-Capitolo 25-

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Deian:"No! Lasciami! Non può essere Deian! Perché l'antimafia avrebbe rapito i miei genitori? Quale motivo e quale potere avrebbe per farlo?" Talìa è disperata e continua a piangere, non so che cazzo fare ma la trascino negli spogliatoi per farla ...

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Deian:
"No! Lasciami! Non può essere Deian! Perché l'antimafia avrebbe rapito i miei genitori? Quale motivo e quale potere avrebbe per farlo?" Talìa è disperata e continua a piangere, non so che cazzo fare ma la trascino negli spogliatoi per farla sedere e calmare.
"Probabilmente sarà stata qualche infamata architettata da Jonas." Quello stronzo è accecato dalla rabbia per la questione della morte di suo padre, non gli importa niente del suo lavoro e di andare contro le leggi, sappiamo tutti che lo fa per vendicarlo, il problema però è che nemmeno a me frega un cazzo della giustizia.
Per questo non mi fermerò più.
Guardo mia nonna e la sorprendo accarezzare la schiena di Talìa con una comprensione che non conosco.
Non l'ho mai vista così dispiaciuta, ma a giudicare dalle apparenze sembra sincera.
"Faremo il possibile per trovarli, non preoccuparti." Mormora e la bionda alza lo sguardo su di me, con gli occhi rossi e colmi di lacrime.
Non mi piace vederla piangere, mi mette di cattivo umore.
"E se li facessero del male?" Sussurra distrutta.
"Non dimenticare che quelle persone sono delle autorità, anche se quello che hanno fatto è sbagliato non potrebbero mai infrangere le leggi della giustizia. Io credo che vogliano soltanto interrogarli per arrivare a te." Sono d'accordo con mia nonna per una volta.
Ma in ogni caso, il fatto che questi stronzi credano di poter esercitare il loro potere sulle famiglie vulnerabili e costringerle a collaborare con loro, è sbagliato.
Quando incontro di nuovo gli occhi minacciosi di Talìa mi stanno osservando mentre fumo una sigaretta.
La guardo anche io e so bene quanto voglia fargliela pagare adesso, la conosco.
Una cosa è certa: lei non si fermerà finché non avrà ritrovato la sua famiglia.
È una tipa determinata.
"Come ha fatto a scoprire che hanno portato via i miei genitori..?" Domanda a mia nonna che le sorride per la sua innocenza.
"Il tuo quartiere è controllato, noi sappiamo tutto. Abbiamo occhi e orecchie dappertutto là dentro, Talìa." Le spiega. La bionda sembra curiosa.
"Ha un'idea di dove potrebbero averli portati?" Continua, passando una mano sotto gli occhi per asciugare le lacrime.
"Anche se sapessimo dove si trovano non potremmo mai presentarci di persona. È quello che vogliono loro." Le rispondo schietto e lei trascina le dita tra i capelli.
Se c'è una cosa che posso dire orgogliosamente è che il suo volto è sempre stato una maschera espressiva ai miei occhi, ho saputo leggerle nella mente dal primo momento che l'ho conosciuta, e ora più che mai saprei spiegare a che cosa sta pensando.
"Non vai da nessuna parte, scordatelo." Soltanto a dirglielo, per il più breve dei secondi, mi batte forte il cuore per la rabbia.
Nei miei occhi lampeggia qualcosa di strano.
"Deian! Ti rendi conto che stiamo parlando dei miei genitori? Delle persone che più amo al mondo?! Come puoi pensare che me ne stia con le mani in mano, mentre loro si trovano in questa situazione?" La guardo disperarsi.
"Sei stupida o che cosa Talìa? Ti rendi conto che se ti consegnassi a loro potrebbe essere la fine per te? Potresti finire dietro le sbarre con l'accusa di reati che nemmeno ti appartengono. Nel peggiore dei casi invece subiresti dei maltrattamenti e saresti costretta a lavorare per loro. Vuoi che vada avanti?" So come funzionano queste cose, loro non sono una novità per noi ma a quanto pare per lei si.
"Adesso basta! Cerchiamo di calmarci e di ragionare!" Dice mia nonna.
Io e Talía ci fissiamo perché sa bene che non permetterò mai che si metta in pericolo in questo modo stupido.
Tutti e tre ci scambiamo occhiate, quando improvvisamente sentiamo delle lamentele provenire dal secondo piano, che è esattamente il luogo dove si trova l'ufficio di mio cugino.
Il silenzio cala tra di noi e mia nonna mi rivolge un'occhiata preoccupata mentre si alza in piedi seguita da Talìa.
Sarà ferito, non è strano che sia successo.
Quando lo dico le due si guardano.
"Vado a vedere come sta Thomas." Alla fine mia nonna abbandona gli spogliatoi e rimaniamo soltanto io e Talìa che incomincia a girovagare per la stanza, pensierosa.
La mia mente per un momento torna indietro a quel famoso giorno al Joia, quando sono venuto dentro di lei senza alcuna precauzione, ancora una volta. Ci penso perché la guardo in costume.
Scatto gli occhi sul suo ventre mentre la paura di averla messa incinta mi fa grondare di sudore. Spero che abbia provveduto il giorno dopo.
"Se tu non hai intenzione di rimboccarti le maniche e di aiutarmi, farò da sola Deian." Dice lei tra i denti mentre cammina verso le docce e mi distrae dai pensieri.
Mi viene da ridere amaramente per il modo naturale che ha di farmi incazzare.
"Questo non è un fottuto gioco, cosa credi, mmh?"
Si ferma poco più avanti della porta e io so che sta piangendo.
"No, ma ti comporti come se fossi un incapace! Tu.. tu credi che io non sia in grado di ritrovarli.. beh ti sbagli di grosso Deian! Io- io troverò i miei genitori e ti dimostrerò che.." Non termina la frase che scoppia in un pianto liberatorio, portando le mani sul viso e accasciandosi per terra come se stesse crollando mentalmente.
Come se il suo cervello non riuscisse a trovare un posto dove poter star tranquillo.
"Mio Dio.." Mormora tra un singhiozzo e l'altro.
Rimango fermo perché non so cosa fare, ma sicuramente continuare a piangere non risolverà i problemi.
Io non ho mai pianto per una preoccupazione verso la mia famiglia, né verso nessun altro. Probabilmente perché non ho mai avuto nessuno al mondo a cui volere bene.
"Talìa." La chiamo ma lei scuote la testa.
"Non mi toccare Deian! Non mi toccare e non mi parlare! Questa è tutta colpa tua!
Se la mia famiglia si trova in questa situazione è soltanto colpa tua!" Scandisce bene le ultime parole mentre mi urla ciò che pensa, rossa dalla rabbia.
Non la ascolto.
Sospiro lanciando l'asciugamano sull'anta del mio armadietto e afferrandole improvvisamente il polso minuscolo. Lo faccio contro la sua volontà intanto che si lamenta.
La rimetto in piedi con poca fatica e lei mi spinge, senza spostarmi di un solo millimetro.
"Stasera dormirai a casa mia. Non sei al sicuro da sola, potrebbero tornare in qualsiasi momento." Le dico e lei sgrana gli occhi.
"Stai scherzando? Vuoi davvero farci ammazzare? Se tuo padre lo scoprisse ci farebbe fuori entrambi." I suoi occhi intensi mi osservano e riflettono su alcune cose.
Mi erano mancati, mi era mancato tutto di lei.
Ma devo ammettere che è dimagrita troppo, non riesco a capire. Ha le ginocchia graffiate e un colore pallido del viso.
Mi prendo del tempo per guardarle il corpo da vicino, Talìa però capisce il motivo e l'attimo dopo cerca di coprirsi con le braccia, abbassando lo sguardo verso il pavimento.
"Che cazzo ti è successo?" Non so come, ma riesco a domandarglielo.
Una lacrima le riga di nuovo il viso e commetto un errore da principiante, perché le mostro le mie emozioni e vado ben oltre.
Porto una mano sul suo viso che è freddo come il ghiaccio a contatto con la mia pelle infuocata, ma estremamente bello e pulito.
La sento sussultare.
"Deian.." Mormora chiudendo gli occhi. Il suo copro si affloscia contro il mio e mi abbraccia mandandomi in tilt in cervello.
Sento il suo cuore batte con il mio. Per un attimo ci credo veramente, pensa addirittura che mi sia mancata. Ma non sono stupido.
"Sono stanca." So che cosa sta cercando di fare e quando sento la sua mano avvicinarsi al retro del mio costume, esattamente dove tengo la pistola, la spingo violentemente contro gli armadietti creando un forte rumore in tutta la stanza.
Maledetta manipolatrice. Credeva di fottermi.
Mi metto a ridere di gusto mentre sul suo viso nasce una smorfia di dolore.
"Sono quasi offeso Talìa. Credi che non conosca questi trucchetti da dilettante?" Le mollo il collo dove ormai sono impressi i segni delle mie dita e lei incomincia a tossire.
"Portami alla centrale antimafia, so che sai dove si trova, stronzo." Mi fissa con odio, selvaggia com'è.
Finisco la sigaretta e la getto ai suoi piedi.
È imbronciata come una bambina offesa e io mi sto eccitando anche in questa circostanza.
Lei lo capisce ma non smette di tenere il pugno duro.
C'è stato un momento in questi giorni di distanza da Talìa in cui ho pensato molto per riuscire a trovare un modo per tenerla al mio fianco.
O meglio, nella mia testa ho escogitato direttamente un piano per mettere alle strette mio padre e mandare a riposo Katia.
Sono completamente fuori di testa per lei. Questa è la verità.
Ho provato in tutti i modi ad eliminarla dalla mente, ho provato a mettere a tacere i pensieri che mi tormentano ma è impossibile. Assolutamente impossibile.
Lei è la prima e l'ultima donna che mi è rimasta impressa nella mente. La detesto per questo.
"Ti porto a cena fuori. Vatti a fare una doccia, sbrigati." Il suo corpo fa goffamente un passo indietro.
"Ma sei impazzito?" Chiede guardandomi in modo strano e stupito.
So che può sembrare assurdo da parte mia, ma con il fatto che voglio dar fastidio a mio padre, allo stesso tempo posso aiutare la bionda a trovare i genitori ed eliminare Jonas e i suoi cani del cazzo una volta e per tutte.
Prenderò due piccioni con una fava.
Ho in mente un piano.
"Dopo quello che sta succedendo tu mi inviti a cena Deian? Fai sul serio?! Ma che razza di problemi hai in quella testa?" Seguo il movimento delle sue labbra che sono più gonfie del solito per via del pianto, intanto che penso.
Ho una mezza intenzione di fare una pazzia, prima però devo parlare con Adrian e Santo.
"Non lo faccio per te. Non metterti strane idee in testa." Stringo gli occhi in due fessure sentendo i in lontananza il rumore dei tacchi di mia nonna.
"Certo! Sei un bravo bugiardo lo sai?" Mi fa una specie di ghigno mentre si volta di spalle per avanzare verso le docce, quindi, mi rivolge la visuale del suo culo sodo, che è ancora più tonico per via della palestra.
Mi appoggio contro gli armadietti sentendo il fallo pulsare dentro il costume.
Stasera ho tutta l'intenzione di mostrarmi ai giornalisti in compagnia di Talía.
Parteciperò alla cena di affari di mio padre e presenterò la mia accompagnatrice come la mia futura sposa. A quel punto sarà sotto la mia responsabilità agli occhi di tutti e potremmo prendere del tempo per escogitare un nuovo piano e riportare i genitori di Talìa a casa.

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