-Capitolo 43-

11.8K 427 72
                                    

Talìa:Sono le nove del mattino già inoltrate, sto sistemando il letto della camera nonostante Perla, la donna delle pulizie che già conoscevo, abbia insistito a lasciare il lavoro sporco a lei

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Talìa:
Sono le nove del mattino già inoltrate, sto sistemando il letto della camera nonostante Perla, la donna delle pulizie che già conoscevo, abbia insistito a lasciare il lavoro sporco a lei.
È una donna così carina!
È rimasta al mio fianco quando poco fa il dottore mi ha visitata, tenendomi la mano e assicurandosi che la bambina stesse bene.
Per fortuna è tutto okay. La piccola sta alla grande.
Il dottore continuava a ribadire il fatto che si muovesse in continuazione, non siamo nemmeno riusciti a vederla. E non mi domando da chi abbia preso.
In ogni caso, durante tutta la visita sentivo dei fruscii e delle risate provenire dall'altro capo della stanza, continuo a sperare che non sia come ho immaginato, perché accanto alla camera degli ospiti c'è quella di Deian. Potrei tranquillamente rivolgermi a Perla per estorcerle qualche informazione visto che lei rappresenta gli occhi e le orecchie di questa casa.
Ma tento di dissuadere la ragazzina curiosa quale sono per non vivere costantemente nella sofferenza.
Non me lo merito, e nemmeno la bambina.
Qualche minuto più tardi dunque mi trascino sotto la doccia per lavare i brutti pensieri.
Dopo essermi asciugata i capelli torno nella stanza collegata al bagno.
A mia insaputa trovo Fatima e Chantal sedute ai piedi del letto.
Mi colgono di sorpresa facendo schizzare il mio povero cuore alle stelle.
"Buongiorno Talìa. Come ti senti oggi?" Domanda Chantal prima di mettersi in piedi e sfoggiare il bellissimo abito di lana nero, come al solito è stupenda.
Ha quel pancino che le dona moltissimo, ed è più sexy di quanto già non sia.
Fatima invece non dice una parola, nonostante continui a fissarmi con una certa felicità in quegli occhi brillanti.
Butto fuori l'aria dai polmoni, poggiandomi contro il muro e grattandomi la nuca.
"Non ho dormito molto, ma sto molto meglio." Rispondo senza scollare gli occhi di dosso alla ragazza dai capelli a caschetto.
L'attimo dopo quest'ultima si schiarisce la voce.
Stamattina indossa un completo di tuta nero che rappresenta appieno il suo stile.
Mi piace.
E mi era mancata.
"Sono contenta di vederti, cognata. Buon Natale." Si alza in piedi.
Non ho nemmeno il tempo di prendere fiato che mi ritrovo le sue braccia attorcigliate intorno alla vita.
Un profumo forte, da donna decisa mi inonda le narici, facendomi tremare il cuore.
"Non ho avuto modo di ringraziarti per quello che hai fatto. Quel giorno ti sei sacrificata per me." Inizialmente rimango a bocca asciutta, un tantino scossa da questo gesto inaspettato e dal discorso che credevo di avere seppellito, poi ricambio l'abbraccio con l'intento di mostrarle tutta la mia gratitudine.
La stringo forte.
Questo è un abbraccio sincero, dopo tanto tempo.
"Molto probabilmente non è servito a nulla, visto che tuo fratello sta rifiutando sia lei che la bambina." Le dice Chantal con un pizzico di acidità e io sprofondo in uno stato di agitazione atroce. Di nuovo.
"Affronteremo questo discorso più avanti." Replica la mora dai capelli corti.
"Come volete. In ogni caso.. nell'armadio trovi dei vestiti nuovi di zecca, tutti per te e su misura." Prosegue invece Chantal a bassa voce, prima di chiudere questa parentesi dolente.
Scaccio via i pensieri angoscianti e mi giro verso l'armadio, ma non appena la mia mano tira l'anta d'oro del mobile lussuoso, gli occhi si spalancano automaticamente.
Rimango stupita, totalmente incantata dall'immagine fissa di fronte a me.
Ci sono capi di ogni tipo in questo armadio, scarpe e borse costose come se non ci fosse un domani. Il tutto è perfettamente organizzato per tipo e colore.
"Dio.." Sussurro pietrificata. Tutto questo è il sogno di ogni ragazza.
Non posso crederci.
"Deian ed io abbiamo pensato a tutto stamattina. Ovviamente con l'aiuto di Chantal e della sua esperienza con la moda." Confessa Fatima prima di mostrarmi anche la specchiera che contiene molti prodotti per il corpo e per il viso.
Ma il mio cervello si è fermato qualche secondo più indietro, non appena ha nominato quell'essere malvagio che vorrei schiacciare sotto la scarpa come un insetto.
È lui la causa della mia insonnia.
"Deian?" Punto lo sguardo su sua sorella che incrocia le braccia al petto.
Che cosa sto sentendo?
"Proprio così." Mi conferma Chantal e quasi mi cascano le braccia per terra.
"È stato lui ad insistere affinché tu e la bambina aveste i migliori capi di marca e anche del suo brand. Infondo oggi è Natale, e a Natale siamo tutti più buoni, persino Deian!" Dice e apre un cassetto nel quale sono piegati dei mini abitini rosa e bianchi.
Sono tutti per lei.
"Oddio..!" Esclamo avvelenandomi con tutte queste emozioni che mi attanagliano lo stomaco.
La mia mano automaticamente si posa sul ventre gonfio e ogni particella del mio corpo esplode al solo pensiero della mia bambina tra le braccia enormi di Deian.
Lei, così piccola e innocente e lui, un diavolo sporco di crimine e puro peccato.
Afferro in mano un paio di calzini con delle scimmiette graziose, cucite, e li porto proprio sotto il naso.
Sanno di infanzia..
Subito mi fiondo davanti alla finestra per spalancarla, improvvisamente sento molto caldo e l'ansia incombe su di me con me la peste.
"Per la principessa di casa questo è soltanto un banalissimo inizio. Deian sta già pensando di imbiancare la sua camera e di inserire una cabina armadio al suo interno." Chantal deve chiudere quella bocca.
Non voglio sentire parlare di lui.
No. Non deve importarmi.
Pensa a tutto quello che ti ha fatto.
Sta soltanto fingendo come fa sempre. Non voglio ascoltare niente più.
"Il tuo futuro marito ha anche pensato che un cellulare e un pc portatile ti avrebbero fatto comodo per comunicare con la tua famiglia una volta che saremo a Cuba." Fatima posa una scatola sul mio letto prima di sorridermi in modo soddisfatto.
Sinceramente non ho idea di dove l'abbia tirata fuori perché ero troppo concentrata ad ammirare il cassetto della bambina per accorgermi di quello che succedeva intorno, quando d'un tratto il volto dei miei genitori mi balena in mente.
Accidenti!
Lascio perdere la scatola e la schiena si curva per mettersi dritta, mentre mi maledico in tutte le lingue.
"Devo parlare con loro prima del viaggio, maledizione! Devo inventarmi qualcosa.. i-io devo anche salutare le mie migliori amiche. Ma come ho fatto a dormire così tanto e a non accorgermene.." A piedi nudi girovago per la stanza.
"Non preoccuparti di questo. Deian ha mandato Santo ad avvisare una certa Michelle.
Da quanto ne so l'ha pagata in cambio del suo aiuto. Una cosa minima, niente di che." In preda al panico urlo, perché l'idea delle mie amiche che trattano con gli Scalise mi manda in crisi.
Scherziamo?
Oh Cristo.
"Chantal ti prego dimmi che è uno scherzo." Strepito totalmente rossa in viso.
Ma la sento sospirare sonoramente.
Ottimo, perfetto. Ma che cazzo di storia è mai questa?!
"Non posso credere che adesso lo stronzo cerchi di coinvolgere anche le mie amiche! Giuro su Dio che lo uccido con le mie mani se qualcosa va storto." Con l'accappatoio fasciato intorno al corpo, poggio le mani sulle ginocchia per calmarmi.
È incredibile come riesca sempre a precedermi.
"Talìa, ti assicuro che Michelle è stata trattata benissimo, mi sono raccomandata io stessa con Deian." Dice Fatima prima di venire al mio fianco e poggiare una mano sulla mia schiena.
L'istinto è quello di ritrarmi.
"Devi calmarti. Questo stress non fa bene alla bambina" Mi ritrovo di nuovo gli occhi della mora incastrati nei miei.
Ha ragione. Devo calmarmi.
"Ai tuoi genitori è stato riferito che partirai per Cuba per alcuni catering dell'ultimo momento con il lavoro, insieme a Michelle e Daniela che poi ti raggiungeranno con l'aereo. Abbiamo già prenotato i loro voli." Sgrano gli occhi.
"Deian ci tiene particolarmente a non farti sentire sola." Ennesimo pugno nello stomaco.
"È impossibile." Dico subito, decisa.
Lui pagherebbe tutto loro del mondo pur di infliggermi dolore.
"Avanti, che aspetti? Apri questa scatola almeno potrai chiamare i tuoi genitori con il cellulare nuovo." Mi intima Chantal per poi sedersi sul letto e accavallare le gambe.
Ingoio il nodo di vetri che ho in gola prima di annuire e scartare la confezione regalo.
Al momento non sto più capendo nulla.
"Sono i nuovi modelli della Apple. Nella rubrica del cellulare troverai salvati i numeri che ti occorrono per le emergenze, anche quelli della famiglia." Mi spiegano.
Sfioro questo aggeggio di ultima generazione con le dita.
Ho sempre desiderato questo cellulare, ovviamente non era altro che un sogno lontanissimo prima d'ora.
"È.. molto bello.." Mi limito a dire perché in realtà adesso non mi importa più di queste piccolezze.
Me ne accorgo solo ora, sono cambiata.
Infatti mi affretto a contattare i miei genitori e mi chiudo a chiave nel bagno.
La schiena scivola contro la porta, il respiro è agitato.
"Pronto mamma?" Mordicchio un'unghia.
"Talìa? Pronto, sei tu?" La sua voce è alquanto bassa, probabilmente è per il riposino quotidiano di mio padre.
Li immagino sdraiati sul divano e chiudo gli occhi, la malinconia mi circonda.
"Ciao mamma, sì sono io." Stringo i denti.
"Dove sei Talía? E come stai? Perché non mi hai avvisata che stanotte ti saresti fermata da Michelle a dormire?" Mi riempie di domande e i miei occhi si impregnano di lacrime, mentre sorrido lievemente per le sue premure.
Alcune cose non cambieranno mai.
Potesse accadere qualunque cosa, potessero passare anche 1000 anni, l'amore di una madre durerà per tutta l'eternità.
Cerco di rassicurarla del fatto che questo lavoro e questa esperienza mi faranno bene.
Fortunatamente prende bene la notizia essendo già insistente e paranoica di suo, e nonostante sia Natale. Lei è contenta per me.
Io invece non lo sono affatto, avevo promesso che non le avrei più mentito. E poi non ho mai trascorso una festività lontana da casa.
Ma cerco di convincermi che è per il suo bene.
Lei è felice in questo momento, allora lo sono anche io.
Quando interrompo la chiamata torno in camera e accendo il computer, lo smanetto per qualche minuto anche se non sono molto pratica, giusto per distrarmi.
Con l'aiuto delle ragazze poi riproduco una canzone da YouTube.
"Oddio, la ascoltavo sempre con Dani e Michelle!" Esclamo euforica, forse un anche un po' nostalgica.
1973, James Blunt.
Amo questo cantante. Ciò che trasmette è stupendo.

STAND BY ME.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora