CAPITOLO 53

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BIANCA

Continuavo a perdermi. Ogni secondo... ogni istante... ogni attimo...

Non sapevo se ero in grado di reggere l'emozione che mi stava travolgendo.

Eppure avevo timore che finisse... ed insieme paura che andasse fino in fondo.

Non ero in grado di deciderlo. Sapevo soltanto che ad ogni respiro...

ad ogni tocco...

ad ogni bacio...

gli appartenevo un po' di più.

Il suo cuore tremava insieme al mio. Batteva con forza.

Con ferma delicatezza mi sollevò tra le sue braccia continuando a baciarmi. Come se non volesse perdere nemmeno un secondo di quell'istante...

Di ciò che potevamo darci...

Di noi...

Gli circondai i fianchi con le gambe continuando a cercare la sua bocca.

Mi portò fino alla camera e mi lasciò scivolare a terra.

Mi sfilai la giacca.

I bottoni scivolarono via dalle asole... le zip dei suoi jeans si abbassarono... le maglie caddero sul pavimento... così come tutto il resto...

Aprì veloce un cassetto del comodino...

La stanza profumava di noi. Era piena dei nostri respiri affannati, delle nostre labbra che si cercavano... del suono delle nostre mani che si toccavano.

La nebbia ci avvolse come un'onda.

Tutto ciò che avevo desiderato era lì... avvolto dalle sue braccia... racchiuso dalle sue braccia strette intorno ai miei fianchi... in quella camera... tra quelle lenzuola...

Le sue mani e le sue labbra calde sfiorarono la mia pelle nuda... il mio ventre... e... persi del tutto il controllo della ragione.

Non ero più in grado di respirare.

Un brivido mi corse lungo la schiena. Le mie dita si muovevano su di lui... sulla sua schiena...

Su quella pelle bollente come il mio viso.

Le nostre mani si intrecciarono come a voler condividere la libertà dei nostri corpi e dei nostri cuori...

Credevo ormai di conoscere esattamente tutto di lui quando aveva attraversato quella porta al Centro, ma in lui c'era molto di più. C'ero io e l'amore trattenuto, ma che poteva darmi. Tra quelle braccia mi ero sentita al sicuro, protetta, difesa, accettata per ciò che ero e anche di più.

Non eravamo altro che due anime deboli che potevano spezzarsi, ma che per un momento prima di cadere avevano provato a volare.

Libere...

Finalmente davvero...

***

E qui mi fermo...

Ci leggiamo domani, per ora li lasciamo così...


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