-Capitolo 40-

8.6K 383 49
                                    

Talìa:Ricevere determinate parole importanti e poi scoprire che in realtà erano solo menzogne, fa un po' male

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Talìa:
Ricevere determinate parole importanti e poi scoprire che in realtà erano solo menzogne, fa un po' male.
Ma penso che una delle consapevolezze più dure e quindi il male peggiore, sia quella di dover ammettere a se stessi che una persona a cui vuoi bene non smetterà mai di farti del male.
Forse non sono fatta per questo mondo.
Sarò sbagliata? Probabilmente si.. ma adesso sono arrivata al limite.
Mi sono stancata di giustificare sempre tutti. Sono stanca di credere nelle cose e poi stare male.
Lui mi ha soltanto presa in giro. Ecco la verità.
Ed è stato un duro colpo, non meritavo questa umiliazione.
Se per lui ormai ero acqua passata, se non voleva che facessi più parte della sua vita avrebbe dovuto dirmelo subito.
Che poi, a quale scopo queste bugie?
Sto per dare alla luce sua figlia.. come può voltarmi le spalle in questo modo?
Cazzo, non avrebbe potuto farmi più male di così.
Non è altro che un bastardo delinquente che comanda tutti a bacchetta e poi non ha il coraggio di parlare chiaro ad una donna. O forse ha semplicemente paura di amare come un ragazzino del cazzo alle prime armi.
Nel peggiore dei casi potrebbe avermi presa in giro sin dall'inizio. In questo momento prendo in considerazione tutte le ipotesi.
Sono stata così sciocca.. dentro di me io credevo davvero di essere importante per lui che adesso non riesco ad accettare questa situazione.
Mi aveva assicurato che si sarebbe preso cura di me e della bambina, che avrebbe garantito lui per la nostra protezione.. Questo per me significava molto. Ma a quanto pare non era altro che una messa in scena architettata nel migliore dei modi. Senz'altro l'ha fatto per una questione di orgoglio verso le regole di suo padre.
Probabilmente era quello il suo scopo.
Tutto ruota intorno agli affari, tutti quelli come lui sono troppo accecati dalle loro regole e tradizioni del cazzo per pensare ai sentimenti delle altre persone.
La stupida sono io a non averlo capito subito.
Mi sto vergognando così tanto di me stessa..
Per un momento la tristezza e la confusione mi paralizzano la gola e non riesco a parlare.
Ma nella disperazione mi faccio una promessa:
Nessuno dovrà più sapere come sto, se sto bene, se sto male.
Se ce la faccio o se non ce la faccio.
Mi terrò dentro tutto.
E poi se scoppierò, lo farò in camera mia, magari con le cuffie nelle orecchie, urlando, ma senza nessuno che potrà sentirmi.
Sono stata buona per molto tempo ma non vuol dire che se lo sono stata in passato non posso diventare la persona più cattiva che lui abbia mai conosciuto. Nonostante mi abbia reso debole.
Troppo.
La verità è che certe realtà fanno male, e questa volta non fa eccezione.
Mentre fisso sua nonna e trascino delicatamente una mano sul ventre, mi rendo conto di quanto sono ridicola ad essermi lasciata illudere da questa gente.
Come ho potuto?
Sto per scoppiare. Le braccia braccia si afflosciano ai miei lati, devo resistere.
Vorrei solo andare via, lontana da questo mondo e dalla mafia.
Improvvisamente siamo soltanto io e la mia piccola, l'epicentro della mia vita, e nessuno più.
Non me l'aspettavo, ma è così.
"Abbiamo mandato una squadra di sicurezza a sorvegliare la casa dei tuoi genitori, loro non si accorgeranno di nulla." Non mi soffermo a fare domande ma annuisco alla signora a cui rivolgo tutta la mia attenzione.
Ricaccio dentro le lacrime, spingendo lo sguardo verso l'alto per riprendermi.
Sono un tantino disorientata e resto in silenzio.
"Devi fartene una ragione. Lui è così. Noi tutti siamo così." La guardo storto mentre cerco il nesso di questo discorso senza logica.
Io non accetterò mai una persona del genere al mio fianco, nessuna donna lo farebbe mai. Quando glielo dico non faccio in tempo ad aspettarmi una risposta che le sue dita mi avvolgono il braccio e mi portano con sé vicino alla macchina.
Non mi importa niente delle loro assurdità, io ho chiuso con lui.
"Apprezzo la tua onestà, sei piuttosto coraggiosa ma vedi.. noi siamo donne, stringiamo i denti e sopportiamo tesoro. Deian adesso è la tua famiglia insieme a questa bambina, loro sono la tua priorità più grande. Imparerai a mandare giù bocconi molto più amari di questo te lo assicuro." Mi scanso mentre cerca di portare una ciocca dei miei capelli dietro l'orecchio.
Sono scioccata. Ma come ragiona questa gente?
"Andiamo a casa Talìa, sei caduta poco fa, dobbiamo chiamare il dottore per farti visitare." Aggiunge come se fosse la cosa più sensata del mondo. Ma di cosa parla? Pensa davvero di comportarsi come se non fosse successo nulla?
Sento i denti stridere per la forza con la quale serro la mascella.
Questa gente pensa che siano tutti come loro, senza cuore, senza pietà.
"Io non mi sposerò con suo nipote, mai. Né tantomeno mi sottometterò a lui da brava cagnolina come vorrebbe.
Sia l'ultima cosa al mondo che faccio. Chiaro?" Tiro su con il naso prima di sentire tremare le labbra.
"Con chi diavolo credi di parlare ragazzina?!" La osservo mentre il suo sguardo si incupisce.
L'oscurità si insinua nei suoi occhi come una nebbia mortale.
"Non osare mancarmi di rispetto Talìa." Viene faccia a faccia con me e ci fissiamo.
Evidentemente non è abituata alle donne che le rispondono male. Ma non mi importa, non ho paura.
"Muoviti! Sali su quest'auto e non costringermi ad usare la forza! Sono stata abbastanza clemente con te finora." Scuoto la testa perché non mi lascerò piegare da loro.
"Io non vengo con lei. Ho detto di no!! Ho detto che non voglio essere parte di nessun matrimonio, né di questa famiglia, adesso lasciatemi stare tutti quanti." Decido io per la mia vita.
"Ho già preso una decisone, e anche suo nipote a quanto pare." Cerco di spiegarle ma il cuore mi sta battendo un po' più veloce di normale.
Sono stanca, infreddolita, ho solo bisogno di andarmene da qui, lontano dalla sua presenza e da questa atmosfera soffocante.
E sto davvero per farlo quando all'improvviso sento come un mancamento travolgermi in pieno, facendomi barcollare per questo stato simile all'ubriachezza che mi porta anche ad aggrapparmi all'auto.
Poi un braccio abbastanza magro mi circonda la vita.
Cado in un silenzio tombale, osservando tutto il caos che mi circonda.
Che mi succede..?
"Se non sali sull'auto mi costringi a portarti via con la forza." Alzo lo sguardo e gli stessi occhi di Deian mi stanno fissando.
Io non posso accettare quello che lui mi ha fatto.
Mi ha abbandonata... perché?
Respiro ed espiro a fondo perché la voglia di piangere è più forte di qualsiasi altra emozione in questo momento.
"No.. voglio andare a casa. Lasciatemi in pace!" Ansimo con la testa che vortica.
Non posso e non voglio vederlo.
Ma non ho nemmeno il tempo di un battito di ciglia che in un secondo mi ritrovo catapultata nei sedili in pelle della Jeep nera.
Tento di aprire la portiera e di fuggire in tutti modi ma quest'auto maledetta ha più sicurezza di un caveau.
Mi accorgo che il sedile del guidatore è occupato da un uomo che scopro essere una guardia della famiglia, quando la signora le dà l'ordine di abbandonare il centro città. Quindi sale accanto a lui e blocca le portiere.
Apro e chiudo gli occhi che sento sempre più pesanti.
Voglio andare a casa mia..

STAND BY ME.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora