CAPITOLO 36

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BIANCA

Ero un groviglio di nervi intanto che aspettavo che rispondesse.

Tenerlo distante da me era l'unica cosa giusta da fare se volevo proteggerlo, mi ripetevo.

Avrebbe trovato qualcun altro. Anzi avevo già il posto a cui delegarlo. La signora Lisbo era già d'accordo, l'avevo chiamata un attimo prima: poteva ricorrere alla Family House. Ci eravamo già rivolti a loro per collaborazioni col Centro. Poteva fare al caso suo.

Ma intanto dovevo prima convincerlo.

Non avrei più potuto tenerlo d'occhio. E doveva comunque scontare la sua pena sino alla fine. Questa era la questione che più mi angustiava...

"Pronto!" rispose scontroso; la sua voce mi scatenò una scossa elettrica immediata sotto pelle.

Era irritato. Lo avvertivo.

Speravo solo fosse tutto a posto.

"Ciao, Omar. Sono Bianca"

"Bianca!" esclamò sorpreso.

Non aveva appuntato il mio numero a quanto pareva. Un po' mi dispiaceva. Voleva dire che non aveva pensato a me.

Il suo tono si ammorbidì.

"Scusa se ti disturbo"

"Figurati... Sì... cioè... volevo dire... ciao!" c'era qualcosa che non andava, ci aveva messo troppo a salutarmi e pareva impacciato.

"Va tutto bene?"

"Più o meno..."

"Spero non avrai avuto problemi a tornare a casa, non vorrei..."

Non mi lasciò concludere la frase.

"Oh, no... non ho avuto problemi a tornare a casa... è una. questione personale. Lascia stare"

Avrei voluto chiedergli di più, ma non volevo mostrarmi impicciona. Se voleva me ne avrebbe parlato lui.

"Speravo mi chiamassi" continuò, "Dobbiamo programmare il nostro prossimo incontro"

Mi si seccò la gola al pensiero.

E adesso, mi chiesi. Come avrebbe reagito?

"Ti sto chiamando per quello appunto... abbiamo lasciato il discorso in sospeso prima"

Non volevo intavolare subito il discorso sulla Family House. Cercavo di prendere tempo.

"A proposito... tu come stai?" si intromise.

Io stavo per pugnalarlo alle spalle e lui si preoccupava di come stavo?

Mi sentivo un verme.

Come stavo? Agitata a morte per tante cose: per Giorgio, per i carabinieri, per il bacio... e perché adesso non potevo più vederlo... non dovevo più vederlo, mi ricordai triste. E lui si preoccupava di come stavo... mi ridissi.

Verme e miserabile!

Schiarii la voce.

"E' passata... ho recuperato il tuo fascicolo al Centro e tutto quello che ti riguarda. Cinzia mi ha assicurato che manterrà la privacy. Dovremmo stare tranquilli"

Dovevo mantenermi seria e calma per quanto mi era possibile.

"Bene. Anche se per me potevi anche lasciar perdere..."

"Perchè dici così, Omar? Non vuoi liberarti di questa persecuzione?"

"Certo, ma te l'ho detto... la mia vita rimane uno schifo ugualmente"

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