sussurrò.
Ero già in quel verde smeraldo... c'ero con tutto me stesso...
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Ancora tu...
Chick-LitPuò l'amore curare ogni cosa? Un cuore malato e ribelle come quello di Omar, o uno triste, provato dalla vita e rassegnnato come quellp di Bianca? La rabbia di Omar e il rimorso per una madre che non c'è più lo porta a combattere in incontri illega...