CAPITOLO 34

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OMAR (seconda parte)

...

"Sorpresaaa!" esclamò Claudio non appena la spalancai.

Oddio!

Veronica e Luisa erano con lui. Le teneva per i fianchi, una per parte, con un sorrisetto cretino disegnato sul viso.

Non sapevo cosa avesse in mente, ma qualunque cosa fosse stata non mi andava. Lo sospettavo comunque: niente di buono.

Desideravo restare solo e mettere a posto i miei pensieri. Non avevo tempo per le sue cazzate...

"Ciao!" fecero loro in coro.

Sospirai facendo solo un cenno del capo.

Ci mancava Claudio con quelle due al seguito.

"Claudio, ho mal di testa. Stavo per buttarmi a letto" provai.

"Hai mangiato?" replicò.

"No. Non mi va"

"Allora è per quello! Mancanza di zuccheri e di alcol!" mancanza di privacy lo corressi a mente, "Ma per tua fortuna ci abbiamo pensato noi!" orgoglioso mi mostrò una busta di carta del Caiyuan, il Ristorante cinese vicino casa sua e una bottiglia di wisky.

Che culo!

Ma lui non era quello che impartiva a me regole di comportamento?

Non mi andava di mangiare, di bere e non mi andava di averli per casa.

Dovevo essere più diretto. Mandarli subito a quel paese.

"Mi dispiace Claudio, ma sarà per un'altra volta"

Non mi ascoltò.

Dovetti scostarmi di lato per la sua irruenza quando entrò deciso col suo accompagnamento diretto al divano.

"Vedrai che tra un po' starai meglio"

"Claudio, non mi va niente ok? Te l'ho detto... ho mal di testa. E vorrei restare... solo. Non so se mi hai capito"

Come se non avessi parlato Veronica s'intromise.

"Possiamo andare un attimo in bagno?" si riferì a Luisa porgendole la mano.

Potete andarvene fuori da qui... s'intromise di nuovo la mia mente.

Lo sapevo io perché voleva andare in bagno...

"Veronica, niente droga qui dentro, hai capito? Non voglio grane per questo" risposi subito guardandola di traverso.

Neanche mi rispose.

"Certo! Sai dov'è. Andate pure" s'intromise Claudio.

Accigliai la fronte.

Ma era fuori?

Non andate proprio, guarda!

Il padrone in casa mia faceva! Da non credere!

Svogliatamente presi posto sulla poltrona che c'era a lato e fissai Claudio aggressivo.

Non accusando la mia ostilità cominciò ad adagiare con ordine sul tavolino il contenuto della busta ed aprì la bottiglia del wisky ingurgitandone una sorsata, passandola a me perché facessi la stessa cosa.

Non lo degnai di considerazione.

Posai un gomito sul bracciolo e mi ressi il capo tamburellando con le dita, insofferente.

Stava facendo sul serio!

Non ero stato abbastanza convincente... dovevo essere più mirato, amico o non amico...

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